Le notizie allarmanti hanno rovinato bambini e adulti. Chi pagherà?

Lockdown, restrizioni, Dad e il martellare di notizie allarmanti ad ogni ora del giorno e della notte hanno provocato disagi, ansia e depressione. Patologie che potrebbero peggiorare con l’avanzare dell’età e provocare atti di violenza e autolesionismo. Prima c’era il Bonus Psicologico e si poteva piangere con un occhio ma nell’ultima legge di Bilancio anche quell’aiuto è stato spazzato via. Al solito paga Pantalone.

Roma – Ormai sono due anni che il Covid, killer silenzioso ed invisibile, ha fatto irruzione nelle nostre vite. Ha provocato morti, crisi sociale ed economica, con tutti i danni che conosciamo a menadito. Il lockdown, il distanziamento sociale e lo stare rinchiusi nelle proprie tane di cemento ha innescato meccanismi mai conosciuti fino a quel momento, i cui effetti nefasti a lungo termine si sono riversati come un fiume in piena sulla psiche di tutti.

Convivere con il virus può destabilizzare i soggetti più fragili, soprattutto i giovanissimi.

Ad esserne colpiti sono stati i soggetti più fragili, tra cui bambini ed adolescenti, tanto che un adolescente su quattro ha sofferto di depressione e uno su cinque di disturbi legati all’ansia.

JAMA Pedriatics, rivista di pediatria statunitense sottoposta a peer review (revisione tra pari) a cura dell’American Medical Association, ha confermato questi dati in seguito ad un’analisi di ben 29 studi, condotti su oltre 80 mila giovani e giovanissimi in Italia e nel mondo.

La revisione tra pari nella ricerca e nell’università indica che una pubblicazione scientifica è sottoposta, spesso su richiesta di un’autorità centrale, a valutazione critica da parte di specialisti con competenze analoghe agli autori dello studio.

Il lockdown ha causato ansia, depressione e aggressività anche nei bambini più piccoli.

A questi dati si aggiungono quelli della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF), che evidenziano come il fenomeno sta mettendo a rischio un’intera generazione. A parere degli studiosi, la possibilità che si sviluppano disturbi psichiatrici è molto più accentuata nella fascia d’età adolescenziale

Il lungo periodo del lockdown, l’utilizzo della comunicazione online divenuta quasi parossistica, hanno provocato una cesura netta con la socialità tipica dell’età ed effetti negativi nella formazione. Dunque quali saranno le conseguenze su questi ragazzi dopo la pandemia?

A questa domanda da un milione di dollari, ha cercato di dare una risposta una ricerca condotta su 1500 bambini e adolescenti in cui è emerso che l’ansia e la depressione che colpiscono gli adolescenti potrebbero sviluppare problemi di salute in età adulta, con difficoltà relazionali molto evidenti.

Depressione e violenza dell’adulto sono spesso conseguenza di ansia e stress durante l’adolescenza.

Un ruolo difficile ma importante tocca ai genitori, a cui spetta di mostrare la giusta attenzione nel cogliere i primi segnali, rivolgendosi alle strutture competenti. E siccome le disgrazie non vengono mai da sole, nemmeno gli adulti possono stare tranquilli per quanto attiene gli effetti della pandemia sulla loro psiche.

Essere entrati in quel meccanismo perverso che è il tritacarne mediatico con un’esposizione prolungata a notizie allarmanti sul virus, può causare seri danni alla memoria a breve termine. I risultati della cosiddetta memoria di lavoro, possono essere compromessi sia a livello uditivo che visivo. Quindi l’esposizione mediatica ha compromesso le capacità intellettive delle persone. Se non è una catastrofe, poco ci manca.

Il bonus psicologico è stato soppresso con l’ultima Legge di Bilancio

Le istituzioni, come “le stelle stanno a guardare” chiuse come sono nelle loro torri d’avorio, non sanno rispondere con interventi mirati a queste problematiche. Anzi sembrano girare il capo dall’altro lato per non affrontarle, considerando che il bonus psicologico è stato cancellato dall’ultima Legge di bilancio.

Ancora una volta bisogna affidarsi alla Provvidenza, per chi ci crede, nella capacità di auto-organizzarsi delle persone e della vitalità dell’associazionismo sociale. Ma uno Stato che, per bocca dei suoi massimi esponenti politici ed istituzionali, si autodefinisce democratico e di diritto, ha bisogno di tutt’altro e non affidarsi sempre alla buona volontà dei cittadini.                                                  

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