BOLOGNA – PER IL GIUDICE SI TRATTAVA DI ESPLORAZIONE SESSUALE NON DI ABUSI.

La vicenda è molto complessa e avrà certamente un seguito. E ripropone il problema degli affidi condivisi che, come in questo caso, sono di difficile attuazione specie quando uno dei genitori decide di ritornare nel suo Paese d'origine.

Bologna – Imprenditore di 56 anni racconta di aver sorpreso l’ex compagna durante un presunto approccio sessuale con il figlioletto di 7 anni. Nel frattempo la mamma, di origini rumene, ha portato il bambino nel suo Paese grazie ad una sentenza del tribunale civile. La vicenda è davvero drammatica ma da affrontare con i piedi di piombo perché c’è in gioco il futuro di un bambino che sembra essere già compromesso:”…Dalla mia ex compagna ho avuto un figlio nel luglio del 2013 – dice A.D. papà del minore – nel gennaio del 2019 scopro in chat che lei ha un amante che vive con una donna in Toscana. Durante la conversazione la mia ex parla delle erezioni che il bambino avrebbe avuto quando la toccava ripetutamente nelle parti intime. L’uomo le diceva che poteva intervenire sull’aggressività sessuale del bambino ma a patto di rimanere solo con lui…”.

Secondo un magistrato si tratta di una normale esplorazione della sessualità da parte del bambino e non di atti sessuali.

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L’imprenditore, solitamente gioviale e di buon carattere, litiga con la compagna e ne nasce una lite violenta dove i due si insultano a vicenda continuando a vivere sotto lo stesso tetto ma da separati in casa. Dopo una settimana la donna avrebbe portato via al suo ex compagno una cospicua somma di denaro e fra i due sarebbero ricominciati i litigi sino all’epilogo:”… Nel maggio del 2019 mi accorgo della registrazione di una telefonata operata dalla mia ex sul mio cellulare – aggiunge A.D. – lei parlava con l’amichetta del suo amante toscano descrivendole atti di incontestabile natura sessuale da lei compiuti in più occasioni su mio figlio: la madre eccitava il piccolo facendosi toccare la vagina, il bambino aveva una erezione e descriveva un orgasmo. La donna aveva inviato alla sua amica anche alcuni video che raffiguravano tali atti sessuali. Un orrore indescrivibile…”.

L’imprenditore con il figlio.

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Dopo questi fatti la coppia decide si separarsi, i primi documenti vengono presentati in tribunale fra giugno e luglio 2019. La ex convivente del commerciante emiliano chiede al giudice di poter raggiungere i suoi parenti in Romania ma la richiesta viene rigettata. Nello stesso mese il magistrato disponeva una consulenza tecnica mentre la Procura adita dall’uomo per le presunte violenze sessuali in danno del bimbo, seppur supportate da video e audio, chiedeva l’archiviazione della denuncia sia nei confronti della mamma del bambino che della coppia toscana, il cui ruolo sembrava piuttosto evidente, stante le prove in possesso di A.D. che si opponeva all’archiviazione.

Manifestazione di genitori davanti al tribunale dei Minori.

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Nel dicembre del 2019 ancora un nulla di fatto da parte di altro Pm che giudicava gli atti sessuali di madre e figlio come una normale esplorazione della sessualità da parte del bambino. Nel giugno del 2020, in sede civile, la mamma del bambino ottiene l’affido condiviso con il collocamento prevalente del minore presso di sè, la possibilità di portarlo in Romania, di farlo vedere al padre nei modi e nei tempi stabiliti e di ricevere anche un congruo sostegno mensile.

A sx Roberto Castelli di Genitori Sottratti e il papà protagonista della vicenda.

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Insomma una sconfitta su tutta la linea:”… Il mio avvocato Francesco Miraglia ha fatto ricorso – conclude sconcertato A.D. – ma non è servito a nulla. Mio figlio è partito per la Romania con sua madre lo scorso 9 luglio e dire che lo stesso giorno avrei dovuto incontrarlo durante un colloquio protetto. L’ho saputo perché la mia ex mi ha scritto una mail, al contrario non ne avrei avuto notizia. Chissà se lo rivedrò mai più…”. Una vicenda da non credere se non ci fossero audio e video a dimostrare il terribile racconto dell’imprenditore a cui non rimane altro che sperare di rivedere il figlio in Romania cosi come disposto dal giudice:

Roberto Castelli, presidente associazione Genitori Sottratti, che assiste l’imprenditore emiliano. 

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“…Una sentenza che passa liscia, zeppa di testimonianze e prove irte come spine – afferma Roberto Castelli, presidente dell’associazione Genitori Sottratticonsente ad una madre spregiudicata di espatriare col figlio dopo gli episodi a sfondo sessuale di cui si è resa protagonista con i suoi amici. Mentre il padre viene messo all’angolo con l’unica possibilità di rivedere il figlio all’estero e sempre che la madre non peggiori la situazione. E tutto il resto, di una gravità inaudita, perché è stato archiviato?..”. A.D. non molla e annuncia altre denunce e nuovi ricorsi specie nel caso la donna non ottemperi alle disposizioni della magistratura italiana. :”… Il bambino mi aveva detto che stava bene in Italia – mormora sconsolato A.D. – e che non voleva andare in Romania, ma quanto valgono i desideri di un bambino di 7 anni?..”. 

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