La scena del Crimine: per capire con cognizione di causa. E per non farci ingannare dallo spettacolo – 18 –

Dopo aver parlato in maniera esaustiva di alcol, tasso alcolemico, smaltimento organico di bevande alcoliche e degli effetti nefasti che queste comportano in numerose circostanze, passiamo all’analisi di un ipotetico omicidio, di quelli che accadono in maniera drammatica tra le mura domestiche.

Abbiamo discusso in una delle precedenti puntate, che è bene rivedere, sulle modalità e i tempi di assunzione e smaltimento delle bevande alcoliche, sottolineando che con una sola determinazione o anche due, è matematicamente impossibile stabilire quale fosse l’effettivo stato alcolemico del principale indagato al momento dell’evento delittuoso.


Costruiamo assieme un ipotetico omicidio avvenuto tra pareti domestiche e cerchiamo di capire quale siano le problematiche sottese in caso di accertamento di un elevato tasso alcolemico in capo ad un indagato o al presunto aggressore. Gioco forza è immaginarsi il presente scenario.

La vittima è riversa sul pavimento della camere da letto con la gola squarciata da un fendente. V’è un coltello da cucina imbrattato di sangue ove i RIS ritroveranno tracce di DNA del/della deceduto/a assieme alle tracce di DNA del consorte e profili misti non identificabili. E’ presente sulla scena del crimine il consorte anch’esso imbrattato di sangue e in stato di alterazione etilica.

Anche la puntata inerente gli algoritmi è utile ripassare, essa ci condurrà, ragionando su questo ipotetico evento, ad una ipotesi omicidaria in capo ai DNA presenti. L’autopsia, con una certa approssimazione stabilirà l’ora della morte.

La prima cosa che ci suggerisce la consuetudine e i mass-media è che, l’ubriaco in preda ai fumi dell’alcol e dopo un ennesimo litigio, si sia accanito sulla vittima. Ma è andata proprio così?
In realtà questo scenario, apparentemente semplice, ammette varie interpretazioni tutte ugualmente ragionevoli, elenchiamone alcune, ce n’è ancor di più, ma le facciamo intuire al lettore:

  1. L’aggressore torna a casa ubriaco, litiga con l’aggredito/a per futili motivi, si munisce di un coltello e aggredisce, poi cerca di organizzare le idee e chiama le forze dell’ordine (curva rossa nel diagramma di Widmark);
  2. L’aggressore, alterato ma sobrio, torna a casa, litiga con l’aggredito/a per gelosia e l’accoltella, poi in preda al rimorso si ubriaca, infine chiama la polizia (curva marrone nel diagramma di Widmark);
  3. L’indagato torna a casa sobrio, trova il/la consorte riversa sul pavimento, in preda a uno stato di stress emotivo tenta di soccorrere la vittima, incurante che si imbratterà di sangue poi, in preda allo stato di agitazione, prima chiama le forze dell’ordine e poi, scorato, si attacca alla bottiglia (curva verde nel diagramma di Widmark);
  4. L’indagato torna a casa sobrio, trova il/la consorte riversa sul pavimento, in preda a uno stato di stress emotivo tenta di soccorrere la vittima, incurante che si imbratterà di sangue, poi, in preda allo stato di agitazione, si attacca alla bottiglia e successivamente chiama le forze dell’ordine (curva blu nel diagramma di Widmark).
  5. Ecc.

Suggestivamente il tasso alcolemico gioca sempre a sfavore del principale indagato ed anche per gli inquirenti. Tuttavia, si tratta in primis di stabilire l’intervallo temporale tra aggressione e morte (compito dell’anatomopatologo) e l’arrivo delle forze dell’ordine che, dopo aver isolato la scena del crimine effettueranno i rilievi alcolemici, sempre ammesso che ne facciano almeno un paio a distanza di alcuni minuti uno dall’altro. Ci troveremo di fronte a una serie di problematiche interpretative.

Poniamo che i prelievi siano localizzabili temporalmente a 45 minuti dalla morte della vittima (freccia blu-rossa) osserveremo che se i due valori sono discendenti (curva rossa) l’indagato era ubriaco prima dell’evento luttuoso, se i valori sono ascendenti (il valore superiore si ha con la seconda lettura) l’ubriacatura è avvenuta tendenzialmente dopo l’evento.

Se l’indagato era sobrio e racconta ai Tutori dell’Ordine di averla trovata morta, la prima cosa che dovrebbero fare gli inquirenti è escludere o includere un’ipotesi di furto andato male (il ladro viene scoperto, la vittima reagisce con un coltello cercando di allontanare l’aggressore, ne nasce una colluttazione), con il malvivente che si dilegua e in seconda battuta indagare sul passato della vittima, come problemi di droga, relazioni al di fuori del matrimonio, ecc.

Come vedete le cose non sono mai semplici e non si deve mai dare tutto per scontato. Se poi l’intervento delle Forze dell’Ordine avviene dopo un’ora e mezza dal decesso (Vedi freccia Giallo-blu), anziché 45 minuti, non è dato sapere se l’assunzione sia avvenuta prima o dopo il delitto, fatte salve ulteriori indagini da svolgersi presso i luoghi abitualmente frequentati dall’indagato come bar e pub.

Le prossime puntate riguarderanno l’Autopsia e una sintesi di quel che abbiamo fino ad ora discusso e acquisito.


… continua …

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