I numeri della Guardia di Finanza sono da capogiro. Si va dal famoso reddito di Cittadinanza erogato soprattutto a chi non ne ha diritto al lavoro nero, dal gioco d’azzardo alle truffe aggravate in danno dello Stato e cosi via dicendo per milioni e milioni di euro che raggiungono quasi una Finanziaria. Poi c’è il gravissimo problema delle infiltrazioni mafiose nella società e nell’economia nazionale. Un cancro che vanifica la ripartenza.
Roma – E c’è chi blatera di riduzione delle tasse per dare respiro alle imprese bloccate dal troppo carico fiscale e dalla crisi economica scaturita dalla pandemia, senza affrontare l’annoso problema sul piano generale. In occasione del 247° anniversario della Guardia di Finanza, è stato presentato il bilancio operativo riferito al 2020.
Sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 525 milioni di euro. Il valore del riciclaggio accertato oscilla intorno a 1,9 miliardi di euro, mentre ammontano a 27,7 milioni di euro i sequestri operati nei confronti di soggetti responsabili del reato di usura.
I provvedimenti di sequestro e confisca hanno raggiunto la cifra di circa 1,5 miliardi di euro. Invece, il valore dei beni mobili, immobili, aziende, quote societarie e disponibilità finanziarie proposto all’Autorità giudiziaria per il sequestro si avvicina ai 2,2 miliardi.
E non è finita qui: rintracciati quasi 3600 evasori totali, imprenditori o lavoratori autonomi completamente desaparecidos all’Amministrazione finanziaria, di cui un discreto numero ha utilizzato piattaforme di commercio elettronico e circa 20 mila lavoratori in nero o irregolari.
Per quanto riguarda il gioco illegale, la base imponibile evasa risulta essere di circa 500 milioni.
Potevano mancare i furbetti del reddito di cittadinanza? Certo che no. E sempre più numerosi, tanto per dire quanto non funzioni questa forma di sussidio cosi distribuita, come si dice, a cani e porci.
I denunciati all’Autorità giudiziaria sono circa 6 mila. Fra loro una eterogenea umanità: intestatari di ville e auto di lusso, evasori totali e mafiosi con sentenze passate in giudicato, furbi in genere e clandestini con residenza ufficiale nel Paese d’origine. Seimila balordi che prendono soldi senza averne diritto e, soprattutto, senza lavorare.
Sono stati intercettati, grazie anche al prezioso contributo dell’Inps, oltre 50 milioni di euro percepiti indebitamente e circa 13 milioni di euro di contributi richiesti e non ancora riscossi.
Poi, per non farci mancare nulla, si sono verificati numerosi raggiri su beni per contrastare la pandemia, reati di frode in commercio, vendita di prodotti contraffatti, truffa, falso e ricettazione. Ma non basta.
Inoltre sono state sequestrati più di 70 milioni di mascherine e dispositivi di protezione individuale, nonché circa 1 milione di confezioni e 160 mila litri di igienizzanti (venduti come disinfettanti).
Nel corso del 2020 la Guardia di Finanza ha eseguito 1 milione e più di controlli per verificare il rispetto delle misure di contenimento della pandemia.
Infine migliaia sono stati gli interventi ispettivi e le indagini per impedire le infiltrazioni della criminalità organizzata nel contesto sociale ed economico del Paese. Un’attività intensissima quella delle Fiamme gialle nel contrasto delle mafie italiane e straniere.
Numeri impressionanti che testimoniano la quantità di risorse finanziare disperse nei cunicoli della malversazione e della corruzione. Numeri che equivarrebbero, senza esagerazioni, ad una manovra finanziaria o giù di lì.
E c’è pure chi ha l’ardire e la faccia di bronzo di sottolineare che l’evasione è dovuta in parte ad una pletora di leggi e leggine, di lacci e lacciuoli e ad imposte troppo elevate, che impedirebbero il completo sviluppo imprenditoriale.
Ora non passa nemmeno per l’anticamera del cervello a questi soloni di pensare che, forse, le tasse sono alte e sulle spalle del lavoro dipendente, proprio perché l’evasione fiscale e contributiva è la più elevata tra i Paesi industrializzati.
Si dà la colpa all’eccessivo carico fiscale, giustificando in questo modo un tratto saliente dell’antropologia di gran parte degli italiani, tendente al raggiro, alla furbata, alla frode, a come fregare lo Stato. Per poi chiederne la presenza quando se ne ha bisogno: pandemia docet!
Senza minimamente pensare che fregando la collettività, fregano se stessi. Un antico adagio cinese dice “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito“. Calza proprio a pennello, che ne dite?