La solita manfrina dell’antifascismo stanca

C’è anche un’altra Italia che, in silenzio e nel rispetto delle istituzioni, chiede udienza ma nessuno l’ascolta perché non fa notizia. Ormai si parla solo di picchiatori, di fascisti bombaroli e di squadristi ma i problemi rimangono irrisolti. Non c’è violenza di destra o di sinistra, qualcuno dovrebbe ficcarselo bene in testa. Tutti i movimenti politici che si rifanno a regimi e dittature vanno sciolti. Neri e rossi che siano.

Milano – Momenti cupi e oscuri quelli che stiamo vivendo? La democrazia è davvero in pericolo? A vedere i programmi televisivi più gettonati sembra proprio di si. Non c’è trasmissione in cui non si parli degli “argomenti del secolo” ovvero Green pass e antifascismo.

Un modo come un altro per rimbambirsi spesso appresso a improvvisati opinionisti che scendono dalle montagne per dire quattro stronzate senza senso davanti alle telecamere. La gente è stanca, inferocita e delusa, insomma si sente tradita da quelle forze politiche che avevano promesso un presente migliore. Non parliamo del futuro, per carità.

Il filo si è spezzato, le percentuali dell’astensione parlano da sole. Così tutto fa brodo, ma non si può continuare a fare emergere soltanto le proteste dei capipopolo con il randello in mano nascondendo quelle delle persone per bene che non ce la fanno più.

C’è infatti una maggioranza di italiani che sono d’accordo con la certificazione verde e che sono anche antifascisti. Come ci sono anche altrettanti italiani onesti che non la pensano come la sinistra, che faticano per sbarcare il lunario e vorrebbero un’Italia migliore. Di questi, allora, che cosa ne facciamo? Nessuno parla dell’altro Bel Paese, quello che non scende in piazza con le spranghe. Quello che se partecipa ad un corteo non si sognerebbe mai di spaccare la testa ad un poliziotto.

Perché di queste milioni di persone non se ne parla? Gli squadristi, i complottisti, i delinquenti, gli ignoranti violenti, i picchiatori, i neofascisti e nuovi nazisti ci sono in egual misura come gli anarchici, i comunisti estremisti, i centri sociali violenti e cosi via. Queste categorie di individui con i cervelli in tilt non rappresentano i cittadini che protestano civilmente. Quest’ultimi, però, non fanno notizia dunque meglio parlare di chi rompe le vetrine e getta la bomba carta ai piedi del carabiniere. E la mattanza mediatica continua.

Poi si raggiunge il parossismo proprio a Milano, dove Beppe Sala, sindaco riconfermato al primo turno, ha chiesto che tutti i consiglieri comunali sottoscrivano la dichiarazione di essere “antifascisti”. Insomma la casa dei cittadini scambiata per casa propria. E poi a che cosa servirebbe una semplice dichiarazione se poi, nei fatti, ci si comporta in maniera diversa? Con tutti i problemi che ha il capoluogo lombardo vedi tu che iniziativa di spessore si è inventata l’eclettico neosindaco. Al posto di pensare ai suoi quartieri a rischio dove la gente soffre la fame e la povertà dilaga:

Alla baggianata del primo cittadino non poteva che rispondere Vittorio Feltri, neo consigliere comunale di Milano in quota FdI, che al solito suo non le manda a dire: “…Non sono fascista, ma non firmo alcun certificato Il sindaco rieletto – scrive Feltri su Libero deve essere uno di quelli a cui il successo dà alla testa. Infatti si accinge a chiedere ai componenti del Consiglio comunale di sottoscrivere una dichiarazione di adesione ai valori costituzionali. Inoltre pretende che ogni collaboratore firmi un documento in cui affermi di essere antifascista. Una stupidaggine simile non si era mai registrata in alcun municipio patrio…”.

Una posizione, quella del giornalista, che si comprende appieno in quanto basata su una dichiarazione d’intenti, la cui elusione non ha alcuna conseguenza afflittiva. Situazione paradossale e di pura facciata, mentre ciò che veramente serve è un atto di coraggio di tutto il Parlamento e del Governo per sciogliere i movimenti che si rifanno al Nazismo ed al Fascismo. Altro che iniziative sterili e che lasciano il tempo che trovano.

Di contro occorre ricordare che dal maggio 2018, sempre a Milano, è in vigore l’obbligo di dichiarazione “antifascista” per i soggetti che chiedevano al Comune la concessione di suolo pubblico, sale e spazi per lo svolgimento di manifestazioni o iniziative, patrocinio, contributi diretti o indiretti. Questa ci sembra più azzeccata come iniziativa politica e sociale che dovrebbe valere, però, anche per eventuali soggetti che si possono identificare come estremisti di sinistra a cui porre il veto in caso di richieste di autorizzazioni municipali.

Ma la delibera del 2018, in realtà, si limitava a disporre l’obbligo solo per iniziative, manifestazioni ed eventi di carattere sociale, sportivo, ricreativo, politico ed istituzionale, di durata temporanea e su istanza di parte.

Insomma lo stesso obbligo non valeva per chi partecipava a bandi per la concessione e la locazione di spazi a uso non commerciale di proprietà del Comune. Da qui l’esigenza di aggiornare quel provvedimento con cortese sollecitudine.

Anche il cantautore Guccini sulla propria pagina di Fb, ha ricordato i tristi eventi capitolini “…I fatti di Roma sono di una gravità inaudita Per questi motivi partiti come Forza Nuova, CasaPound, Lealtà Azione e Fiamma Tricolore si collocano evidentemente al di fuori della Legge…”.

Tutte le violenze debbono essere abbattute. A destra come a sinistra. Senza dimenticare l’altra Italia che, in silenzio e nel rispetto delle istituzioni, chiede se riusciremo a farcela. Nonostante tutto.

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