I contributi europei come marmellata

Il fotovoltaico sembra l’affare infinito atteso che in Sicilia, almeno sulla carta, dovrebbero insistere centinaia di impianti di trasformazione ecologica dell’energia solare in corrente elettrica. La verità è che si mira ai soldi sporchi e non a fare impresa in maniera pulita.

Messina – I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno scoperto una strutturata frode ai danni del bilancio dell’Unione Europea e della Regione Siciliana. I militari hanno eseguito una misura cautelare personale nonché il sequestro del profitto illecito pari a 180 mila euro, oltre ad un impianto fotovoltaico del valore oltre 230 mila euro. Denunciate tre persone: un imprenditore e un ingegnere messinesi e una imprenditrice catanese.

L’operazione conferma l’attenzione della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto e della Guardia di Finanza peloritana, quale forza di polizia a competenza generale in materia economico-finanziaria, alla sempre più necessaria tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea e di quelli nazionali, recuperando ingenti risorse indebitamente sottratte alle finalità di interesse pubblico, per le quali erano state originariamente destinate.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle della Tenenza di Patti, coordinate dal sostituto procuratore Emanuela Scali, sviluppavano complesse investigazioni su una frode internazionale finalizzate ad intercettare illegalmente contributi pubblici, comunitari e regionali, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Regione Sicilia 2007/2013, in relazione alla realizzazione di un impianto fotovoltaico nel territorio di Montalbano Elicona in provincia di Messina.

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