Letta: l’1% per i giovani. Draghi: mi faccia il piacere

Intanto il segretario del Pd ha giocato la carta e ci riproverà alla prossima occasione propizia. L’idea potrebbe anche andare ma come si può finanziare un vantaggio economico per i giovani toccando le tasche sempre ai più ricchi?

Roma – Qualche giorno fa Letta aveva lanciato una proposta shock su una sorta di patrimoniale in favore dei diciottenni lo stesso giorno in cui il Presidente del Consiglio spiegava alla stampa l’ultimo decreto “sostegni”.

Strana coincidenza. Draghi, bontà sua, ha stoppato la proposta delle “dote” ai diciottenni prelevata dalle successioni più ricche ripetendo, per la seconda volta, che questi non sono i tempi per chiedere soldi ai cittadini ma di darli. Ci chiediamo: quando verrà il tempo per chiederli? Ottobre prossimo quando il Fisco, al netto della riforma, batterà di cassa come e più di prima?

Draghi e Letta

Nello stesso tempo venivano divulgati i sondaggi che vedono proprio il Pd perdere quota mentre Lega e Fratelli d’Italia, più questi ultimi a dire la verità, progressivamente avanzano. A proposito, togliamoci il dubbio: il sondaggio è antecedente alle dichiarazioni di Letta dunque niente interazioni fra idee balzane e decremento dei numeri.

Del resto il segretario del Pd aveva chiesto un giusto aiuto per gli appena maggiorenni, per i loro studi, per un lavoro e una casa. Tale finanziamento, ancora giustamente, non doveva ricadere sul già stratosferico debito pubblico ma prelevando i fondi su altri capitoli di spesa.

Enrico Letta, qui sbagliando in maniera madornale, avrebbe attinto i soldini per i diciottenni dalle tasse di successione più alte, appannaggio dei più ricchi e facoltosi cittadini, grattandone l’1%. Il segretario dei Pd, forse convinto di un qualche accoglimento della proposta almeno da parte di Draghi, avrebbe anche spiegato su Twitter il meccanismo del nuovo balzello:

“…Si tratterebbe di una dotazione di 10.000 euro per garantire, alla generazione che più ha pagato per il Covid, un’opportunità di formazione – scrive Letta – l’impegno in attività economiche e la possibilità di andare a vivere per conto proprio…”.

Appena formulata la brillante idea, che ripetiamo poteva anche andare bene se finanziata senza aggiungere altre tasse, Mario Draghi ha bocciato il suggerimento gelando il proponente:

“...Non ne abbiamo mai parlato, non abbiamo mai valutato l’ipotesi – ha detto il premier ai giornalisti – ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli…”.

Una frase che, come abbiamo detto, inquieta forse più della “sparata” di Letta perché è molto chiara e divisa in due periodi: quello del dare e quello dell’avere. Nel contempo anche i partiti hanno voluto dire la loro e il primo è stato Forza Italia:“…Con noi al governo Letta si scordi un aumento delle tasse...”.

Roberto Occhiuto

Gli azzurri hanno chiarito anche che “la tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni, non si attua mettendo le mani nelle tasche degli italiani, ma con una adeguata programmazione di bilancio”.

In questo preciso momento, del resto, proporre un progetto di legge, come sempre è stato fatto, attraverso l’aumento della pressione fiscale appare davvero assurdo se non peggio:”…Quella di Letta è un’idea non percorribile da questo governo di unità nazionale – ha detto Roberto Occhiuto di FI che ha come obiettivi il superamento dell’emergenza sanitaria ed economica…”.

Poi è stata la volta di Matteo Salvini. Troppo ghiotta l’occasione per rimanere in silenzio:

“… Anche in questa circostanza c’è piena sintonia con il Premier Draghi – ha scritto il leader del Carroccio su Twitter – e se c’è una cosa di cui l’Italia non ha bisogno è quella di nuove tasse...”. Anche l’opposizione elogia Draghi per come ha risposto a Letta e Giorgia Meloni ne approfitta per coniare un nuovo slogan: “…Meno tasse e burocrazia, più libertà d’impresa – scrive anche lei su Twitter – questo è ciò che serve all’Italia per rialzarsi e se il governo seguirà questa strada troverà il sostegno di Fdi...”.

Salvini e Meloni

Molto critica anche Italia Viva che, con il capogruppo al Senato Davide Faraone, definisce la proposta del Pd “fuori dal mondo”. Nonostante le dichiarazioni contrarie e ben sapendo come siamo messi Letta non molla e rincara la dose con la solita dietrologia vecchia maniera:“…Noi mettiamo i giovani al centro della nostra azione, sono loro la parte più colpita dalla pandemia: quei giovani delusi e in difficoltà...”.

Muti come pesci i grillini, forse troppo impegnati a parlare di soldi con l’associazione Rousseau. Di contro Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, definisce la reazione di Draghi “disarmante”. Alcuni esponenti di Base Riformista, una corrente dem, invece esprimono grande preoccupazione davanti alla dichiarazione di Letta, che fa apparire ancora il Pd come il partito delle tasse. Come se non fosse vero.

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