Il partito degli Assenti: quando la politica dimentica i giovani

La trovata, semplicemente geniale, è di un gruppo di giovani che cosi ha inteso denunciare una certa politica che non ha mai fatto nulla di concreto per le giovani generazioni. Solo chiacchiere e promesse, regolarmente disattese. E allora che ben venga il partito degli Assenti, del candidato comunale di fantasia, per attirare l’attenzione su un problema grave di cui qualcuno dovrebbe farsi carico.

Milano – Un candidato che non esiste per denunciare l’assenza delle politiche per i giovani, è la furbata intelligente che da Milano si sta spostando in altri territori. I “giovani in difesa di sé stessi“, potrebbe essere uno degli slogan da adottare alle prossime politiche.

In pratica nessuno ha mai progettato e realizzato strategie e modelli di sviluppo in favore dei giovani, i quali molto spesso ed ingenerosamente vengono criticati con i soliti “luoghi comuni”. Il disinteresse diffuso verso le nuove generazioni si è manifestato anche da parte dei numerosi coetanei eletti, attraverso l’organizzazione di serate e di liste di ammessi agli ingressi dei vari locali. Insomma il nulla.

Allora basta pensare solo a modelli assistenziali fine a sé stessi. Bisogna cambiare prospettiva e giudizi in merito ad una generazione che si muove come un esploratore in cerca di una dimensione che possa dare speranza, coraggio e serenità.

Fino ad oggi, purtroppo, sono stati troppi gli ostacoli che gli adolescenti hanno incontrato sul proprio cammino. Perché? Il motivo è da ricercare nel fatto che contemporaneamente alla propria crescita e sviluppo, molti giovani si sono imbattuti nei problemi di una vecchia generazione che si è improvvisamente impoverita e non solo dal punto di vista economico. Un impoverimento tale che la politica ha dovuto affrontare, senza risolverli, quei problemi di cui parlavamo tralasciando però quelli di figli e nipoti.

La politica del fare, ovvero quella attiva, moderna e che vede in prospettiva è la maniera migliore per denunciare i limiti e svegliare dal torpore quanti credono che la situazione sia irredimibile. Per questi motivi a Milano, in occasione delle elezioni amministrative, un gruppo di giovani volontari dell’associazioneVisionarydenuncia una serie di luoghi comuni che vengono enunciati, sempre, in diverse occasioni, molto spesso anche con malizia e leggerezza nei loro riguardi.

Il finto candidato Giovanni Assenti

La denuncia è stata sviluppata come succede in campagna elettorale, cioè denudando la politica locale e regionale. Con un pizzico di ironia che non guasta.

“…Essere giovani a Milano è un’impresa. Abbiamo costruito, così, il finto candidato Giovanni Assenti, nutrendolo dei luoghi comuni, tipici degli amministratori. In questo senso il lockdown è stata la massima rappresentazione dove i giovani erano gli irresponsabili che si assembravano e facevano aumentare i contagi…”.

Carmelo, il giovane volontario dell’organizzazione no profit Visionary, spiega così il senso dell’iniziativa che diventerà itinerante toccando diverse piazze d’Italia per denunciare l’assenza di proposte concrete per l’emergenza giovani all’interno dei programmi dei candidati alle amministrative del prossimo ottobre.

Tra le richieste mosse dai ragazzi ci sono gli affitti agevolati, sostegno psicologico gratuito agli under 18, spazi di co-working e socializzazione ed una piattaforma per orientare e supportare i ragazzi nelle scelte lavorative attraverso contenuti e consulenze. Il modello di comunicazione adottato è stato quello diretto del confronto con i cittadini, comportandosi come se fosse un candidato comunale.

La differenza sta nel fatto di dire subito la verità all’atto della distribuzione dei volantini pubblicitari. In sostanza il candidato “Giovanni Assenti”, sbandierato ai quattro venti su manifesti e brochure non esiste. Questo significa “Giovani assenti” nel e dal dibattito politico generale e locale. Si è inteso cosi mettere in risalto, attraverso unafake news”, un aspetto sociale divenuto, ormai da tempo, un modo di dire negativo quando non offensivo:

I giovani d’oggi non hanno voglia di fare un ca#%o”. La frase che abbiamo sentito ripetere negli anni è stata impressa su migliaia di magliette e rappresenta il più grande luogo comune degli ultimi anni. Una trovata semplicemente geniale. Tanto perché i ragazzi non sanno fare un cacchio.

Tanti giovani milanesi, infatti, hanno affidato ai finti manifesti elettorali, alle immaginette ed ai banchetti che inneggiano al partito e al candidato che non c’è il loro malessere. Il loro disamore nei confronti di una politica senza passione, fatta di squallidi interessi e vergognosi compromessi. Nulla che faccia pensare al futuro di ragazzi e ragazze. Con il dovuto spazio per i sogni.

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