Adesso tutti rimpiangono l’Afghanistan e ciò che si poteva fare e non è stato fatto, Probabilmente il presidio non andava smantellato con i Talebani ancora attivi e per nulla sconfitti. Adesso il danno è fatto nella considerazione che larga parte della popolazione afghana, forse per pura o forse no, ha accolto i criminali senza opporre resistenza. La politica italiana si è svegliata dal torpore estivo e propone soluzioni.
Roma – Il golpe dei Talebani era annunciato. Ma si è manifestato in tutta la sua brutalità mentre quasi tutta l’Italia è al mare o in montagna. Dunque un po’ più attenuato ma la situazione dell’Afghanistan, e del suo futuro, ci riguarda tutti e da vicino.
Riguarda l’Europa, l’Inghilterra e, soprattutto, gli Stati Uniti di Biden che hanno deciso di mollare gli ormeggi e andare via. Lasciando vent’anni di presidio alle ortiche. Con tutto quello c’è costato in ordine di vittime e soldi.
Ci riguardano anche i rapporti che, da oggi, dovremo istaurare con chi ha aiutato i criminali islamisti a conquistare un Paese che già avevano ridotto in schiavitù. Che dire a Turchia, Cina e Russia? Li vedremo ancora con lo stesso occhio? Non sono forse loro i primi guerrafondai per i più biechi motivi d’interesse? Vabbè, si vedrà. Adesso è il momento delle accuse, delle responsabilità che rimbalzano dall’America all’Europa, l’ora dei rimbrotti e dei “non dovevamo lasciare”, “li abbiamo illusi”, “li abbiamo abbandonati“.
Macchè. Il governo afghano è fuggito come avevano fatto Vittorio Emanuele III e il generale Badoglio pensando alla propria pellaccia e a quella dei loro cortigiani, abbandonando il popolo al peggiore destino. La storia si ripete e la popolazione locale, in larga parte, ha augurato il benvenuto ai terroristi che hanno subito preso possesso dei luoghi strategici della capitale e degli altri territori mentre è ancora ressa in aeroporto dove migliaia di afghani non intendono rimanere nel loro Paese ormai quasi per intero nelle mani degli aguzzini neri.
Da noi la politica sonnecchia ma la tragedia di Kabul è servita per farla risvegliare dal torpore ferragostano. Alla carica il Pd che propone l’attivazione di corridoi umanitari per permettere al maggior numero di profughi di salvarsi. Gli eurodeputati democratici hanno scritto alla presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e all’Alto rappresentante Josep Borrell per chiedere una riunione straordinaria del Consiglio Ue con un ordine del giorno categorico: salvare la popolazione (soprattutto donne e bambini) che non intende rimanere sotto il regime talebano.
Anche Mario Draghi ha garantito l’impegno dell’Italia che sarà al fianco dei Paese dell’Ue per:”…Proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione e per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne...”. Ma non sono tutte rose e fiori: l’Austria ha deciso per la linea della tolleranza zero. Non permetterà ai profughi afghani di mettere piede a Vienna e dintorni.
“…L’Europa deve assumere un ruolo decisivo, insieme alla comunità internazionale, davanti alla riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, con le terribili conseguenze interne al Paese e quelle esterne sull’assetto della regione e degli equilibri internazionali – scrivono gli europarlamentari democratici – vi chiediamo pertanto un’azione decisa e coraggiosa, forte nell’emergenza di queste ore e lungimirante per il futuro di quel Paese e di quella regione…L’Europa non può essere inerte o pavida. Chiediamo un’iniziativa politica immediata, più ampia dell’intervento di evacuazione in atto, perché si abbia una risposta comune europea, convocando immediatamente un Consiglio europeo straordinario onde predisporre una proposta per creare canali di accesso e corridoi umanitari, con una particolare priorità per le donne, i minori e le famiglie...”.
Insomma anche gli altri partiti hanno detto la loro sulla gravissima situazione del popolo afghano tranne la Lega, impegnata in operazioni aeree in Calabria. Non per spegnere incendi o per creare un ponte umanitario con Kabul, piuttosto per distribuire dall’alto migliaia di bustine di plastica contenenti una mascherina e un’immaginetta elettorale. L’ideatore della furbata in elicottero sarebbe tale Leo Battaglia, candidato locale per il Carroccio, che ha scelto le spiagge del più bel tratto di mare calabro, quello che va da Roseto Capo Spulico sino a Rossano Calabro, per la sua campagna elettorale.
La genialata si sarebbe ripetuta per alcuni giorni e in altre zone turistiche piuttosto frequentate dove turisti e visitatori non avrebbero gradito affatto la brutta sorpresa. Mentre il mondo ha paura per i nuovi rigurgiti del terrore islamico c’è chi pensa a preparare la propria carriera politica senza farsi scrupoli. Questione di scelte