La maggior parte delle sentenze della Corte di Strasburgo non vengono eseguite nonostante siano vincolanti per l’ordinamento nazionale. L’Italia è fra le prime in graduatoria per il mancato rispetto dei diritti delle donne. Seguono i diritti negati delle coppie separate e la mancata protezione dei cittadini di Taranto dalle emissioni nocive dell’Ilva.
Roma – Ancora una volta l’abbiamo fatta fuori dal vaso, siamo stati beccati con le mani nella marmellata, come monellacci. Ma qui non si tratta di marachelle infantili, bensì di violazione dei diritti umani. La Corte Europea ha sentenziato che abbiamo pregiudizi sulle donne.
Ha condannato, infatti, l’Italia per aver violato i diritti di una presunta vittima di stupro senza rispettarne la vita intima e privata.
Così è stato scritto nei documenti diffusi dalla Corte. In buona sostanza di tratta di una sentenza della Corte d’Appello di Firenze del 2015 che aveva emanato un giudizio di assoluzione per 7 imputati accusati di stupro di gruppo.
La Corte di Strasburgo ha precisato con puntiglio che sono stati utilizzati commenti ingiustificati ed un linguaggio che veicola pregiudizi sul ruolo delle donne esistenti nella società italiana.
E siccome non ci facciamo mancare niente, ci siamo beccati anche la ramanzina su un tratto culturale tipico del nostro modo di vivere. E hanno pure colto nel segno, non c’è che dire.
Che l’Italia non sia un Paese per donne ce lo dicono le statistiche, che evidenziano la nostra arretratezza rispetto a molti Paesi europei. Lo sappiamo tutti, ormai, che sulle politiche a favore delle donne segniamo il passo, rispetto al resto d’Europa. E fosse solo questo.
Ora per quanto riguarda le condanne dell’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea o della CEDU (Corte Europea dei Diritti Umani), c’è da dire che sono assai numerose e in diversi settori.
Per dovere di cronaca le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per l’ordinamento nazionale, che si deve attenere ad esse. Mentre le sentenze della CEDU sono sussidiarie rispetto alla legislazione nazionale.
Un breve elenco delle ultime condanne ci fa comprendere meglio di che cosa stiamo parlando:
- per non avere rispettato i diritti dei genitori separati, con sollecito a riconoscere il diritto alla bigenitorialità;
- per la durata dei processi;
- per non aver protetto i cittadini di Taranto dalle emissioni dell’Ilva;
- violazione dei diritti della difesa in merito al processo di Meredith Kercker;
- sovraffollamento carcerario;
- per avere, tra il 2008 ed il 2017, violato sistematicamente ed in forma continuata i valori limiti posti dall’UE sull’inquinamento dell’aria, non adottando misure adeguate per la riduzione delle polveri sottili;
- nella disputa per l’affido di un minore il nostro Paese non ha preso tutte le misure idonee a garantire la relazione tra un genitore ed un figlio.
Da Patria del diritto a quella del “rovescio“, una gran bella metamorfosi, non c’è che dire. E’ lecito tuttavia porsi una domanda: ma queste sentenze vengono eseguite o no? Nei fatti sembra proprio che lascino il tempo che trovano, nel senso che non ci sono strumenti efficaci per la loro effettiva esecutività.
Quindi parole al vento, aria fritta. Forse è per questi motivi che si è sparsa la voce che si organizzeranno le olimpiadi delle condanne ricevute. Noi siamo il pole position: la medaglia d’oro non ce la toglierà nessuno. Che culo.