Le mascherine nel cestino entro il 15 aprile

Il Governo annuncia i primi allentamenti concreti delle restrizioni ma c’è di nuovo allarme Covid per le migliaia di rifugiati ucraini in larga parte non vaccinati. Il virus rimane fra di noi come sgradito ospite e, probabilmente, ci dovremo convivere per sempre. Occhio dunque ai contagi e alle recrudescenze che potrebbero essere assai pericolose. Adesso sappiamo bene che cosa significa la parola prudenza.

Roma _ Dopo due anni e più pandemia sotto controllo. Il pericolo sanitario da Covid-19 sembra essere circoscritto, finalmente. E le statistiche rassicuranti hanno indotto il Governo a chiudere l’emergenza dopo il 31 marzo, salvo ripensamenti, eliminando l’obbligo delle mascherine anche al chiuso entro il 17 aprile. Restrizione, quest’ultima, che si poteva rinviare a prima dell’estate considerando l’andamento meteo di questi tempi e, in alcune zone, l’afflusso di sfollati provenienti dall’Ucraina. Ma tant’è.

Pierpaolo Sileri

Il termometro che legge le variazioni della pandemia volge verso un ulteriore ribasso. Le terapie intensive sono sempre meno affollate di pazienti e le vittime hanno registrato un calo rilevante:“…Se continua così – ha dichiarato Sileri arriveremo a fine mese con meno di 200 o massimo 250 persone ospedalizzate, in modo da poter riprendere la normale attività di prestazioni sanitarie negli ospedali…”.

D’altronde anche per quanto riguarda le vaccinazioni booster i dati sono incoraggianti. Infatti ad oggi bisogna somministrarne circa un terzo delle terze dosi. Dunque proseguire su questa strada diventa l’opzione migliore per garantire la sicurezza nel futuro. Nonostante sia sempre bene adottare un minimo di attenzione e continuare con le buone abitudini: lavarsi a fondo le mani e vivere il più possibile all’aria aperta.

Fino al 5 marzo i profughi in arrivo erano circa mille al giorno ma il numero é già triplicato.

Però la situazione che si viene a creare e a cui accennavamo prima impone cautela: con migliaia di profughi ucraini diretti nel nostro Paese, mette in luce il problema Covid, considerando che meno del 35% di loro sono vaccinati con due dosi. Dunque anche in Italia è scattato l’allarme contagi e l’intensificazione dei controlli si impone se vogliamo rimanere al riparo di eventuali altre ondate di infezioni. Sempre possibili con le diverse varianti di cui è capace il virus.

Del resto il Covid-19 non è sparito. E’ ancora fra di noi e rimarrà in nostra compagnia probabilmente per sempre. Certamente si comporterà, negli anni, come il cugino dell’influenza ma non è detto che non continui a fare vittime o a ringalluzzirsi se gliene daremo l’opportunità.

Intanto la circolare diramata ad hoc dal ministero per la Salute contiene soltanto le prime indicazioni per Aziende Sanitarie Locali, specificando le modalità di accesso ai tamponi antigenici o molecolari e la “raccomandazionedi vaccinarsi a tutti soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere immunizzati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione.

In ogni caso lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra Sanità. Appunto per questo si ritiene necessario adottare tutte le procedure di maggiore sicurezza, compreso il tampone per chi arriva, così come la possibilità di vaccinazione immediata.

In quanto ai rifugiati, per loro non sarà obbligatorio il super green pass. Dunque si cercherà di vaccinare tutti colori i quali non sono stati immunizzati per evitare il diffondersi di varianti o una recrudescenza della pandemia come temuto da molti.

Roberto Speranza

Il giorno di Pasqua, che quest’anno ricade il 17 aprile, potrebbe coincidere con la tanto agognata fine dell’obbligo delle mascherine anche al chiuso. Lo ha detto chiaramente il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, il quale ha azzardato un’ipotesi già valutata dal Governo e che prevedeva, entro la metà di aprile, la dismissione dell’obbligo di proteggere naso e bocca dal contagio virale.

La medesima ipotesi era stata preannunciata dal ministro della Salute Roberto Speranza che aveva auspicato di togliere le mascherine al chiuso, che non fossero le abitazioni private, già due settimane dopo il termine dell’emergenza previsto per il 31 marzo.

Per quanto riguarda il super green pass, ovvero il certificato verde per i vaccinati e i guariti da meno di sei mesi, si sta valutando la sua completa eliminazione ma in maniera graduale. Certamente non dal primo aprile ma nel corso dello stesso mese, con una progressività soprattutto sul lavoro, dove è necessario valutare attentamente la completa abolizione.

Eliminare da subito la distanza tra le persone e riportare una capienza al 100% negli stadi e in presenza negli uffici, così come nei bar e ristoranti e cinema, sarebbe un traguardo che sembrava fino a qualche mese addietro semplicemente impensabile. Ma la prudenza, come al solito, non è mai troppa specie con i nuovi ospiti in arrivo.

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