ROMA “KAPUTT” MUNDI: SGARBI CONTRO RAGGI IN PERFETTO STILE “RINASCIMENTO”

Bufere tra politici sempre più scadenti. Sgarbi, Raggi, Cantone ci fanno rimpiangere i protagonisti della Prima Repubblica, certamente molto più educati e meno "piazzaroli". E mentre se le suonano di santa ragione sui social gli italiani non sanno più a quale santo votarsi per sopravvivere.

Roma – Di Vittorio Sgarbi si possono dire parecchie cose ma di certo è uno che non si fa problemi a sbattere la verità in faccia alla gente. Anche quando la verità è scomoda. Anche quando è la sua verità. L’attacco a Virginia Raggi, al netto delle tifoserie di partito, si può forse contestare nei termini, in perfetto stile Rinascimento ma, sfortunatamente, non sui contenuti.

È sufficiente farsi un giro dentro e fuori le Mura per constatare di persona l’assoluto stato di abbandono in cui versa la capitale, uno sfacelo fin troppo noto. Tra la rabbia dei romani e lo shock dei turisti è difficile credere che la Città Eterna abbia un primo cittadino. Francamente nemmeno un “secondo“. Pare piuttosto la caricatura di sé stessa, nemmeno fosse ripassato Nerone in persona.

La “monnezza” di Natale nel centro di Roma

Quando Sgarbi attacca la Raggi su Twitter, affermando che quelli come lei “non dovrebbero lavorare” e che la lascerebbe a casa con il reddito di cittadinanza, dandole apertamente dell’incapace, è difficile dargli torto. “Sindaca per caso di una città umiliata” è un commento forte, ma tristemente calzante – anche solo per quel “Sindaca”, ormai imperativo nella nuova delirante terminologia che farebbe piangere Dante, Carducci, Manzoni e chiunque abbia a cuore la martoriata lingua italiana ma che tanto piace alle varie “assessora”, “presidenta” e via discorrendo.

La bufera sul social esplode, com’era prevedibile. Anche se non si comprende bene se il motivo principale sia la critica alla Raggi o il presunto attacco alla categoria dei camerieri.

Tanto rumore per due buche…

Riferendosi ad una precedente occupazione del sindaco di Roma (abbiate pazienza, cerchiamo di mantenere i sostantivi corretti, checché ne dica la petalosa Accademia della Crusca) Sgarbi afferma al galoppo: “Chissà quanti piatti avrai rotto, come cameriera, lavoro dignitoso, ma che richiede abilità”.

Ecco, ad onor del vero, sono queste le esatte parole del critico d’arte, storpiate poi da troppa stampa. E no, non sembrano affatto un attacco ai camerieri ma solo al soggetto in questione.

Eppure personaggi come Lannutti o Buffagni non sembrano comprendere il semplice testo del tweet e immediatamente partono all’attacco – all’improvviso tutti hanno fatto il cameriere, a quanto traspare dai cinguettii – dando il via ad un botta e risposta che, se non coinvolgesse esponenti del Governo di un Paese civilizzato, sarebbe esilarante sul serio.

Le Mura cadono a pezzi

Ma è Luciano Cantone il vero co-protagonista della vicenda: sfidando Sgarbi in un duello in singolar tenzone, risponde scrivendo che “Sgarbi è un classista viziato, figlio di una classe politica che non ha mai lavorato e che non conosce che cosa voglia dire faticare”.

Da qui in poi parte una vera e propria sfida all’ultimo tweet, dove volano grosse parole da entrambe le parti. “Capra ignorante, scappati di casa, sciagura politica, piccolo borghese moralista” l’arsenale degli obici di Sgarbi. Meno incisivo lo sfidante Cantone con due bordate da mitragliatrice leggera: “Facci ridere, ti compatisco, vai a dormire”. Ognuno è lì a spulciare i profili social dell’altro, alla ricerca di foto più o meno imbarazzanti o di aneddoti da poter usare come mortaio pesante.

Dai selfie in mutande di Sgarbi al commento di questi in risposta, insinuando che le letture di Cantone si limiterebbero all’elenco telefonico, passando per “La tua mediocrità è lo specchio di questa Italietta di miracolati catapultati in Parlamento al grido di ‘vaff*****o’. Ritornerai presto nell’anonimato della tua esistenza”.

Luciano Cantone

11 ore di attacchi reciproci e ancora non sembrano volersi fermare. Cantone, ti ci vorrebbero 10 vite per fare quello che ho fatto e faccio io. Entrato in Parlamento quando c’erano le preferenze. Tu, con le preferenze, non avresti nemmeno il voto dei tuoi familiari”. Quando hai finito di twittare scrivimi 10 cose che hai realizzato in Parlamento in 30 anni. Gridare ‘capra’ non vale. Stammi bene!”. E avanti così, ad oltranza. Sino allo sfinimento dei due che pare sia stato concomitante.

Il tutto mentre gli utenti interagiscono: chi difende l’uno e chi l’altro, chi si dice schifato, chi si fa una sana risata, chi non si prende nemmeno la briga di leggere il tweet che ha scatenato il putiferio e si dichiara indignato per “l’offesa alla categoria dei camerieri” – che non c’è stata, a meno che non si percepisca come offensivo essere paragonati alla Raggi. Probabile.

Il nuovo Rinascimento

Resta sconfortante lo spettacoloVedere esponenti del Governo litigare sino alle parolacce su un social come tredicenni che discutono quale serie televisiva sia la migliore, mentre i cittadini attraversano una crisi senza precedenti dal dopoguerra, fa davvero rivoltare lo stomaco. E quasi quasi fa rimpiangere i vecchi tempi di Berlusconi, D’Alema, Prodi, Fini. Ed è tutto dire.

 

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