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La scena del Crimine: per capire con cognizione di causa. E per non farci ingannare dallo spettacolo – 17 –

Continuiamo a insistere sull’alcolemia, sui sistemi di rilevamento e di misurazione delle quantità perché rappresentano parametri importanti per valutare, in sede di indagine, elementi fondamentali per giungere alla verità in caso di omicidio e non solo. Ci accorgeremo che le variabili sono numerose e ognuna di queste può portare a conclusioni diverse.

Se i due valori rilevati sono crescenti possiamo inferire che tali misure sono relative al tratto ascendente della Curva di Widmark e, quindi, il tasso alcolemico al momento dei fatti era sicuramente inferiore a quanto è stato rilevato nella prima misura, a meno che detta misura sia avvenuta, come s’è detto nell’immediatezza dell’evento.

Facciamo un esempio. L’evento si è verificato alle ore 10.00, la Polizia Stradale o i Carabinieri sono intervenuti alle 10.25 ed hanno effettuato il palloncino (es. alle 10.30), ossia hanno rilevato il tasso alcolemico del presunto colpevole 0,65 g/l. Effettuano una seconda misura alle 10.40-10.45 e i tutori dell’ordine rilevano 0,8 g/l.

Ricordando che l’incidente è avvenuto alle 10.00: è possibile affermare che a quell’ora il tasso alcolemico era inferiore ai limiti di legge, con un valore di 0,2-0,3 g/l. E ciò vale anche se l’evento, come si è detto, si è verificato entro le pareti domestiche e sono stati i vicini che, cogliendo le urla del/della malcapitato/a, hanno invocato la presenza delle forze dell’ordine, le quali saranno intervenute decine di minuti dopo l’allertamento.

Nel caso opposto, ovvero se la seconda misurazione rileva un valore inferiore, si è nel tratto discendente della Curva di Widmark, quindi è possibile ipotizzare che il tasso alcolemico fosse superiore a quanto rilevato nella prima delle due misurazioni.

Per tutte le ragioni sopra esposte è anche opportuno conoscere le modalità e i tempi di assunzione da parte dell’ipotetico offensore, mediante testimonianza o prove oggettive, al fine di poter valutare correttamente l’andamento temporale dei livelli alcolemici, correlandoli con la scena del crimine e con l’eventuale esame autoptico a cura dell’anatomopatologo, nei casi in cui si fosse verificata la morte dell’offeso/a (es. ora del presunto decesso).

(Foto Ansa)

Va inoltre ricordato che le modalità dei prelievi e di conservazione del sangue prelevato giocano un ruolo fondamentale e vanno attentamente considerate ai fini della corretta determinazione del parametro ematico esistente nell’immediatezza dell’evento delittuoso.

È anche possibile che il valore alcolemico sia alterato da un tipo di provetta non idoneo e, se la prova di laboratorio è ritardata rispetto al prelievo, il risultato potrebbe non essere corrispondente al vero.

Un inciso. In caso di prelievo post mortem si deve inoltre considerare la formazione di metaboliti e le fermentazioni degli zuccheri che possono alterare il risultato numerico.

Comunque è meglio non bere, né fumare “roba”, né impasticcarsi, per il rispetto che si deve alla vita altrui e per non complicarsi la vita in quanto, in ogni caso, ricostruire l’esatto valore alcolemico posseduto al momento dell’evento è complicato – anche se non impossibile.

Nelle aule di Giustizia e negli uffici legali delle compagnie di Assicurazione la “suggestione” delle misure ottenute di primo acchito dalle forze dell’ordine sono condizionanti, ossia la fanno da padrone, anche se, invero, la dinamica biologica legata al “ciclo assunzione-smaltimento” dell’alcol potrebbe giocare in certi casi a favore dell’indagato.

…continua….

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