Sono tredici i grandi centri in cui oggi si tornerà al voto. Si spera che non si ripetano certi eventi incresciosi verificatisi durante la prima tornata e che “vincano” i migliori. L’astensionismo fa paura mentre gli italiani sono strozzati dagli aumenti.
Roma – Al primo turno nove capoluoghi sono andati al centrodestra, a cui si può aggiungere Messina in cui ha vinto il candidato di una lista civica, mentre tre sindaci sono di centrosinistra. Per quanto riguarda i ballottaggi, sette municipalità vedono in testa il centrosinistra: Alessandria, Cuneo, Como, Verona, Parma, Piacenza, Lucca, mentre cinque il centrodestra, Monza, Gorizia, Frosinone, Barletta e Catanzaro. Dopo la tornata elettorale del 12 giugno saranno dunque 13 i ballottaggi dei capoluoghi in programma questa domenica.
La partita più attesa è quella di Verona, dove il risultato finale potrebbe aprire una nuova fase di tensione fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la leadership del centrodestra. Nella città di Romeo e Giulietta la sfida è tra il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi, che al primo turno ha ottenuto il 39,8% dei voti, e Federico Sboarina, sindaco uscente di Fratelli d’Italia, fermatosi al 32,7%. Nessun apparentamento si è potuto realizzare con gli altri candidati.
Gli occhi del centrodestra sono puntati anche su Lucca, dove il sostegno di Casapound e negazionisti al candidato Marco Pardini, chiamato a recuperare lo svantaggio di nove punti sul dem Francesco Raspini, ha provocato reazioni e prese di posizione clamorose. Elio Vito, esponente di Forza Italia, ha deciso di protestare lasciando il partito e rassegnando le dimissioni anche da parlamentare.
Altra sfida importante quella di Alessandria tra il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, centrodestra, e il candidato di centrosinistra Giorgio Abonante. Al primo turno hanno portato a casa rispettivamente il 40,24% e il 42,04% dei voti. In Piemonte si vota anche a Cuneo dove Patrizia Manassero del centrosinistra con il 46,99% è in netto vantaggio su Franco Civallero, fermo al 19,84%. Anche qui nessun apparentamento con gli altri cinque candidati esclusi dal ballottaggio che hanno lasciato libertà di voto ai loro sostenitori.
Molto complicata per il centrodestra la partita di Parma. Qui al primo turno il candidato del centrosinistra, Michele Guerra, delfino di Federico Pizzarotti, ha preso il 44% forte dell’appoggio di una coalizione larga. Il suo avversario, l’ex sindaco Pietro Vignali, sostenuto da Forza Italia e Lega, si è fermato al 21%. Con il sostegno dichiarato da FdI vedremo se le cose cambieranno.
Anche a Catanzaro il centrodestra ritrova la compattezza al ballottaggio, dopo che al primo turno il partito di Giorgia Meloni aveva deciso di correre da solo con la propria candidata, Wanda Ferro. La sfida sarà con il candidato del centrosinistra Nicola Fiorita che ha ricevuto il 31,7% dei consensi.
Fra i tredici capoluoghi che tornano al voto solo in due città la sfida sarà esclusivamente tra donne. A Piacenza tra l’ex assessore Katia Tarasconi, che il 12 giugno ha raggiunto il 39,93%, e Patrizia Barbieri del centrodestra che ha ottenuto il 37,72%. A Viterbo Chiara Frontini, che ha ottenuto il 33,08%, si contende la poltrona di sindaca con Alessandra Troncarelli del centrosinistra.
A Frosinone Riccardo Mastrangeli, candidato del centrodestra, al primo turno ha ottenuto il 49,26% mentre il candidato del centrosinistra, Domenico Marzi, ha raggiunto il 39,13%. A Barletta, invece, sarà sfida fra il candidato del centrodestra, l’ex sindaco Cosimo Damiano Cannito che ha ottenuto il 42,2% e la candidata del centrosinistra, Santa Scommegna, che al primo turno ha raggiunto il 36,6%, non avendo il sostegno di Sinistra Italiana e M5s.
E mentre si riparla ancora di elezioni i prezzi dei carburanti sono arrivati alle stelle, guarda caso proprio d’estate, fare la spesa al supermercato costa mediamente il 40% in più, non c’è settore merceologico che non giochi al rialzo e anche in quella trattoria fuori porta hanno ridotto le porzioni e aumentato di due euro il menù. E avete ancora il coraggio di parlare di consensi e urne ?