L’organizzazione si troverebbe senza un euro in cassa. Poi qualcuno dovrebbe spiegarci il perché dell’enorme dissesto finanziario. C’è qualche responsabilità? Tutti chiedono soldi in questo periodo di magra ma i contribuenti hanno già dato. Adesso spetta a miliardari e multinazionali, se vogliono, risanare i forzieri dell’Oms a patto di regolari rendicontazioni.
Roma – Si stenta a crederlo ma l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è sull’orlo del baratro finanziario. Le casse sono vuote. A lanciare l’allarme non è stato un Pinco Pallino qualunque ma addirittura il suo direttore, Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha manifestato forte preoccupazione per le condizioni finanziarie dell’organizzazione. In parole povere si rischia il fallimento.
L’OMS è l’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie e come recita la sua stessa costituzione l’obiettivo è il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute, intesa come uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente di malattie o infermità.
C’è da dire che da questo punto di vista l’obiettivo non è stato per nulla raggiunto considerata la situazione generale delle popolazioni mondiali o della gran parte di queste. Ma il direttore parlava di soldi senza i quali non si potrebbero scongiurare eventuali pandemie future. E’ l’ennesima dimostrazione che “c’est l’argent qui fait la guerre“, tanto per citare una terminologia militaresca di origine francese od ancora “senza soldi non si canta messa” per restare in ambito ancora più prosaico e popolare.
L’OMS chiede che gli Stati membri e i donatori mettano mano al portafogli ed aumentino gli introiti per poter svolgere la propria mission. Secondo il direttore se l’attuale modello di finanziamento continua, l’OMS è destinata a chiudere bottega. La recente pandemia pare che non debba essere, purtroppo, un caso isolato: gli esperti ne prevedono altre. C’è bisogno di un’OMS forte e preparata.
Se non arrivano risorse fresche e numerose è a rischio la tutela della salute mondiale. In particolare, l’OMS ha chiesto agli stati membri e ai donatori 480 milioni di dollari per il prossimo periodo di bilancio, pari a 420 milioni di euro per i due anni seguenti. A questi devono essere aggiunti 430 milioni di dollari, circa 380 milioni di euro, utilizzabili per il suo programma di emergenza destinato al coordinamento della risposta globale al Covid-19.
Il bilancio dell’organizzazione negli ultimi due anni era in origine di 5,8 miliardi di dollari, ovvero più di 5 miliardi di euro. Poi con lo scoppio della malattia virale è stato notevolmente incrementato. Ma vista la congiuntura economica mondiale sfavorevole le grida di aiuto del direttore dell’OMS rischiano di rimanere inascoltate.
C’è da dire, inoltre, che i componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Organizzazione pare siano in palese disaccordo sulle riforme di bilancio. Sulla questione, la direzione ha dichiarato senza mezzi termini: “…Il cambio di paradigma nella salute mondiale che è necessario, ora deve essere accompagnato da un cambio di paradigma nei finanziamenti...”.
“…Soldi, soldi, soldi, beati siano i soldi, i beneamati soldi, perché chi ha tanti soldi vive come un pascià…”, cantava nel 1961 Betty Curtis che continuava con le seguenti parole “…prendi, spandi e spendi, non domandare da dove provengono…”.
Ecco, è solo una lurida questione di soldi. Anche “pochi, maledetti e subito“, come si suole dire, perché l’OMS sembra proprio essere alla canna del gas. Potrebbe intanto chiedere maggiori contributi finanziari ad aziende come Pfizer, che di soldi coi vaccini ne sta facendo a palate. Quanto a noi, poveri contribuenti, non abbiamo nemmeno gli occhi per piangere, abbiamo già dato. Rivolgersi altrove, grazie.