Festa della Repubblica. La speranza, nonostante tutto

Il Presidente Mattarella ricorda con grande puntualità che uno Stato è sì fondato su valori e ideali, ma non può farsi da parte quando tocca scendere in campo. L’invito accorato riguarda i fondi europei e le energie profuse per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza affinché non siano vanificati dalla minaccia mafiosa.

Roma – In occasione della 76° Festa della Repubblica Italiana il Presidente Sergio Mattarella ha inviato un messaggio diretto ai Prefetti d’Italia. Un breve accenno alla pandemia, qualche riferimento in più al conflitto russo-ucraino. Ma emerge soprattutto la necessità di proteggere il piano del Pnrr e i relativi fondi dalle attenzioni dei gruppi criminali.

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

Di esempi positivi in Italia ce ne sono, e il Presidente ci tiene a ricordarli. In tempi recenti è da evidenziare l’accoglienza dei profughi ucraini. Un fenomeno reso possibile dallo “…Straordinario impegno del sistema di Protezione Civile, delle Prefetture, delle istituzioni regionali e locali e di tutte le componenti sociali coinvolte...”.

Insomma, un “…Approccio coerente e virtuoso…” è possibile, quando gli organi del tessuto sociale cooperano senza interferenze nefande. Ed è proprio in questa direzione che Sergio Mattarella punta in alcuni passaggi.

“…Nel trentennale del Trattato di Maastricht, che ha segnato un’importante tappa nel progetto europeo – ricorda il Capo dello Statosiamo impegnati in un percorso che, con l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sta coinvolgendo in un processo di rinnovamento e sviluppo la società e le istituzioni…”.

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto

A tale proposito il messaggio mette in primo piano l’importanza dell’impegno “…Per la tutela della legalità e della sicurezza…”. Mala tempora currunt. Crisi di ogni tipo, su ogni fronte, economico, sociale, persino crisi internazionali e tensioni che sanno di Guerra Fredda. Anche per questo non si può abbandonare la lotta per una società più giusta.

Sembra quasi un beffardo scherzo del destino che la Festa della Repubblica cada tra gli anniversari della Strage di Capaci e della Strage di Via d’Amelio. Forse può essere un motivo in più per onorare le morti di chi ha dato la vita per la legalità.

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