Elezioni Sicilia – C’è chi entra e chi esce

Il centrodestra tenta di ritrovare un accordo ma su Musumeci punta solo Giorgia Meloni. Non è da meno il centrosinistra che cerca alleati affannosamente. Con il fermento c’è anche molta confusione ed un elettorato molto distante da inciuci e compromessi. Bisognerà fare i conti con l’astensionismo e con il periodo storico fra i più neri del secolo. Per i politici siciliani la strada è in salita e gli ostacoli non si contano più.

Roma – Il centrodestra a Palermo raggiunge l’accordo su Roberto Lagalla e chiude il cerchio, proprio in un momento in cui le possibilità sembravano ridotte al lumicino. Francesco Cascio (Forza Italia) ritira la propria candidatura, così come aveva fatto precedentemente l’esponente autonomista Salvatore Lentini. Fino a pochi giorni addietro sembrava che il temporale abbattutosi sulla coalizione segnata da incomprensioni politiche e personali, fosse irreversibile.

Roberto Lagalla, candidato del centrodestra ri-unito, alla carica di Sindaco di Palermo

La “burrasca”, infatti, appariva sin dall’inizio inevitabile tanto che tutte le previsioni “meteo-politiche” sembravano un “alert” da bollino rosso. In questa fase non si è parlato del vice sindaco e, tanto meno, del candidato alla Presidenza della Regione. Ma Musumeci gongola comunque vadano le cose ed è contento di vivere il momento, magari illusorio e precario, di unità palermitana.

Com’è noto nell’Isola il partito di Giorgia Meloni è stato fermo nel chiedere con forza che il centrodestra stabilisse anche chi presentare alla Regione, ovvero di ricandidare Nello Musumeci, oltre alla scelta del candidato sindaco di Palermo Tant’è vero che i tuoni romani si sono fatti sentire in tutto il loro fragore:

Giorgia Meloni

“…Se in Sicilia dovesse saltare il principio della ricandidatura degli uscenti – ha ammonito Giorgia Meloninon si vede perché dovrebbe essere mantenuto altrove…”. Il riferimento è sembrato abbastanza esplicito ed era riferito alla Lombardia, in particolare alla ricandidatura di Attilio Fontana.

Insomma un messaggio chiarissimo agli alleati, così se cadesse Musumeci, FdI potrebbe in futuro sfilarsi non appoggiando un altro Presidente uscente come quello leghista della Lombardia. Un effetto domino che se non si dovesse esaurire rischierebbe di avere conseguenze dolorose per la coalizione anche alle prossime politiche.

Nello Musumeci

D’altronde il “gioco a scacchi” degli alleati forzisti e del Carroccio siculo è stato abbastanza evidente. Infatti si era ridotto a mantenere su piani diversi le elezioni amministrative da quelle regionali, in modo da tentare di schiacciare l’alleato-avversario, ovvero FdI, per raggiungere un compromesso o un accordo, subito, per Palermo. Senza per altro affrontare lo spinoso problema della Presidenza della Regione Sicilia ed in particolare la ricandidatura di Musumeci, sponsorizzata quasi esclusivamente da Meloni.

Così è stato, con l’ostentata felicità di tutto il centrodestra. Insomma apparentemente il fronte comune del centrodestra non si è disgregato. Il pericolo però non sembra passato del tutto. Infatti è stata scongiurata una prerogativa che da sempre è stata una caratteristica della sinistra, una sorta di marchio di fabbrica.

Enrico Letta

La sua capacità di frammentarsi in mille rivoli stava per perdere i propri diritti d’autore, tant’è che Letta ha sempre parlato di “campo largo” ed ha cercato ad ogni costo un’alleanza strategica con una forza populista come i grillini.

Divisione, dunque, che paradossalmente stava per essere emulata, con un semplice copia e incolla, anche dal centrodestra. Pericolo scongiurato? Forse solo posto in attesa. Dalle schede elettorali arriverà il responso finale che certificherà la forza elettorale di ogni lista e sarà proprio da quel traguardo che inizierà un’altra storia.

Franco Miceli

Non sono mancate le critiche al vetriolo da parte del centrosinistra per la ritrovata unità del centrodestra nel capoluogo siciliano. La tensione è alle stelle. Franco Miceli, “front man” del Pd, che concorre con la sua candidatura alla carica di sindaco di Palermo, vive momenti di delusione per la ritrovata unità del centrodestra, poiché si riducono di molto le chances di arrivare almeno al ballottaggio.

Nel centrosinistra, però, c’è anche chi invita ad allargare la coalizione ai moderati. In buona sostanza l’auspicio è chiaro: non si può continuare a pensare che in Sicilia si possano vincere le elezioni puntando sulle divisioni del centrodestra. Renzi si sfila da Lagalla, ma la lista civica di Italia Viva rimane. Le sorprese non mancheranno.

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