Stavolta la presunta corruttrice ha trovato un muro di cemento al posto della solita porta spalancata e dovrà rispondere delle sue malefatte alla magistratura siciliana. L’assessore incorruttibile ha fatto invece la sua bella figura dimostrando onestà, coraggio e spirito di servizio. Il malcostume e la spregiudicatezza sono duri a morire.
Palermo – Noto politico siciliano, con ruoli istituzionali a livello regionale, denuncia una mazzetta di 50mila euro per avallare una serie di manifestazioni musicali nell’Isola. La corruttrice, una musicista rampolla di una “potente” famiglia di politici molto nota, avrebbe offerto all’assessore l’ingente somma di denaro tramite la chat di Telegram senza farsi alcun scrupolo.
In corso le indagini della Procura di Palermo e dei carabinieri. In tempi come questi, solitamente, a finire sulla ribalta delle cronache sono ben altri personaggi politici. Quelli corrotti. Quelli che con le tangenti vanno a nozze. E non c’è colore di partito quando si parla di soldi. Evidentemente c’è ancora chi considera la politica una missione e l’incarico pubblico un servizio per i cittadini.
Infatti non c’ha pensato un istante a denunciare la donna che lo voleva corrompere Manlio Messina, catanese di 38 anni, sposato e padre di due figlie, assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo dal 5 luglio del 2019. L’uomo, rappresentante di Fratelli d’Italia, fra l’aprile e maggio scorsi avrebbe conosciuto la musicista, quest’ultima nel nome niente affatto famosa, ma intermediaria di un notissimo, questo si, gruppo concertistico di grande prestigio a livello nazionale.
La donna avrebbe presentato in Regione Siciliana due progetti, uno dei quali sarebbe costato 50mila euro in più dei costi reali. La donna, palermitana e candidata alle elezioni comunali, non si è fatta alcun scrupolo dicendo che i soldi sarebbero stati a “disposizione” di chiunque fosse rientrato nelle grazie dell’assessore Messina.
La musicista, con la stessa “musica”, avrebbe offerto anche “un plus di regalo” e di altri benefit a disposizione dello staff di Messina. La presunta corruttrice avrebbe poi intrattenuto rapporti con il più stretto collaboratore dell’assessore, Raoul Russo il quale, senza pensarci due volte, riferiva tutto a Manlio Messina decidendo di denunciare ogni minimo particolare della sporca vicenda:
”…Non avrei voluto fare nessun post su questa vicenda – scrive Manlio Messina sul suo profilo Fb – tanto meno renderla pubblica per evidenti motivi riguardanti l’indagine in corso. Ma uscita la notizia voglio solo ribadire quanto dichiarato ai giornali, e cioè che io e il mio staff, con il mio capo della segreteria Raoul Russo in testa, abbiamo solo fatto ciò che era nostro dovere fare. Potrebbe sembrare una frase fatta ma la realtà è che quando ad aprile abbiamo denunciato l’accaduto agli organi competenti lo abbiamo fatto consapevoli che fosse l’unica strada possibile per chi amministra la cosa pubblica. Per noi l’unica strada che paga è quella cosparsa di onestà e serietà…”.
E’ ovvio che ciò che i carabinieri assumono sempre più spesso durante le intercettazioni telefoniche stavolta gli è stato servito in un piatto d’argento. E da chi, in altre circostanze, sarebbe stato il solito beneficiario di una bella somma di denaro. Ovviamente contante:
”… I malavitosi non hanno fatto i conti con il nostro assessore e il suo staff – ha aggiunto Giorgia Meloni – che hanno prontamente denunciato l’accaduto. Il grande circo mediatico, tanto caro alla sinistra, su questo episodio però preferisce tacere. Probabilmente perché scomodo a una certa narrazione che mira solo a demonizzare il nostro partito. Fratelli d’Italia ha sempre fatto della legalità la sua bandiera: se ne facciano tutti una ragione…”.
Anche il governatore Nello Musumeci è intervenuto sulla vicenda:”…Governare le istituzioni con trasparenza è la precondizione per garantire sviluppo alla nostra Isola – ha continuato Musumeci – e rassicurare quanti vedono nella Sicilia una possibile meta di investimenti. Lo impone anche il sistema di valori con cui più generazioni sono state educate alla buona politica…”.
La cosa che balza all’occhio, leggendo le chat, è la spregiudicatezza della presunta corruttrice che dà per scontata l’accettazione della mazzetta. Come forse si usa in casa propria:”…I progetti – scrive la donna – come M. sa, sono due…Uno che costa 50mila euro in meno e quello che ti ha mandato L., che costa 50mila euro in più dei costi reali…”. E così via. Adesso sono guai per la suonatrice di violino.