STUDENTATI INESISTENTI, AFFITTI ALLE STELLE.

“…Non ce lo possiamo permettere. Serve subito un sostegno concreto per gli affitti degli studenti fuorisede, una delle categorie più colpite dalla crisi assieme ai propri nuclei familiari, che si ritrovano costretti a pagare canoni di locazione senza magari poter usufruire dell'appartamento in una situazione generale difficile, dove le entrate economiche delle famiglie sono ridotte a causa del mancato lavoro…”. Studenti fuori sede sul piede di guerra.

L’associazione UDU (Unione degli Universitari) lancia l’appello all’esecutivo nazionale e lo fa con una certa urgenza. La questione affitti continua a rappresentare una delle tematiche più spinose per il premier Conte e per suo entourage. Non solo i nuclei famigliari stabili nelle proprie città ma anche la moltitudine degli studenti fuorisede, bloccati nei centri-studio, iniziano a pagare le conseguenze delle tante lacune legislative.

“… Le misure di sostegno economico – scrive il sindacato universitario sulla propria pagina social – in questa difficile situazione sono fondamentali per garantire l’accesso al diritto allo studio a tutti ma è necessario un massiccio intervento nazionale per dare risposte a questa crisi. Dobbiamo superarla insieme senza lasciare indietro nessuno!..”.

In verità, nel decreto “Cura Italia” una timida risposta al problema si è tentato di darla: blocco degli sfratti fino a settembre e introduzione del credito d’imposta pari al 60% dell’affitto per il mese di marzo. Quest’ultima, però, valida esclusivamente per gli esercenti. Troppo poco dichiarano le organizzazioni operanti nella tutela al diritto abitativo. Nel prossimo “decreto Aprile” l’esecutivo dovrebbe introdurre norme più chiare incentivando il Fondo inquilini morosi incolpevoli e attuando maggiori tutele per chi, in questo momento, vede come una chimera anche il saldo dello stesso canone d’affitto.

D’altra parte cade un altro tassello del domino, ovvero quello che riguarda gli studentati e il giro d’affari intorno al business delle case in affitto. Sì, perché proprio le strutture adibite ad alloggi per gli universitari fuorisede, in realtà, sono poche e non sufficienti per soddisfare la domanda. Spesso, come successe nella Capitale, in zona Garbatella, vengono addirittura lasciate all’incuria del tempo e all’abbandono. Infatti, secondo quanto riportato dal Social and Economic Conditions of Student Life in Europe, ad accedere a uno studentato è solo il 3% della popolazione universitaria nazionale, contro il 13% di quella europea. Una cifra estremamente bassa.

Tale mancanza, inoltre, ha una conseguenza diretta: gli affitti esorbitanti che gli studenti sono costretti a pagare per poi frequentare un corso di laurea distante dalla propria città natale. A questo va sommato, particolare di non poco conto, che molte locazioni sono anche in nero, altra iattura per il Fisco nazionale. A rendere ancora più grave il problema è il fatto che l’autonomia universitaria sta trasformando gli Atenei in vere e proprie aziende, con l’obiettivo del profitto che a volte supera anche quello educativo.

“…Pago 350 euro per una stanza condivisa – racconta M. B., studente fuorisede a Milano – quando sono arrivato qui, ho speso molto tempo per cercare un alloggio. In principio ho visionato stanze singole ma vedendo i prezzi ho dovuto rimediare su soluzioni alternative. Per una stanza singola non si va sotto i 500 euro. Una cifra enorme se si tiene conto che ad essa vanno aggiunte le spese per vivere. Oltre ad essere un metodo vessatorio costringe molti di noi a dover svolgere i cosiddetti “lavoretti” per poter arrotondare il magro bilancio. E logicamente questo è tutto tempo sottratto allo studio. Insomma, ti insegnano già da subito a vivere di stenti se vuoi studiare …”.

Le proteste degli studenti

Dunque una nuova falda nel battello Italia che, pericolosamente, continua a imbarcare acqua da tutte le parti. Se, come dichiara il Fondo Monetario Internazionale, nello Stivale la percentuale dei disoccupati passerà dal 10 al 12.7%, l’aggiunta dei 9.5 milioni d’euro previsti dal prossimo decreto per il Fondo inquilini, sarà totalmente insufficiente. Bisognerebbe iniziare già da ora a fare una profonda riflessione sulle politiche da mettere in atto a pandemia terminata. Una possibile soluzione sarebbe quelle di impiegare maggiori risorse per arginare il fenomeno del canone in nero, anche perché, come ha detto più volte il procuratore Nicola Gratteri: “…L’evasione è fatta dalla piccola e grande evasione…”.

Intanto, la situazione per gli studenti fuorisede appare sempre più grigia, ed aprile volge al termine.

“…Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle centinaia di richieste di aiuto – ha chiosato Enrico Gulluni, Coordinatore nazionale UDU – che ci stanno pervenendo dagli stessi studenti universitari. Insieme al Sunia, il sindacato degli inquilini, e alla Cgil abbiamo inviato una lettera al governo e a tutti gli attori istituzionali affinché vengano discusse e previste quanto prima forma di sussidio alle famiglie in difficoltà…”.

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