Anche il turismo è in ginocchio, altro che boom economico

Il comparto arranca e per raggiungere gli introiti dei periodi pre-pandemia occorreranno anni. Nelle prossime settimane si prevedono una sfilza di licenziamenti tanto da mobilitare tutte le sigle sindacali per la solita opera di mediazione con le imprese. I sostegni preventivati dal Governo non sarebbero affatto sufficienti. E sono ancora numerosissimi i lavoratori che aspettano i ristori del Governo Conte. Figuriamoci.

Roma – Dopo la “sceneggiata” per l’elezione del Presidente della Repubblica, gli attori della politica si trovano a dover affrontare temi che riguardano le condizioni sociali ed economiche di tanti cittadini, alle prese con la lotta per la sopravvivenza quotidiana. Se lo spettacolo sarà come quello su cui si è appena chiuso il sipario, stiamo freschi.

Renato Brunetta

Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione ha dichiarato che il Prodotto interno lordo nel 2021 ha raggiunto l’iperbolica cifra del 6,5% e che è stato un anno da vero e proprio boom economico per il nostro Paese.

E’ chiaro che il Ministro, dall’alto della sua competenza, ha gli strumenti conoscitivi che noi non possediamo. Però qualche volta la spara grossa ed il boom che avrà sentito sarà stato di qualche petardo non esploso a fine anno.

Ad esempio vada a spiegare l’aumento del Pil ai lavoratori del turismo, che con la variante Omicron sempre in agguato ed il crescente numero di casi positivi al virus, sono tra i più colpiti dall’emergenza. Per non parlare delle partite Iva e delle centinaia di piccole aziende che hanno chiuso i battenti perché strozzate da tasse, spese e aumenti delle bollette.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi

Il mese scorso l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO – United Nations World Tourisme Organization), agenzia specializzata dell’ONU per il coordinamento delle politiche turistiche e la promozione di un turismo responsabile e sostenibile, ha pubblicato l’ultimo aggiornamento sullo stato di salute del turismo internazionale, ancora molto al di sotto dei livelli pre-Covid. Questi dati sono stati confermati dal recente report di Federalberghi, la principale organizzazione imprenditoriale italiana del settore turistico-ricettivo.

Come al solito è stato chiesto l’intervento del Governo, senza il quale migliaia di lavoratori si troveranno disoccupati prime dell’estate. Dalle prime avvisaglie è emerso che i ristori e gli aiuti promessi dal Governo, risulterebbero inadeguati a fronteggiare la fase critica.

Gli impedimenti al ricorso all’integrazione salariale di emergenza stanno provocando, nelle zone maggiormente colpite dalla crisi, l’apertura di negoziati con i sindacati per la riduzione di personale. Il numero dei lavoratori coinvolti sono circa 500 mila unità, con gravi conseguenze anche per le loro famiglie.

Nel 2021 timida ripresa del turismo internazionale del 4% rispetto al periodo pre-pandemico

Il turismo rappresenta un settore importante per l’economia italiana, ma anche per l’Europa. Sono coinvolte, infatti, 3 milioni di imprese e 22,6 milioni di lavoratori, pari all’11% dell’occupazione totale nell’Unione Europea ed al 9,5% di PIL nel 2019. Per questi motivi, Federalberghi ha chiesto al Governo la reintroduzione della Cassa integrazione Covid per i lavoratori e le imprese del settore turistico, esclusa nell’ultima Legge di Bilancio.

In risposta alle grida di dolore del comparto, pare che il Governo voglia proporre nelle prossime settimane delle soluzioni ad hoc, con specifici ristori. A tal proposito la ministra per gli affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ha assicurato alla stampa il sostegno del Governo:

Mariastella Gelmini

“...Con l’ultimo decreto approvato dal Governo ha detto Gelmini – vi rientrano di sicuro gli operatori del turismo, per i quali dovrebbero arrivare specifici ristori. Si è pensato prima alla tutela della salute e alla tenuta del sistema ospedaliero. Ora dovremo occuparci di quelle attività che hanno subito danni economici dalla stretta di Capodanno, a cominciare dal settore delle discoteche e dell’intrattenimento…”.

L’auspicio è che si faccia presto per dare sostegno ai lavoratori in difficoltà per il periodo congiunturale sfavorevole. Di chiacchiere ne abbiamo sentite tante, anzi di più. Ma una domanda è doverosa ai nostri professoroni della politica. Come conciliare l’aumento del PIL ed il turismo di massa con la transizione ecologica?

Obiettivo Ecoturismo

Sarebbe il caso di pensare ad un progetto generale di economia e società che tenta conto di almeno tre aspetti principali: riduzioni delle emissioni di carbonio, fonti rinnovabili ed un turismo più slow e più di prossimità. Nella speranza di non assistere più a quegli indecorosi spettacoli, costituiti dagli arrembaggi dei tanti lanzichenecchi che hanno invaso le nostre città negli anni scorsi!

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