Calo della libido: tutta colpa del Covid

Ne sanno qualcosa le aziende che fabbricano profilattici. In un primo momento le imprese si erano illuse che grazie alle restrizioni casalinghe la vendita dei condom potesse raggiungere numeri da capogiro ma è accaduto il contrario. Le incertezze del futuro e il calo delle nascite hanno allontanato le coppie, piuttosto che unirle. Speriamo che una volta imboccata la strada della normalità la situazione possa migliorare.

Roma – Non c’è alcun comparto dell’economia che sia sfuggito agli artigli rapaci dell’Attila del XXI secolo, il terribile Covid-19. Quello originale è passato alla storia perché dove passava lui non cresceva più l’erba, a testimoniare la sua ferocia. Questo attuale, oltre che provocare morti, ha sortito effetti negativi in tutti i settori delle attività produttive.

Non è sfuggito a questo sconveniente destino nemmeno il mercato dei condom. Forse i consumatori avranno usato altre forme di anticoncezionali ma il crollo, rispetto al periodo pre-Covid, è stato verticale per essere spiegato solo con l’aumento delle alternative.

La Karex, azienda tra le più grandi per dimensioni nella produzione di profilattici con sede in Malesia, ha reso noto alla stampa che da quando la pandemia si è diffusa a livello globale, ha subito un calo del 40% nella produzione.

Per rendersi conto dei numeri di cui stiamo parlando, il gruppo Karex produce circa 5,5 miliardi di preservativi all’anno distribuiti poi in 140 Paesi nel mondo. Il suo concorrente principale, Thai Nippon Rubber con sede in Thailandia, si avvicina ai 2 miliardi.

L’immaginazione galoppante ci ha portato a pensare che restando chiusi in casa per le note vicende, sarebbero aumentati i rapporti sessuali. Ed invece con tanti problemi sul groppone si è verificata una caduta verticale della libido, altro che maggiori possibilità di fare all’amore. Inoltre la vita sociale molto limitata ha contribuito all’aumento della statistica.

Gli uffici marketing delle aziende in questione ci hanno informato che le perdite sono state contenute per la crescita della vendita di altri prodotti, tipo i lubrificanti. Nell’ultimo periodo pare che ci sia stato un risveglio e le aziende sono quasi ritornate a pieno regime. Ma il decremento nella produzione non è dovuto solo alla congiuntura sfavorevole. Il calo parte da lontano.

Secondo una ricerca condotta da Iri Research, Istituto di ricerche industriali, il settore era in decrescita già prima dello scoppio della pandemia. I motivi principali possono essere ricercati fondamentalmente in tre aspetti: maturità posticipata delle nuove generazioni; alternative di contraccezione; social media che distraggono i più giovani.

Ogni anno l’azienda Match.com, specializzata in incontri online con siti web che sono diffusi in oltre 50 Paesi in dodici lingue con sede a Dallas Texas, pubblica un rapporto dedicato ai single statunitensi. Ebbene nell’ultimo i 2/3 degli intervistati hanno dichiarato di non essere favorevoli ad un rapporto sessuale durante i primi incontri.

Una particolarità questa molto simile ai risultati del rapporto: 2022 Coming Soon dell’Ufficio Studi Coop, su tendenze e consumi. E’ emerso che la maggioranza è più propensa, innanzitutto, a prendersi cura di sé o, in ogni caso, a cercare un equilibrio tra professione e/o lavoro e qualità della vita. Solo una minoranza ha ritenuto prioritario avere un compagno/a.

Questo tipo di ricerche sembrerebbero confermare il calo della vendita dei preservativi anche in Italia. Secondo i dati a disposizione l’anno scorso si è registrata una flessione del 10% rispetto ai periodi precedenti all’emergenza pandemica. Un altro dato significativo è il calo della natalità, legato anche a ragioni economiche e ai cambiamenti nella struttura sociale.

Infine per chiudere in bellezza, secondo uno studio a cura del Genk Institute for Fertility Technology, Istituto scientifico con sede in Belgio, il Coronavirus ha effetti negativi sulla fertilità riducendo del 37% il numero degli spermatozoi e la loro motilità.

Se per un attimo socchiudiamo gli occhi, dopo notizie di questo tipo, non può che raffigurarsi un futuro dispotico in cui la maggioranza della popolazione sarà formata da avatar e cyborg. Che spettacolo.                   

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