Giustizia: riforma in salita e non risolutiva

275 emendamenti sono stati presentati dai gruppi parlamentari per l’art.14 della riforma penale riguardante la prescrizione. Si sommano ai precedenti 1356 depositati sugli altri articoli per un totale di 1631 proposte di modifica agli emendamenti del governo. Sulla prescrizione M5s ha presentato un solo emendamento alla proposta Cartabia mentre il gruppo L’Alternativa ne ha presentati 246. Grossi problemi in vista.

Roma – Il Governo porrà la fiducia sulla Riforma della Giustizia. Sembra di essere ritornati indietro nel tempo quando per evitare bocciature di provvedimenti legislativi si paventava, con grande senso dello Stato, lo spauracchio della caduta dell’esecutivo e delle elezioni anticipate.

D’altronde fra non molto si avvierà il semestre bianco e non si potranno tenere consultazioni elettorali. Tanti gli emendamenti che sono stati presentati dagli schieramenti politici che sono all’interno della maggioranza.

Per Draghi, peraltro, chiedere la fiducia 3-5 giorni prima del semestre bianco è praticamente come chiederla durante il medesimo periodo perché i tempi per organizzare una consultazione elettorale non ci sarebbero comunque. Ma non è con una minaccia di questo tipo che si fa una riforma così complessa.

Mario Draghi e Marta Cartabia

Una trasformazione di questa portata così deve essere condivisa, ma per esserlo bisogna essere tutti d’accordo e poiché questa convergenza sulla proposta Cartabia ancora non c’è, allora diventa opportuno “minacciare la consultazione elettorale” al fine di approvare un provvedimento così complessa ed importante.

Questo il significato, chiaro ed evidente, della richiesta da parte del Premier il quale ci tiene a sottolineare che siccome la proposta di riforma della giustizia è stata approvata all’unanimità al Cdm, ci sarà tutta la buona volontà per “…accogliere cambiamenti, emendamenti al testo che siano, però, di carattere tecnico e non stravolgano l’impianto e siano condivisi…”. Parole.

Il sarcasmo del Presidente del Consiglio va oltre ogni aspettativa, così come gli va riconosciuta la capacità politica per avere incastrato i partiti di governo, seduti in CdM, soprattutto i 5stelle.

In ogni caso la riforma che la maggioranza intendeportare a casa ed in Europaad ogni costo, non può essere lasciata in balia dei parlamentari che potrebbero stravolgerla. Questo è, in pratica, il retro-pensiero dell’ex Presidente della Bce.

Alfonso Bonafede e Giuseppe Conte

Nel frattempo si sta sottovalutando il ritorno di Conte, come Presidente del nuovo M5s, di Alfonso Bonafede e del contorno propagandistico di coloro i quali sono stati entusiasti della precedente legge. E’ sufficiente un po’ di memoria per ricordare da quali scranni proveniva il suono di tamburi che inneggiava alla riforma Bonafede.

In conferenza stampa interviene anche il Ministro Cartabia che spiega la complessità delle nuove norme in un contesto legislativo che diventa “…difficile ma ineludibile, il problema della durata dei processi è grave in Italia. Questa riforma non è la riforma della prescrizione, ma la riforma complessiva del sistema giustizia che ha lo scopo di abbreviare i processi lunghi ed evitare impunità…”. Concetto per altro ribadito più volte ma rimasto inascoltato da chi ha altri interessi.

Marta Cartabia

“…Il Governo ha introdotto risorse umane, digitalizzazione, riforma organizzativa e processualeha evidenziato Cartabia – non si può guardare il singolo effetto che può avere quel termine che è assolutamente raggiungibile nella stragrande maggioranza delle Corti d’Appello. Stiamo lavorando per fare in modo che nessuno possa dire non ce la faccio in tempo…”.

Se non applaude la politica, che è critica geneticamente su ogni testo di legge, indipendentemente dalla qualità della proposta, anche Nicola Gratteri e Cafiero de Raho sono critici. Anzi molto di più.

Nicola Gratteri e Federico Cafiero De Raho

Infatti con l’improcedibilità prevista dalla riforma Cartabia, ha avvertito il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, ci saranno grossi problemi per centinaia di processi di mafia: “…Il 50 per cento dei processi, considerata la gran mole dei reati di mafia e maxi processo che celebriamo, saranno dichiarati improcedibili in appello…”. Anche per il Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho è sulla stessa lunghezza d’onda: “…Immaginare che tanti processi vengano dichiarati improcedibili mina la sicurezza del Paese…”.

In ogni caso si temono imboscate in Parlamento dunque si vota con la fiducia. Ma il percorso è ancora lungo e tortuoso mentre il tempo stringe.

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