Il ricatto del Superbonus. Ma bravi davvero

Mentre il Covid continua a diffondersi nell’indifferenza generale, la guerra tra Russia e Ucraina prosegue, distruggendo quel welfare che si stava tentando di riequilibrare. Ma il governo sembra avere altre priorità. E nel frattempo lascia sul lastrico oltre 33mila imprese edili.

Roma – Sembra tutto inevitabile, ma di ineluttabile non c’è proprio nulla. È possibile arginare i fenomeni di mercato inflattivi, l’emergenza lavoro, i costi alle stelle e la povertà. Basterebbe rivedere le priorità del governo e i relativi stanziamenti pubblici, nonché adottare misure, anche a livello europeo, che individuino le criticità da affrontare con spirito unitario.

Prospettare nuove difficoltà non sempre serve, banalizzarle nemmeno. Ma allora perché non si adottano quelle misure che possono calmierare i prezzi degli alimenti e più in generale di beni e servizi?

Draghi, il premier tecnico che doveva risolvere i problemi, e Grillo, il leader che non c’é.

Uno Stato deve proteggere la propria comunità sofferente. Una seria politica economica è indispensabile, al di là delle opportunità offerte dal Pnrr. I cittadini stanno soffocando tra i problemi quotidiani. Il rischio è un distacco totale tra italiani ed istituzioni dovuto alla rassegnazione. L’insofferenza per la politica è a livelli altissimi. Come lo sono ormai i prezzi, schizzati alle stelle e senza controllo.

Nel frattempo Draghi cerca di disinnescare le eventuali mine di Conte, tessendo un rapporto personale con Grillo, il quale afferma prontamente che il M5s non abbandonerà il governo. Il premier tenta di fare opera di moral suasion sul fondatore dei pentastellati per defenestrare l’avvocato del popolo, inducendolo a dimettersi o sostituirlo.

Il sociologo Domenico De Masi

“…È indecente l’atteggiamento di Draghi – ha detto il sociologo Domenico De Masiho cercato di fare presente che vogliono tenerli nel governo per cuocerli a fuoco lento, in quanto sanno che in autunno con questa crisi, i poveri aumenteranno in modo sensibile. Il M5s sarebbe pronto a farsene carico, a difenderli, e facendolo riacquisterebbe consensi, ma non vogliono che questo accada…”.

Si comincia a comprendere quali coperture politiche e motivazioni reali abbia avuto l’operazione Di Maio. La prova di tutto ciò sta anche nella possibilità paventata dal primo ministro di bloccare la proroga del Superbonus del 110%.

Le criticità sono in apparenza dovute alla copertura delle misure. Ci sarebbe però la disponibilità dell’esecutivo a verificare la possibilità di allargare le maglie del meccanismo delle cessioni del credito, ampliandolo ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche.

A parole si vorrebbe salvare ilSsuperbonus, ma sembra una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Si è tentato di modificare in corso d’opera le regole per ottenere il bonus ma è stato un disastro che ha creato enormi problemi alle aziende. La giustificazione sarebbe che è stato reso inapplicabile per colpa delle frodi perpetrate, ma sembra inverosimile. Quando si scoprono delle frodi si perseguono i responsabili degli illeciti, non si modifica la legge.

Le truffe che vi sono state con il reddito di cittadinanza ne sono un esempio. Non si è pensato, in quel caso, di abolire la legge nell’immediatezza, ma solo modificarla in futuro alla luce dell’esperienza. Hanno forse proibito agli italiani di acquistare auto, quando si sono accorti che si frodavano le assicurazioni?

In questo caso, invece, a causa delle truffe viene tolto il bonus e bloccate le cessioni del credito. Il risultato? Ben 33 mila imprese medio piccole che si ritrovano crediti che non sanno se potranno essere riscossi, e debiti con banche e fornitori che determineranno il fallimento delle aziende. Il tutto per una mossa politica per tutelare le banche e spazientire i 5 stelle.

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