Ci voleva anche la serie televisiva più violenta del secolo. Un gioco al massacro con tanto di premio finale. Poi ci meravigliamo quando accadono tragedie aberranti con massacri di persone o, peggio, di bambini innocenti. Questi giochi, comunque diseducativi, dovrebbero essere oscurati. L’umanità ha bisogno di ritrovare i più autentici valori ideali, a vantaggio soprattutto delle giovani generazioni.
Negli ultimi tempi sta spopolando su Netflix (servizio di streaming che offre una varietà di serial tv, film e documentari) una serie televisiva dal titolo Squid Game, tradotto letteralmente il gioco del calamaro. E’ la storia di un gruppo di persone che rischiano la vita in un mortale gioco di sopravvivenza. In palio c’è un montepremi di circa 33 milioni di euro.
Si tratta di una serie a episodi di una violenza sanguinosa fine a sé stessa da sfociare spesso nel cattivo gusto e nel sensazionalismo, a metà tra i videogiochi d’azione ambientati in location ostili, il noir ed il thriller psicologico. Una cruda allegoria della società attuale profondamente divisa tra vincenti e perdenti. Annullati valori quali altruismo, solidarietà, empatia perché ostativi nella corsa al successo. Si attua una vera e propria legge della giungla, una sorta di “mors tua, vita mea!“.
La serie, per ovvi motivi, è stata vietata ai minori dei 14 anni per il linguaggio che usa e per la violenza messa in scena. Ma è difficile che con lo sviluppo così capillare della rete la fama della produzione non arrivi ai più piccoli di 14 anni. Scatenando un fenomeno paradossale.
Molti pur non avendo vista nessuna puntata intera, ma solo qualche trailer di passaggio e per averne sentito parlare dai più grandi, propongano ai compagni di classe qualche gioco semplice, tipo lo schiaffo del soldato o simili, inserendo come pena non certo il massacro ma, ad esempio, la presa in giro collettiva per alcuni minuti. Apriti cielo: si è scatenato un vero e proprio putiferio.
Le maestre che chiedono spiegazioni ai genitori per sapere chi ha avuto l’idea, le chat delle mamme diventano bollenti per l’eccessivo numero di articoli postati in cui viene esposto il grave tentativo di emulare la vera serie televisiva. Seguono interrogatori del malcapitato bambino con continue richieste di spiegazioni.
Ma come ha ben espresso una lettera pubblicata su mamme.it, in cui emerge un momento di lucida riflessione “…Invece di vietare senza offrire una spiegazione, aumentando il desiderio della cosa proibita, non sarebbe meglio spiegare di cosa si sta parlando e il messaggio che vuole dare?..”.
Nella lettera vengano fatte alcune osservazioni molto sagaci. Ne ricordiamo alcune. I bambini non devono vivere in un ambiente ovattato, in cui non arrivi il sentore di ciò che succede nella vita reale. Tenerli protetti da un mondo che sta viaggiando a velocità supersonica, è come farli sentire estranei e disorientati, annullando loro la consapevolezza di quale sia il contesto.
E poi diciamo le cose come stanno: da quale pulpito viene la predica! Quante mamme che hanno lanciato l’allarme, poi trascorrono la maggior parte del loro tempo sui vari social e lo stesso permettono ai loro figli? Per non parlare di quelle che scimmiottano le influencer e postano commenti che esaltano il vuoto, il nulla di valori e di contenuti.
Ma poi in fin dei conti cosa racconta Squid Game? Narra di un gruppo alla disperazione che non ha più nulla da perdere, oberato di debiti, disposto a tutto, anche a morire, pur di non soccombere nella propria condizione. Ognuno di noi spera di non vivere un incubo del genere, ma non è quello che accade nella realtà e che ci fa girare dall’altra parte?
Perché è la disperazione che spinge a tanto, è non avere alcuno appiglio a cui aggrapparsi che provoca violenza e crudeltà. Alla fine questo serie televisiva è lo specchio della nostra società, in cui la divisione tra i perdenti ed i vincenti è netta e attraverso la quale si codificano i gruppi sociali.
E’ chiaro che in condizioni normali un bimbo non può assistere ad uno spettacolo del genere, se prima non gli vengono spiegati alcuni concetti. Squid Game, in realtà è la fotografia estremizzata dei nostri tempi, dove esiste una forte disuguaglianza sociale e, a volte, si può arrivare a gesti estremi. E’ un affresco aspro, crudele, inesorabile del capitalismo contemporaneo, ma che si avvicina molto alla verità.