Stavolta tocca a Renzi, gira la ruota…

Il leader di Italia Viva, palesemente nei guai, ha ritenuto di denunciare i Pm che hanno lavorato all’inchiesta sul presunto finanziamento illecito a Open, la fondazione che sostiene, in soldoni, le iniziative politiche del partito. Un’azione penosa che Matteo Renzi si sarebbe potuta risparmiare. Avrebbe fatto più bella figura, come si dice.

Roma – La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio di 11 indagati, tra cui Matteo Renzi, per l’inchiesta sulle presunte irregolarità nei finanziamenti a Open, la fondazione nata per sostenere le iniziative politiche quando, l’ex premier era segretario del Pd.

Matteo Renzi

I fatti contestati risalgono al 2014. Fra gli indagati ci sono anche Boschi, Lotti, l’ex presidente di Open Bianchi e l’imprenditore Carrai. Coinvolte nell’inchiesta anche quattro società.

“…La Leopolda – afferma Renzi – non è stata organizzata dalla fondazione Open, ma dal Partito Democratico nel quale sono confluite le donazioni legittimamente tracciate. Per questo motivo non c’è stato alcun finanziamento illecito…Peraltro, all’epoca di Open, il partito lo aveva già scalato da un anno e non perché aveva i soldi, piuttosto perché aveva il consenso, in quanto il Pd aveva perso le elezioni...”.

Alessandro Sallusti – Luca Palamara

Forse non è un caso che “Sparatoria” è la parola che Luca Palamara, nell’ultimo libro scritto con Sallusti, usa per definire la rappresaglia contro Matteo Renzi. Chissà.

Intanto il parlamentare indagato ha provveduto a presentare una denuncia penale nei confronti dei magistrati Creazzo, Turco, Nastasi, che sarà trasmessa alla Procura di Genova, competente sui colleghi fiorentini, per violazione dell’art. 68 della Costituzione, della legge 140/2003 e dell’art. 323 del codice penale.

Renzi ha chiesto, altresì, di essere ascoltato dai Pm genovesi riservandosi di produrre materiale atto a corroborare la denuncia penale contro i giudici denunciati.

Matteo Renzi

“…Io non ho commesso reati, spero che i magistrati fiorentini possano in coscienza dire lo stesso – ha aggiunto Renzi – finalmente inizia il processo nelle aule e non solo sui media, così i cittadini potranno rendersi conto di quanto sia fragile la contestazione dell’accusa e come siano scandalosi i metodi utilizzati dalla Procura di Firenze...”. In vero ai cittadini interessa soltanto se Renzi, parlamentare della Repubblica, cosi come un comune cittadino, uscirà pulito o meno da questa vicenda. Nient’altro.

L’Associazione nazionale Magistrati si ribella e sottolinea che i comportamenti di Renzi “Sono inaccettabili, in quanto offendono i singoli magistrati e la funzione giudiziaria nel suo complesso”.

Luca Poniz, presidente ANM

Non si fa attendere la risposta del capo di Italia Viva:

“…La mia vita è stata scardinata da un dolore personale e familiare di cui non parlo e che non auguro nemmeno al peggior nemico – continua Matteo Renzi e l’Anm è stata sempre in silenzio. L’appannamento della funzione del magistrato non dipende da quello che dice Renzi ma da quello che fa un magistrato. Se per un giudice che fa un atto sessuale il Csm gli dà solo due mesi in meno di anzianità, è proprio allora che perde credibilità, mentre se lo stesso reato lo compie un semplice cittadino gli vengono inflitti anni di galera”.

Ma c’è dell’altro:“...È utile ricordare a questo proposito che la richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal Procuratore Creazzoconclude il senatore – insomma proprio da colui che è stato sanzionato per molestie sessuali dal Csm, perché accusato dalla Pm di Palermo Alessia Sinatra di averla molestata sessualmente nel 2015 in un hotel romano durante un’iniziativa della loro corrente, l’Unicost. La richiesta al Gip, inoltre, è stata sottoscritta anche dal Procuratore aggiunto Turco, che volle l’arresto dei genitori di Renzi poi annullato dal Tribunale della Libertà, nonché dal Procuratore Nastasi, accusato da un ufficiale dei carabinieri di aver inquinato la “scena criminis” nell’ambito della morte del dirigente MPS, David Rossi. Questi sono gli accusatori”.

Nel riquadro, David Rossi

Insomma Renzi, pur affermando di avere fiducia nella magistratura nel suo complesso, punta il dito sulla personalità di coloro che hanno condotto le indagini i quali, per le loro vicende personali, non possiedono la necessaria credibilità professionale.

In ogni caso il senatore annuncia che il 5 aprile, dopo la sentenza del Gup, pubblicherà un libro su ciò che è accaduto in Italia, le violazioni di legge ed alcune stranezze. Tanto per lasciare traccia di tutto. Non si sa mai.

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