Easy, Free, Black, for Future, il venerdì cambia abito molto spesso e l’ultimo riguarda un giorno lavorativo poco impegnativo, senza pressioni di sorta né riunioni importanti. Insomma un giorno più leggero in cui si lavorerà mezza giornata prima del week-end. Prenderà piede anche da noi? Con l’aria che tira c’è da giurarci.
Roma – La società attuale ha una caratteristica fondamentale che, forse, la differenzia da quelle precedenti. Ogni tendenza che emerge, non importa dove, diventa subito moda dappertutto. E’ la volta dell’Easy Friday, il venerdì facile, un giorno lavorativo poco impegnativo, senza pressioni, senza riunioni importanti o addirittura ridotto a metà giornata. Farà il suo ingresso anche in Italia?
Si è iniziato col Free Friday, il venerdì libero, una tendenza del dress code professionale dalla fine del 20° secolo: uffici impongono un abbigliamento formale nei giorni lavorativi ad eccezione del venerdì, giorno in cui viene consentito un abbigliamento casual.
A seguire abbiamo conosciuto il Black Friday, il venerdì nero, negli USA il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento celebrato il quarto giovedì di novembre, che indica l’inizio della stagione dello shopping natalizio e dei relativi saldi.
Ed ancora al Friday for Future, il venerdì per il futuro, ovvero lo sciopero per il clima iniziato nel 2018 da Greta Thunberg ogni venerdì, da cui è sorto un movimento internazionale spontaneo e pacifico.
Ora è la volta dell’Easy Friday, il venerdì poco impegnativo, che si è diffuso prima negli USA per poi giungere anche in Italia.
La pandemia, come sappiamo, ha stravolto la vita lavorativa di molte persone. Chi ha avuto la fortuna di non perdere il lavoro si è trovato a lavorare a distanza, col lo smartworking. Altri si sono trovati a ripensare la propria professione e ad un cambiamento nella scala di valori tra vita privata e professione o mestiere.
Negli USA diverse aziende stanno sperimentando l’Easy Friday e la cosa sta lentamente insinuandosi anche nella mentalità italiana. In pratica l’ultimo giorno lavorativo della settimana il dipendente dovrebbe trovarsi in totale autonomia, senza stress, mettendo in secondo piano riunioni importanti o, addirittura, la possibilità di svolgere solo mezza giornata di lavoro.
Sarà, forse, una conseguenza dello smartworking, che si è stati costretti ad adottare durante il periodo del lockdown. Grandi e piccole aziende si sono trovate alle prese con un cambiamento che ha sconvolto l’organizzazione del lavoro. Da allora, infatti, il management aziendale sta guardando a nuovi modi di concepire i tempi di lavoro dei propri dipendenti.
I più ottimisti considerano l’Easy Friday, un tentativo da parte dell’azienda per andare incontro alle nuove necessità di tanti lavoratori che hanno messo in discussione la propria scala di valori. Inoltre un modo per mettere al centro degli interessi aziendali, il benessere mentale dei dipendenti.
Un proverbio contadino recita “Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima” ad indicare che non si offre nulla per non avere niente in cambio. Soprattutto se questi benefits vengono offerti dalle aziende. E’ solo un modo, intelligente forse, per aumentare la produttività ed il rendimento dell’impiegato. I numeri, comunque, non fanno che confermare questa andazzo.
Negli USA, da aprile ad oggi, oltre 20 milioni di lavoratori si sono dimessi per cambiare vita. Anche l’Italia si è dimostrata sensibile all’argomento. D’altronde qualsiasi cosa provenga dagli Stati Uniti per noi è vangelo, prima o poi viene imitata.
Sono circa 500 mila le persone, infatti, che hanno deciso di recidere i ponti col proprio lavoro, a conferma di come il tasso di soddisfazione dei lavoratori nel nostro Paese – il 5% secondo una ricerca della società statunitense di consulenza e ricerca Gallup – sia tra i più bassi del mondo.
Del resto Accenture, multinazionale irlandese che nel nostro Paese ha 18 mila dipendenti, ha deciso di adottare l’Easy Friday, lasciando liberi i lavoratori di gestirsi come meglio credono.
Un’altra azienda, invece, la PA Advice, ha deciso che il venerdì è interamente libero e da settembre ha inserito la settimana corta, passando da 40 a 36 ore, senza riduzione di stipendio.
Poi abbiamo un esempio di gestione autonoma del lavoro, al momento più unico che raro. La Hewlett Packard Enterprise ha organizzato il lavoro dei propri dipendenti sulla massima flessibilità basata sugli obiettivi e la fiducia reciproca.
In questo modo ogni lavoratore programma in autonomia il proprio turno. Sono tutti tentativi che dimostrano una certa vitalità delle aziende, orientata verso notevoli cambiamenti nel mondo produttivo.