L’orgasmo del giurista: pensione ai mafiosi

Camorristi e bombaroli, che non risiedono nelle patrie galere, hanno diritto alla pensione sociale o a quella di disabilità. Migliaia di cittadini non ricevono né l’una, né l’altra eppure sono galantuomini che non hanno ammazzato nessuno. Tutto questo grazie all’Inps che ha applicato la sentenza della Corte Costituzionale che porta la firma di Giuliano Amato. Gli italiani per bene ringraziano.

Roma _ Ci sarebbe da ridere se non fosse una notizia tragica. Mafiosi e terroristi, in detenzione alternativa al carcere (domicilio, servizi sociali e altro), possono ricevere la pensione sociale o quella di disabilità, la Naspi. Con tanto di arretrati per i periodi nei quali il titolare non scontava la pena in cella. E’ quanto ha deciso di fare l’Inps applicando la sentenza della Corte Costituzionale, relatore Giuliano Amato, che ha dichiarato illegittimo l’articolo della Legge 92/2012.

Giuliano Amato: no alla revoca della Naspi ai condannati (Foto Giuseppe Lami)

E’ da ricordare che quella norma prevedeva la revoca delle prestazioni previdenziali dopo condanne di mafia e terrorismo. Giuliano Amato attuale presidente della Consulta, ex delfino di Bettino Craxi, é l’unico o uno dei pochi dirigenti socialisti di un certo spessore ad essere sopravvissuto a Tangentopoli. Il che è tutto dire!

Considerato tra i più illustri costituzionalisti, è passata alla storia la sua dichiarazione in occasione del Gay Pride del 2000 nell’anno del Giubileo quando, candidamente, affermò di non aver potuto impedire la manifestazione perché “…Purtroppo c’è la Costituzione…”. Degna risposta di un grande costituzionalista!

Silvio Berlusconi e Bettino Craxi. Correva l’anno 1984.

E come non ricordare il decreto a favore delle Tv di Berlusconi nel 1985 che doveva essere provvisorio ovvero della durata di sei mesi in attesa della Legge sulle Tv. Ma il nostro spavaldo eroe che cosa s’inventò? Che il provvisorio diventò transitorio, quindi neppure rinnovabile alla scadenza.

In seguito Amato stesso in un’intervista sull’argomento si mostrò molto compiaciuto di questa genialata dichiarando con enfasi: “…Noi giuristi viviamo di queste finezze: la distinzione fra “transitorio” e “provvisorio” è quasi da “orgasmo” per un giurista Quando discuto attorno a un tavolo tecnico e qualcuno dice “questa cosa è vietata“, io faccio aggiungere: tendenzialmente…”.

La sentenza 137/2021 della Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo della Legge 92/2012 riguardante la revoca delle prestazioni assistenziali ai condannati in via definitiva per reati di mafia o terrorismo che scontano la pena in modalità alternativa alla detenzione, poiché in contrasto con due articoli della Costituzione: il n. 3 (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge) e il n. 38 (Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale).

Inoltre, la Corte ha aggiunto: “…E’ irragionevole che lo Stato valuti un soggetto meritevole di accedere a tale modalità di detenzione, cioè quelle fuori dal carcere, e lo privi dei mezzi per vivere, quando questi sono ottenibili solo dalle prestazioni assistenziali. Sebbene queste persone abbiano gravemente violato il patto di solidarietà sociale che è alla base della convivenza civile, attiene a questa stessa convivenza civile che ad essi siano comunque assicurati i mezzi necessari per vivere…”.

Giuliano Amato

Che sensibilità, che alta concezione della dignità umana! Non si tratta di stabilire se questa è una sentenza giusta oppure no. Quello che ci interessa sono i suoi effetti sociali. La sensazione che si ha, da cittadino comune, è quella di trovarsi di fronte a situazioni che hanno perso il senso della misura. A parte che non si comprende come due reati tra i più esecrabili, come mafia e terrorismo, possano avere pene detentive alternative al carcere.

Si dirà che se ci sono state “collaborazioni” e “buona condotta” questo può avvenire. La collaborazione e la buona condotta non estinguono il reato, ma possono essere utilizzate per un miglior trattamento di pena. D’altronde in un Paese in cui hanno percepito il reddito di cittadinanza fior di criminali, non c’è da meravigliarsi se a mafiosi e terroristi viene offerta la pensione o altre forme di assistenza.

Non ci è dato sapere quale sia stato questa volta il provvisorio sostituito dal transitorio del buon Giuliano Amato, quindi non siamo a conoscenza del suo eventuale orgasmo giuridico. Sappiamo che allora si schierò coi più forti. Se due più due fa quattro: anche questa volta. Diciamolo piano: c’è la guerra in corso!                              

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