Copasir e Campidoglio alla Meloni. Salvini digrigna i denti

La coesione del centro-destra è solo formale ma in politica viene sempre il momento di fare buon viso a cattivo gioco. Salvini perde il Copasir e si vede costretto ad accettare anche un candidato sindaco per il Campidoglio targato Fratelli d’Italia. Ormai i giochi sono fatti e non rimane che fare un passo indietro. In tutti i sensi.

Roma – Il senatore Adolfo Urso, di Fratelli d’Italia, è stato eletto presidente del Copasir, il comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica. Sostituisce Raffaele Volpi, della Lega, sostenuto da Salvini a spada tratta sino all’abdicazione, come si dice. Urso è stato eletto con sette voti favorevoli, un astenuto e senza i voti dei due membri del Carroccio che erano assenti.

Il neo presidente è stato tra i fondatori di Alleanza Nazionale, deputato dal 1994, viceministro per le Attività produttive con i governi Berlusconi I e II, nel 2015 aderisce a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e nel 2018 è eletto senatore in un collegio del Veneto, nonostante di origini romane con genitori siciliani.

Da subito il Copasir dovrebbe proseguire l’indagine sulle scalate al sistema economico nazionale nel settore energia e difesa, dopo quello bancario e finanziario. Situazione complicata in quanto Urso più volte ha sottolineato il pericolo del ruolo dei cinesi nel 5G e non solo.

Con il governo presieduto da Mario Draghi, la difesa contro la pervasività della Grande Muraglia mette ora il presidente appena eletto nella posizione di opposizione istituzionale, come dice la legge. Mentre il Copasir potrà lavorare con maggiore serenità e, lo speriamo, con più impegno, i riflettori sono puntati sulle amministrative della Capitale.

Nel centro-destra si respira un clima più soft grazie all’avvenuta convergenza sul candidato Enrico Michetti (FdI) che concorre alla poltrona di sindaco capitolino, in ticket con Simonetta Matone (sponsorizzata da FI) che sarà pro-sindaco.

Paolo Damilano

Mentre Paolo Damilano sarà il candidato primo cittadino a Torino ed entro la settimana sarà ufficializzata anche la candidatura per la Regione Calabria:

“…Mi sembra siano stati fatti grandi passi in avanti nel centrodestra che lavora per vincere ha commentato Giorgia Meloni al termine del vertice decisivoinfatti sia Enrico Michetti che Simonetta Matone sono due professionisti straordinari, con curriculum straordinari, capaci di parlare coi cittadini…”.

Dunque con Forza Italia, anche se per il rotto della cuffia, è stato trovato un punto di incontro. Enrico Michetti è conosciuto da molti cittadini come speaker di Radio Radio, ovvero il tribuno romano che commenta un po’ tutti i temi caldi dell’agenda politica.

Il candidato sindaco del centro-destra per la Capitale ha un curriculum molto articolato. Svolge l’attività di avvocato e professore universitario di diritto pubblico presso l’Università di Cassino. Nel 2010 fonda il “Sistema Gazzetta Amministrativa”, un progetto sperimentale per la formazione, informazione, assistenza e aggiornamento giuridico della Pubblica amministrazione.

Buon viso a cattivo gioco

Consulente dell’Anci, da oltre 20 anni fornisce assistenza ai sindaci nelle procedure più variegate: trasporti, igiene urbana, piano regolatore, procedimenti amministrativi. Molti di questi sindaci sono ora in Fratelli d’Italia e in generale diversi primi cittadini sono stati difesi da Michetti nelle udienze al Tar e al Consiglio di Stato.

Da anni il competitor al Campidoglio è legale di fiducia di diversi Comuni del Centro Italia. Michetti ha ricoperto il ruolo di consulente del commissario delegato alla gestione dell’emergenza idrica nel Lazio dal 2001 ad oggi. È stato vicepresidente della società gestione delle acque Acea dal 2005 al 2009.

Proprio ai microfoni di “Radio Radio” il candidato del centrodestra a sindaco di Roma, ha parlato di ciò che lo aspetta: “…Sarà una campagna elettorale civilissima ha detto Michetti io non dirò male di nessuno, ma parlerò soltanto con i progetti e con i programmi ed in maniera molto semplice cercherò di far capire come realizzarli. Sono entusiasta di questa scelta inaspettata, che indica veramente in questi signori che mi hanno dato fiducia un emblema di pulizia, di voglia di fare le cose, perché voi mi conoscete, io sono un civico e ho un’adesione totale nei confronti dei valori della Patria...”.

Da qui all’apertura delle urne può accadere di tutto ma le candidature sembrano essere definitive e senza le rinunce dell’ultim’ora.

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