Fisco e Catasto i nodi urgenti da sciogliere

Intanto pezze e dilazioni, come al solito. Cosi facendo continueranno a pagare troppo poche persone mentre troppe pagheranno meno del dovuto. Comunque stiano le cose la riforma del Fisco si rende ormai indifferibile, altro non fosse perché prevista nel Pnrr. C’è chi ripropone l’odiosa patrimoniale sulla prima casa e chi non intende approvare alcun aumento. Chi farà davvero gli interessi dei cittadini?

Roma _ Ancora pezze, altro che riforme. Un fisco come amico ed un catasto meno pervasivo potrebbe essere lo slogan del Governo. L’obiettivo però non è facile da raggiungere, nonostante l’intenzione di varare una nuova legge senza variare il gettito. Il che significa la necessità di trovare una redistribuzione del carico fiscale sulla casa, adeguando le rendite ai valori di mercato senza far crescere l’importo complessivo delle tasse sull’immobile. In sostanza senza toccare la prima casa. Puro illusionismo, autentica utopia? Macché, si tratta una semplice operazione di bilancio i cui effetti vengono rinviati.

Mario Draghi

Tutti ricordiamo, sin dal primo momento, che il Premier ha cercato di spiegare che con la revisione della rendita catastale è stata fatta un’operazione per riequilibrare il carico fiscale, poiché vi sono tante persone che pagano troppo e tante altre che pagano meno di quanto dovuto. Dunque semplice giustizia sociale.

Ma dalle parole a passare ai fatti è sempre molto difficile, infatti qualunque aumento si ipotizzi, in questo periodo di inflazione con i prezzi alle stelle e gli aumenti dell’energia e gas raddoppiati, verrebbe percepito malissimo e sarebbe difficile da sostenere. C’è, infatti, chi parla ancora della solita patrimoniale sulla casa mentre la Lega è contraria a qualsiasi aumento, in particolare degli estimi catastali.

La riforma del catasto, prevista dalla Legge Delega fiscale, si annuncia come uno dei prossimi nodi che la maggioranza dovrà sciogliere in fretta. Tanto che il centrodestra chiede di cancellarla e il centrosinistra addirittura di rafforzarla. Chi fa davvero gli interessi dei cittadini?

Già dalle prossime settimane i partiti che sostengono il Governo di Draghi entreranno nel merito della discussione, che fino ad oggi in Commissione Finanze alla Camera ha visto solo schermaglie con la presentazione degli emendamenti da parte di tutti.

Il tetto dei contanti torna a 2.000 euro. Scenderà a mille euro da gennaio 2023.

Dopo l’esperienza in Parlamento per la bocciatura della norma sul tetto del contante nella conversione del D.L. Milleproroghe, si vorrebbe non entrare nel merito dell’esame dei 450 emendamenti che sono stati presentati onde evitare ulteriori sorprese.

Almeno fino a quando non verrà trovata un’intesa con Mario Draghi, che non intende arretrare sull’aggiornamento di estimi immobiliari di atavica memoria. Certo è che da parte di tutti si auspica che la riforma venga fatta, almeno per garantire una prospettiva di crescita, equità e semplicità ma il dubbio rimane.

Milano – La fila per il cibo dei nuovi poveri.

D’altronde ai cittadini non interessano i tecnicismi. Gli italiani sono ormai da troppo tempo vessati da un aumento del costo della vita che non è proporzionale al proprio reddito.

Se poi ipotizziamo un aumento delle tasse e degli estimi catastali, il risultato di un’implosione sociale appare più che evidente. Allora sarebbe inutile cercare di fermare una scontata ondata di populismo, anti governativo, che cavalchi le frustrazioni ed i sentimenti popolari, con discorsi filosofici privi di riscontro sociale.

Ma il pericolo è anche un altro: non mancherebbero certamente i partiti che ne approfitterebbero per cavalcare la protesta, slegandosi da qualsiasi maggioranza o coalizione. Attenzione, dunque, a non tirare troppo la corda.

Le riforme previste nel Pnrr

In ogni caso la riforma fiscale è ormai indifferibile, non foss’altro per un obbligo derivante dal Pnrr. In sintesi all’unità immobiliare verrà attribuito un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico, per il corretto classamento degli immobili.

Tali informazioni, però, non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né, comunque, per finalità fiscali. Sembra una chimera ma l’arcano è presto svelato: le informazioni che verranno inserite nel catasto dei fabbricati potranno essere disponibili a partire dal 1° gennaio 2026. In sostanza ancora un po’ di ossigeno per tre anni.

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