Caso Sicilia: la corsa forsennata agli scranni di Regione e Comuni

La politica si è ulteriormente allontanata dai siciliani come nel resto del Bel Paese. I candidati pensano per sé e non c’è coesione nemmeno fra gli stessi appartenenti del medesimo schieramento. Forse ha ragione Pino Firrarello, volto storico della politica siciliana, nel bene e nel male: fino ad oggi, purtroppo, non ci sono state persone che hanno saputo affrontare i nodi delle alleanze per le amministrazioni locali, regionali e perfino nazionali. A Roma, infatti, la situazione è anche peggiore.

Roma – Via alla corsa ai seggi. Ma i problemi sono tanti e per tutti gli schieramenti. Il centrodestra siciliano è in continua fibrillazione. I protagonisti procedono in ordine sparso, agendo in maniera maldestra e con spirito rabbioso e di rivalsa specie nei confronti del Presidente uscente, giudicato incapace di mantenere rapporti con i partiti della maggioranza di Governo. Critiche che, aspre per quanto sono, non fanno scollare alcuno dalla poltrona di assessore. Così sull’orlo di una crisi di nervi, chiunque s’incorona, ma sarebbe meglio dire s’inventa, leader di una coalizione per poi cercare volti solo per sé. Cercando, in autonomia, di aprire nuovi percorsi a vicolo cieco. Un momento politico davvero drammatico.

Nello Musumeci, presidente uscente della Regione Sicilia

Intanto a Palermo è tutto un fiorire di inaugurazioni di comitati elettorali, per candidati sindaci e presidenti della Regione, ma qualsiasi iniziativa posta in essere appare triste, sciatta, poco interessante e priva di mordente. Insomma si tratta esclusivamente di passi strategici organizzati da alcuni candidati per apparire forti e zeppi di liste d’appoggio che si sgonfieranno dopo qualche giorno. La solita manfrina ipocrita che non permette di prendere il largo alla vera politica, qualora esista ancora.

Si litiga poi dappertutto. All’Ars per la ricandidatura del governatore Nello Musumeci, con baruffe dentro il gruppo regionale di Forza Italia al punto che si riesce ad eleggere il capogruppo solo attraverso un’auto convocazione che ha determinato ulteriori malumori e l’ira di Gianfranco Miccichè.

Leoluca Orlando, sindaco uscente della città di Palermo

Anche per le comunali di Palermo, complice la disattenzione dei leader nazionali, non si riesce a marciare uniti al punto da registrare già un’infinità di aspiranti successori di Leoluca Orlando. L’intesa fra Forza Italia e Lega per Palermo rischia di mandare in frantumi la coalizione di centrodestra, ma il richiamo di un centro sempre più affollato anima il palcoscenico della politica, soprattutto in chiave regionale.

Il caso Sicilia, dunque, funge da apri pista verso nuove convergenze che potrebbero avere risvolti da esportare in sede nazionale. In ballo non c’è infatti solo la guida del capoluogo siciliano e neppure quella assai più ambita della Regione, oggi presieduta da Nello Musumeci, che peraltro la leader di FdI ha già indicato per la riconferma, ma lo sguardo è puntato su Roma.

Giorgia Meloni

L’esplosione di consensi della Meloni ha convinto i suoi ex alleati a fare fronte comune per tentare di sbarrarle il passo in Sicilia come a Roma. A fare aumentare la tensione è l’annuncio di un ticket per le elezioni del 12 giugno di Palermo, dove viene consacrato l’azzurro Francesco Cascio come candidato sindaco e il deputato leghista, Francesco Scoma, come vice. Sembra che i partiti del centrodestra intendano contarsi al primo turno per capire il peso di ognuno, anche in vista della partita delle elezioni regionali.

Così se FdI riuscisse a superare la Lega potrebbe mettere il sigillo sul candidato, visto che l’uscente Musumeci non piace al Carroccio. “…Purtroppo, in Sicilia sta succedendo quello che sarebbe successo a Roma se non avessero trovato la soluzione che si chiama Mario Draghi – afferma il sindaco di Bronte, Pino Firrarellostiamo pagando il costo della disintegrazione totale dei partiti politici…”.

Pino Firrarello

L’ex senatore e figura storica della Democrazia Cristiana e di Forza Italia, nel catanese ed in Sicilia, è deluso in merito alla crisi endemica del centrodestra siciliano in vista non solo delle amministrative di Palermo e Messina di giugno ma anche delle regionali del prossimo autunno.

In ogni caso per Firrarello la situazione è quella che è:“…Fino ad oggi, purtroppo – conclude il primo cittadino brontese – non ci sono state persone che hanno saputo affrontare i nodi delle alleanze per le amministrazioni locali, regionali e perfino nazionali…”.

Continua così il braccio di ferro tra gli ex aggregati del centrodestra con Giorgia Meloni, che sembra comunque intenzionata a non fare più sconti agli alleati. Invece Silvio Berlusconi appare sempre più determinato a riprendersi il ruolo di leader maximo. Anche se non convince più nessuno.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa