Lo sanno bene i candidati sindaci e i leader nazionali dei partiti che sfruttano il personaggio famoso per un proprio ritorno elettorale. La notorietà artistica o sportiva spesso non ha funzionato per raccogliere consensi ma va più che bene per portare voti ai soliti politici furbacchioni. Vedremo quanti di questi comici, soubrette e giornalisti siederanno tra gli scranni dei mille e più comuni chiamati alle urne.
Roma – Crisi della politica e partiti costretti a chiedere aiuto e sostegno alla società civile? Così pare tanto che in molte città arrivano, a sorpresa, nomi di candidati che, affascinati dall’ebbrezza della competizione elettorale, cedono alle adulazioni dei leader locali, interessati soltanto a raccattare consensi per le proprie liste, quasi tutte civiche.
Ancora è presto per dire se quei nomi e volti scompariranno o meno dopo il 4 ottobre ma è prevedibile che, dopo l’iniziale fase di innamoramento ed entusiasmo politico, più o meno tutti si spanderanno ciascuno nelle dinamiche della vita ordinaria.
Fra questi ci saranno anche un certo numero di eletti ma altrettanti usciranno dall’avventura politica con le ossa rotte, e il portafogli sgonfio, perché delusi dall’esito elettorale. Molti rimarranno amareggiati dall’illusione di potere arrivare a destinazione soltanto per i successi televisivi e sportivi raggiunti, ma la notorietà non sempre premia nella corsa agli scranni.
I personaggi famosi del jet-set, dello spettacolo e dello sport sono manna dal cielo solo per i candidati sindaci che non mancheranno di presentare anche nomi noti nella lista degli assessori che faranno capo alle proprie Giunte. Dunque comici, soubrette, ex ministri e campioni sportivi del passato sono pronti per la sfida. Anche per loro, alla fine, ci sarà un premio. O un calcio nel sedere, a seconda della serietà di chi avranno sostenuto facendo i tirapiedi.
È una gran mole di candidati quelli che si sfideranno alle amministrative del 3 e 4 ottobre prossimi per un posto di consigliere nei 1.195 Comuni (oltre alle regionali in Friuli Venezia Giulia) dove si voterà in quelle date. Nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna gli aspiranti sindaci hanno puntato con decisione sulle liste civiche e su tanti personaggi famosi che provengono dal mondo dello sport e da quello televisivo.
Pertanto come accade ad ogni ondata elettorale rivedremo in tv, stavolta nella veste di competitors, molti volti noti del piccolo schermo ma anche del cinema, dello spettacolo ma anche della musica, dello sport e del giornalismo che hanno deciso (spesso loro malgrado) di accettare la candidatura offerta in un piatto d’argento.
In realtà le candidature servono per fare da galoppini a chi ha promesso loro qualcosa in alternativa ad una improbabile elezione. Dunque eccoli i vari Hugo Maradona, fratello del più famoso calciatore, il musicista Stefano Righi, dei Righeira, lo storico direttore Vittorio Feltri, che guiderà la lista di Fratelli d’Italia a Milano, il comico Pippo Franco che ha deciso di scendere in campo nella lista civica a sostegno di Enrico Michetti, candidato a sindaco di Roma per il centrodestra.
Sempre per il Campidoglio, nella lista di Vittorio Sgarbi, che appoggerà Enrico Michetti, ci sarà invece Sergio Japino, regista, sceneggiatore ed ex compagno di Raffaella Carrà. Ma la lista è ancora lunga, e noiosa.
Poi c’è il semestre bianco e la corsa al Quirinale che vede il pole-position Mario Draghi nonostante nessuna conferma sia stata espressa dall’attuale Premier, a seguire come papabili Pierferdinando Casini, che non dispiace a molti, lo stesso Silvio Berlusconi, che non piace a molti, e poi Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni, Dario Franceschini e David Sassoli. Sempreché Draghi non accetti la candidatura e allora non ci sarebbe gara contro l’ex presidente della Bce. Inutile negarlo.
E’ pensiero comune che il periodo di tempo che ci separa dall’elezione del capo dello Stato sia considerato un’occasione propizia per alzare i toni facendo vedere i muscoli dei diversi partiti, senza il rischio di un’imminente crisi. Il lasso di tempo è perfetto ed allora tutti si sono concentrati sulle elezioni amministrative e suppletive per potere sparare a zero, chi più e chi meno, sul governo Draghi.
E’ chiaro che in ogni riforma che verrà proposta e di seguito approvata ognuno cercherà di piazzare le proprie bandierine. Di contro saranno in molti, invece, a prendere le distanze dai disegni di legge particolarmente ostici, come quello del Fisco, dove le battaglie di vedute, e di interessi, saranno davvero all’ultimo sangue.
In ogni caso va tenuta d’occhio una data: il 10 febbraio 2022. In quel giorno infatti la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sull’ammissibilità del referendum sulla Giustizia e in questo caso potrebbe accadere di tutto, anche se sono prevedibili soltanto i soliti fuochi d’artificio.
Subito dopo, infatti, si andrà verso l’elezione della prima carica dello Stato. Un passaggio che farà storia a sé. Se la farà.