Le armi da fuoco sono responsabili di gran parte degli omicidi commessi ma servono anche per difendersi dai criminali. Ne sanno qualcosa le nostre Forze dell’Ordine che, per lavoro, girano armate con tutte le responsabilità che gravano su chi porta un’arma autorizzata. In questo caso senza esplicita licenza che, invece, è obbligatoria in tutti gli altri casi. Vediamo di saperne di più.
Il presente contributo nasce dalla convinzione che sia necessario per i nostri lettori possedere alcuni rudimenti sulle armi da fuoco per comprendere al meglio quanto i mass-media riportano al riguardo, molte volte con eccessive semplificazioni. L’occasione ci viene fornita dal recente caso di Voghera dove l’assessore comunale Massimo Adriatici, con la sua pistola semiautomatica in calibro 22, caricata con cartucce HP, il 21 luglio 2021 metteva a morte Youns El Boussettaoui.
Il termine HP significa Hallow Point ovvero ogiva a punta cava. I proiettili con sigla HP sono acquistabili nelle comuni armerie o presso i poligoni di tiro. Il loro uso è destinato in via esclusiva all’attività sportiva, ossia nei poligoni, o venatoria. Non è consentito l’uso quale proiettile per la difesa personale e, in Italia, dal 1992, è considerato proiettile per arma da guerra in forza di una sentenza della Cassazione del 2008. La pistola usata dallo sparatore, non è adatta all’uso sportivo, piuttosto è una pistola di piccole dimensioni, facilmente occultabile. E’ una Beretta mod. 21, in calibro .22 caricata con cartucce .22 Long Rifle. E’ lunga 125mm e pesa meno di 350 grammi. (vedi anche 21 A Bobcat -www.beretta.com).
Non affronteremo l’argomento specifico, né faremo riferimento al caso della città pavese poiché la macchina della giustizia non si è ancora espressa. Per la cronaca Adriatici è ora accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Trattasi in ogni caso di omicidio essendo questo termine riferito alla soppressione di una vita umana a opera di un altro essere umano. L’omicidio ha varie sfumature: volontario, premeditato, colposo, preterintenzionale, ed altro.
Non sono invece considerati omicidi quelli commessi dalle Forze dell’Ordine e dalle Forze Armate nell’esercizio delle loro attività di servizio o di guerra. Infine non sono considerati omicidi gli incidenti di caccia e in ambito venatorio a meno che non vengano accertati, dopo le opportune indagini, severi indizi di volontarietà.
Gli omicidi avvengono con ogni genere di strumenti: oggetti atti a contundere (bastoni, pietre, martelli, …), armi da taglio, armi da fuoco. (vedi anche www.opalbrescia.org/elenco-degli-omicidi-con-armi-detenute-con-regolare-licenza-nel-2021/).
Per pistole in quanto armi da fuoco sono macchine termobalistiche atte a contenere e convogliare, tramite un cilindro cavo, la canna, l’energia cinetica sviluppata dalla carica di lancio contenuta in una cartuccia allo scopo di scagliare a distanza la palla, altrimenti detta ogiva. Per una esaustiva classificazione delle armi si consultino i siti:
https://www.tiropratico.com/normativa/ARCHIVIO/classificazione.htm https://www.armietiro.it/nuovo-sito-del-banco-istruzioni-per-luso-11999
È necessario capire alcuni concetti alla base della tecnologia delle armi e delle munizioni per capire l’effetto che si ha su di un soggetto colpito dall’ogiva. La cartuccia è costituita da quattro elementi: proiettile, palla od ogiva, che è l’oggetto atto ad offendere; la polvere infume, che è il combustibile necessario allo sviluppo dei gas necessari alla spinta del proiettile; l’innesco che rappresentato da una piccola capsula contenente la miscela esplosiva deputata ad accendere la polvere; il bossolo, che è l’elemento atto a contenere i primi tre elementi. La spinta necessaria a muovere il proiettile, definito proietto quando il suo moto avviene all’interno della canna, è generata dalla combustione della polvere infume.
Quando si preme il grilletto di un’arma da fuoco il percussore avanza rapidamente utilizzando l’energia di compressione di una molla coassiale allo stesso, oppure attraverso l’abbattimento del cane, per le pistole che ne sono dotate. Il percussore o il cane urta violentemente contro una piccola incudine metallica di cui è provvisto l’innesco e la miscela ivi contenuta esplode, dando vita ad un dardo di fuoco che, attraversando un minuscolo foro, detto foro di vampa, accende la polvere infume.
Quest’ultima sviluppa i gas necessari a spingere il proietto all’interno della canna costringendolo, grazie alle rigature elicoidali sopra accennate, ad acquisire anche un moto rotatorio. I gas occupano tutto il volume della canna compreso tra bossolo e il proiettile espandendosi verso la base di quest’ultimo.
– continua –