Lo scopo è azzerare le emissioni nocive spazzando via i carburanti come benzina e gasolio ma anche le auto ibride, dopo che se n’è fatto un gran parlare. Insomma il futuro sembrerebbe delle auto elettriche ma le infrastrutture per ricaricarle? Solo nelle autostrade e in città le colonnine non bastano di certo ed ecco che il progetto vacilla.
Roma – Lo scorso mese di luglio la Commissione Europea ha presentato Fit for 55, un piano per azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050 e ridurle del 55% entro il 2030. La stampa mainstream ha espresso manifestazioni di giubilo verso l’European Green Deal proposto.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, ha dichiarato entusiasta “…Stiamo facendo da apripista per un’economia pulita…Il principio è sviluppare una nuova strategia di crescita verso un’economia decarbonizzata…”.
Le possibili ripercussioni sociali che ricadranno sull’industria, trasporti e riscaldamento saranno sostenute da un fondo sociale europeo per sostenere le famiglie a basso reddito. Inoltre al centro del progetto sul clima la Commissione ha posto l’accelerazione al passaggio verso le energie rinnovabili. In questo quadro è stata pensata la proposta di porre fine alla vendita di auto a benzina dal 2035.
Ursula von der Leyen Presentazione del progetto Fit for 55
Per raggiungere lo scopo sarà finanziato un fondo sociale per il clima che fornisca finanziamenti agli Stati membri per investire nell’efficienza energetica nei sistemi di riscaldamento e nella mobilità. Il fondo sarà sostenuto da nuove tasse sui carburanti che forniranno introiti per 70 miliardi di euro in 7 anni. Quindi, più tasse sui carburanti e meno su elettricità.
Proteste e critiche da parte dei costruttori di auto, com’era prevedibile, perché si sentiranno mancare la terra sotto i piedi. L’obiettivo, tuttavia, non è azzerare l’emissione di CO2 in assoluto ma abbattere le emissioni nette. Ovvero emettere meno anidride carbonica di quante la natura e le opere artificiali dell’uomo, come ad esempio i sistemi di cattura del carbonio, siano in grado di assorbire. In modo da poter raggiungere la cosiddetta neutralità climatica dell’economia europea.
Nel 2035 tutte le emissioni dei veicoli motorizzati dovranno scendere a zero. Si dovrà, quindi, eliminare benzina, metano, GPL o ibrido: saranno ammessi solo veicoli integralmente elettrici. E poi ha visto la luce l’attesa riforma dell’ETS, Emission Trading System. Ci riferiamo al mercato di CO2 all’interno dell’Eurozona, in cui le grandi aziende comprano o scambiano il diritto di emettere una certa quantità di CO2, di cui non possono eccedere una certa quota.
Ora, con la riforma, questo mercato è stato esteso al trasporto aereo di merci e persone, per le quali, finora erano a disposizione quote gratuite. Inoltre, creare ETS separati per il trasporto marittimo e quello su gomma. L’obiettivo sarà quello di incentivare a cambiare auto. Ai meno abbienti saranno offerti contributi di solidarietà o dovranno utilizzare maggiormente il trasporto pubblico, meno sfavorevole all’ambiente.
Ovviamente, una rivoluzione del genere non potrà essere realizzata senza una presenza massiccia di colonnine per la ricarica di energia elettrica. L’idea è di installare stazioni di servizio elettriche con almeno 300 Kw ogni 60 chilometri entro il 2025 e con almeno 600 Kw entro il 2030 nella rete principale. E’ molto probabile che le strade minori non vengano per il momento ipotizzate, o, forse, posticipate al 2035.
Con somma gioia dei residenti in queste zone, che quando dovranno ricaricare la propria auto saranno costretti a sorbirsi decine di km per fare il pieno, con aumento dei costi, di spreco e di tempo. La rivoluzione riguarderà anche il riscaldamento domestico, per il quale avere un impianto obsoleto costerà di più. L’intento è sempre quello di incentivare la transizione verso sistemi più efficienti. Le famiglie più vulnerabili saranno supportate dagli Stati per essere protette dalla povertà energetica.
Va da sé che l’Europa ha intenzione di elargire aiuti per i più bisognosi. L’augurio che possiamo farci è di non toccare il fondo, ma di andare a fondo del progetto. Una volta per tutte.