Forti aumenti in tutti i settori merceologici

Dagli alimentari ai carburanti, dall’elettronica al bricolage, dalla moda ai ristoranti, i prezzi salgono alle stelle. E sempre meno si risparmia acquistando in rete dove a prezzi più bassi spesso non corrisponde una buona qualità. Per non parlare di luce e gas. Anche i nuovi gestori promettono sconti ma di fatto si spende sempre troppo. Che belle prospettive…

Roma – Negli ultimi giorni si è sentito parlare molto di aumenti delle bollette energetiche, che faranno piangere molti di noi. Ma anche i prezzi della benzina, diesel e Gpl sono cresciuti in maniera eccessiva non solo qui in Italia, ma anche nel resto d’Europa e del mondo. La Cina, che utilizza sempre maniere spicce, senza tanti fronzoli, ha invitato le aziende di Stato ad assicurarsi, a qualunque costo, le forniture di gas per l’inverno.

Un indizio che in magazzino c’è poca roba e che si è fatto sentire sull’Europa, soprattutto in Gran Bretagna, che per evitare il blocco totale ha dovuto chiedere rifornimento alla Norvegia per non rimanere in brache di tela.

Ma non ci avevano raccontato la favoletta che l’industria dei combustibili fossili e gli impianti petroliferi erano pronti per chiudere e che avremmo investito in Green Economy?  Frottole che si sono sperdute nel vento e buone in occasione di discorsi ufficiali e cerimonie. Di fatto: nisba. La rivoluzione “verde” potrà attendere, intanto viviamo un paradosso, il cui conto sarà molto salato per le nostre tasche.

Russia, regione di Leningrado: la stazione di Slavjanskaja, operata da Gazprom e punto d’inizio del gasdotto Nord stream 2

I prezzi di petrolio, benzine alla pompa, diesel, Gpl e metano sono saliti alle stelle. Gli aumenti si sono sentiti in bolletta, anche se il Governo ha cercato di ridimensionare con bonus e tagli agli oneri di sistema. Secondo molti economisti l’aumento del gas è dovuto ai disinvestimenti effettuati dalle aziende energetiche durante il lockdown. 

A ciò si è aggiunto l’effetto controproducente derivato dalla ripresa che è stata più veloce e sostanziosa di quanto ci si aspettasse. Inoltre la Russia ha diminuito le forniture in concomitanza dell’inattesa concorrenza cinese, scaturita dalla carenza di carbone per alimentare le industrie manifatturiere. Ma se guardiamo più in là del nostro naso, il rischio che si corre non è solo quello di vedere aumentato il costo della bolletta o di non potersi riscaldare il prossimo inverno.

Per gli esperti il rischio maggiore che si corre nell’economia in una situazione del genere è la Stagflazione. Non è una cattiva parola ma sta a significare che l’alta inflazione è legata ad un rallentamento dell’economia invece che ad una sua ascesa. Questo potrà accadere perché la mancanza di materie prime metterà lacci stretti alla crescita che frenerà per lo stesso motivo.

Poiché i prezzi resteranno alti (nel frattempo sono rincarati tutti i settori merceologici) le banche centrali potranno stringere i cordoni della borsa, provocando un ulteriore rallentamento del settore finanziario. Un vicolo cieco che ci fa ritornare indietro di 50 anni, agli anni’ 70 e agli shock petroliferi.

La speranza di noi comuni mortali è che questi grandi esperti e teste d’uovo dell’alta finanza confermano il trend degli ultimi anni. Ovvero parlano, studiano dati, ma non ne imbroccano una nemmeno per sbaglio! Basti ricordare la crisi scoppiata alla fine del 2006 negli USA, che non fu prevista da nessun maître-à-penser dell’economia, o da pochissimi, subito isolati.

Prese il nome dai cosiddetti subprime, prestiti ad alto rischio finanziario da parte degli istituti di credito in favore di clienti a forte rischio di insolvenza, considerati come fenomeni di eccessiva speculazione finanziaria. E’ stato un colpo molto duro da sopportare per la loro credibilità, in quanto si è trattata di una crisi che ha avuto conseguenze pesanti sull’economia mondiale, soprattutto nei Paesi sviluppati dell’occidente.

Il Black Tuesday del 1929: il crollo di Wall Street

Questo fatto provocava la grande recessione, che molti di noi hanno vissuto sulla propria pelle e che è stata considerata la peggiore crisi economica dai tempi della grande depressione degli anni’30 del secolo scorso.

Ora se l’intelligenza manifesta pessimismo e la volontà ottimismo“, tanto per parafrasare il motto reso celebre da Antonio Gramsci, non ci resta che stendere un velo pietoso sulla situazione politica italiana. Per carità.                    

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