ROMA – MASCHERINE FARLOCCHE O AL TITANIO: SE SFUGGI AL VIRUS TI BECCHI IL CANCRO?

Mascherine fasulle o al titanio sono distribuite dappertutto e c'è chi ha fatto affari d'oro comprando a pochi centesimi e rivendendo al pubblico con ricarichi anche del 120%. Almeno fossero efficaci. Invece anche quelle più blasonate sembra siano un bluff.

Roma – Dallo scoppio della pandemia l’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree è divenuto indispensabile e fa parte della nostra quotidianità. Oltre che degli obblighi di legge. All’inizio, per l’improvvisa richiesta che superava di gran lunga la disponibilità di magazzino, ci si arrangiava con il fai da te.

Mentre mascherine e guanti iniziavano a scarseggiare. Nel tempo l’offerta di protezioni naso-buccali, ad uso medico e non, è aumentata notevolmente sul mercato. Tanto che se ne trovano di tutti i tipi, di tutte le forge, cucite, incollate, colorate, stampate con diversi soggetti sino a quelle con le paillettes colorate che fanno tanto sexy.

Ma quante di queste protezioni sono conformi alle norme vigenti e a quanto dichiarato sulle confezioni? Le mascherine sono tutte buone e innocue? Macché. Durante un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle di Padova su diversi lotti di mascherine chirurgiche sequestrate perché prive di documentazione di conformità, sarebbero state trovate fino a duemila parti per milione di “Biossido di Titanio“: una sostanza consentita in Unione Europea ma messa al bando dalla Francia poiché ritenuta cancerogena.

Adiconsum, che ha denunciato l’accaduto, lamenta che qualsiasi prodotto per legge dovrebbe riportare la provenienza, le materie prime impiegate per la realizzazione e la certificazione di non tossicità. Nelle mascherine di uso quotidiano, sia chirurgiche che FFP1, FFP2, FFP3, non c’è nulla di tutto questo a netto svantaggio del consumatore.

Il Biossido di Titanio, indicato con la sigla E171 se usato sugli alimenti, è una sostanza di origine minerale che si presenta sotto forma di polvere cristallina di colore chiaro opaco e utilizzata come sbiancante. L’Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), nel 2006 lo ha definito come “possibile cancerogeno per l’uomo se inalato.

Una ricerca del 2017 effettuata dall’Inra, l’Istituto nazionale francese per la Ricerca Agronomica, ha dimostrato che l’esposizione continuata all’E171 tramite ingestione provoca stati precoci di cancerogenesi. Eppure viene utilizzato nell’industria alimentare, in molti cosmetici e perfino nei dentifrici e prodotti di cura per il corpo. Tanto perché induce il cancro, a sentire gli scienziati.

Visto l’alto contenuto di Biossido rinvenuto nelle mascherine esaminate sarebbe opportuno normarne la presenza, poiché potrebbe non essere tossico in piccole quantità ma potrebbe invece esserlo in quantità elevate. Considerato il business che si è sviluppato grazie al maledetto virus, i dispositivi di protezione delle vie aeree che acquistiamo dovrebbero subire maggiori e accurati controlli prima di finire sui banchi delle farmacie. O nei supermarket cinesi.

Giorni fa la Procura della Repubblica di Milano ha disposto il sequestro, in dieci farmacie milanesi, di 15 mascherine U-Mask e di alcuni filtri, per effettuare analisi volte a stabilire se l’effettiva capacità di filtraggio sia conforme o meno a quanto dichiarato dall’azienda.

L’indagine è nata dall’esposto di una ditta concorrente che, esami alla mano realizzati sulla mascherina Biotech, ha dimostrato a fronte di una dichiarata filtrazione del 99,9% e un’efficienza di 200 ore effettive di utilizzo, per come dichiarato dall’azienda sul proprio prodotto, la reale capacità di filtraggio pare non superasse il 70-80%. Una percentuale inferiore ad una semplice mascherina chirurgica da 50 centesimi.

Le comuni mascherine usa e getta, infatti, non sono altro che filtri a membrana dove i batteri possono accumularsi e proliferare tra un utilizzo e l’altro. Questo è il motivo per cui le mascherine monouso vengono utilizzate in ambienti medici e non devono essere utilizzate per più di un turno.

Mascherine U-Mask

Le U-Mask invece contengono invece il Refill, ovvero uno strato interno auto-sanificante derivato da una tecnologia innovativa naturale e assolutamente atossica per l’uomo, che offrirebbe risultati garantiti per almeno 150-200 ore di utilizzo efficace. Cosi almeno spiega la ditta nel suo sito. Invece, per come abbiamo detto, pare non sia affatto cosi.

La vicenda ha poi fatto il giro dei mass-media ma a dire il vero, in piena pandemia, c’eravamo già occupati di mascherine farlocche, gel fasulli ma costosi come brillanti e negozianti furbetti, a seguito di altri sequestri della guardia di Finanza e dei carabinieri nelle province di Milano e Pavia. Adesso le indagini dilagano a macchia d’olio.

 

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