Gli italiani potranno manifestare la propria volontà nei riguardi della giustizia rispondendo alle domande contenute sulla scheda. Si potrà conoscere altresì il parere dei cittadini sull’attuale situazione della magistratura. Quest’ultima non deve temere l’opinione dell’uomo della strada, anche se questa fosse negativa a seguito dei ripetuti scandali.
Roma – L’associazione nazionale Magistrati è contraria al referendum. Anzi, di più. L’argomento, per lo meno, è servito a risvegliare dal letargo e da una sorta di stordimento l’Anm dopo i tanti casi di corruzione, omissioni e abusi che hanno riguardato e riguardano numerosi esponenti della nostra magistratura.
Avrebbe avuto però un impatto meno dirompente se si fosse affrontato il problema etico con lo scopo di testimoniare la volontà di una categoria nello schierarsi contro tutti coloro i quali, con troppa leggerezza, hanno abusato di un ruolo pubblico con comportamenti sistemici perversi.
La posizione contraria al referendum, da parte del sodalizio che rappresenta i giudici, alimenta solo polemiche strumentali e dietrologiche, che fanno perdere di vista i veri problemi da affrontare in questo periodo pesantissimo per il comparto giustizia. La vibrante protesta, di contro, ha sortito anche un altro effetto nefasto ovvero ha dato l’impressione di volere difendere a tutti i costi una casta intoccabile.
Legittima la diversità di opinioni ma in questo momento storico attaccare il referendum, per altro costituzionalmente garantito, è sembrata più una risposta “pelosa” ai tanti attacchi subiti, anche nei vari programmi televisivi, che la risultante di idee contrapposte.
Dunque attenzione. Anche perché cosi facendo si potrebbe legittimare ancora di più un referendum che ha tutti i presupposti per essere “utilizzato” dalla politica non certo per gli scopi nobili con i quali è stato costituito lo strumento di espressione della volontà popolare.
Infatti affermare da parte del Presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, che portare avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo, sembra del tutto naturale.
Se non altro perché uno dei promotori, come la Lega, fa parte a pieno titolo del governo Draghi. D’altronde è evidente ed ovvio che si chieda il voto dei cittadini proprio per testare il gradimento della magistratura, su determinati quesiti, da parte degli italiani.
Peraltro in tutti i sondaggi l’apprezzamento della magistratura è in caduta libera. Ma per chiari motivi endemici, comportamentali e, comunque, per i comportamenti devianti di singoli magistrati. Il presidente Santalucia, però, rimane del parere che non solo è opportuno, ma necessario, difendersi dal referendum considerato un vero e proprio attacco a tutte le toghe d’Italia.
In sostanza il rappresentante dell’Anm è convinto che l’Associazione magistrati debba reagire per riequilibrare le posizioni di partenza, in quanto “…Prima ancora dei contenuti c’è una questione di cornice entro cui collocare l’azione riformatrice e come recita il nostro Statuto – afferma Santalucia – è compito dell’Anm dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali...”.
Scontata la reazione dei promotori delle consultazioni. Matteo Salvini definisce gravissime le dichiarazioni dell’Anm e senza mezzi termini risponde a quella che è sembrata suls erio una provocazione in piena regola: “..Il presidente dell’associazione magistrati attacca i referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ferma reazione? Parole gravissime. Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare…”.
Il Partito Radicale, per la posizione assunta dall’Anm, chiede l’intervento del Presidente del Csm Sergio Mattarella a difesa della Costituzione. Invece per Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S, le parole di Santalucia sono “condivisibili per la salvaguardia dei principi di autonomia e indipendenza dei magistrati”. Nel frattempo anche il Partito Liberale Europeo è entrato nel comitato promotore dei referendum sulla giustizia.
Comunque stiano le cose l’allarme lanciato dall’Associazione nazionale magistrati ha anche altri obiettivi che vanno verso altre direzioni non meno importanti. Infatti la preoccupazione più grande è un’altra: “…Se non si faranno concorsi in tempi rapidi si arriverà a vuoti d’organico di ben 2.000 magistrati ordinari negli uffici di merito nei prossimi due anni – ha detto Salvatore Casciaro, segretario del sindacato delle toghe durante il suo intervento in comitato direttivo centrale – con queste scoperture potrebbero rivelarsi, peraltro, non realistici gli obiettivi fissati nel Recovery fund, soprattutto con riferimento alla velocizzazione dei processi civili…”.
Insomma, referendum a parte, è necessaria una riforma che consenta anche di raggiungere l’obiettivo dell’abbattimento dell’arretrato nella misura del 40% in 5 anni, così come richiesto dall’Europa. Poi deve seguire un ammodernamento generale del settore ed altre norme che permettano di raggiungere il traguardo agognato da tutti i cittadini: una giustizia più giusta.