Energia ed armamenti spaccano il Governo

I problemi delle provviste di materie prime unitamente agli alti costi dei carburanti angosciano i pensieri dei rappresentanti UE mentre in Italia sono le armi da fornire all’Ucraina che fanno vacillare la maggioranza. Sulla spinosa questione è intervenuto anche il santo Padre che giudica una pazzia l’aumento delle spese per strumenti di morte e distruzione.

Roma _ La sfida energetica continua a dominare il dibattito europeo, per emanciparsi dalla Russia. D’altronde se il costo dell’energia è diverso in ogni Paese, e certamente lo è, la competitività e il disagio di famiglie ed imprese va a ritmi diversi in ogni Stato.

Giancarlo Giorgetti

Per questi motivi, il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ritiene che “…Il momento è cruciale e bisogna valutare un eventuale scostamento di bilancio perché se in Europa non si riesce a condividere una posizione comune, l’Italia dovrà prendere decisioni da sola, e saranno decisioni non convenzionali che escono dalle regole. Si dovrà, cioè, infrangere qualche tabù per dare una risposta efficace a Putin…”. E saranno dolori e sacrifici, per inciso.

Con l’invasione della Russia in danno dell’Ucraina si sono moltiplicate anche le richieste da parte del mondo politico per dare priorità ai tanti aspetti della sicurezza alimentare, considerati i timori di una interruzione dell’approvvigionamento di materie prime causata dal conflitto. Mosca e Kiev sono tra i principali fornitori di prodotti agricoli nel mondo e costituiscono circa il 30% del commercio mondiale di grano, il 32% di orzo, il 17% di mais e oltre il 50% di oli commestibili.

Siamo troppo dipendenti dall’estero, materie prime agricole a rischio.

Insomma si teme che l’impatto economico, derivante dal conflitto bellico, sui mercati agroalimentari mondiali diventi dirompente. A risentire della crisi in corso non solo il commercio di materie prime agricole ma anche i costi di filiera che preoccupano l’UE, in particolare i fertilizzanti e il carburante, che servono per la produzione di cibo, stanno raggiungendo costi insostenibili. Nonostante i sistemi tampone adottati dai vari Stati.

Proprio per questi motivi i Capi di Stato e di Governo, riuniti a Versailles, si sono impegnati a migliorare la sicurezza alimentare europea per ridurre la dipendenza dai prodotti agricoli importati, mentre l’Ungheria, precedendo tutti, ha già adottato misure per limitare le esportazioni di grano. In definitiva si intende garantire e rafforzare la capacità produttiva dell’Europa nel 2022.

L’Ue dovrà togliere i limiti alla semina.

Tra le misure al vaglio della Commissione c’è quella, importante, della sospensione temporanea delle aree che vincolano gli agricoltori, con superficie coltivabile superiore a 15 ettari, a garantire che almeno il 5% del loro terreno mantenga il rispetto della biodiversità nelle aziende agricole.

Insomma sono diverse le proposte per sbloccare tutta l’Europa dai vincoli fissati in precedenza e dalla subordinazione dai Paesi dell’Est. “…Si tratta di circa nove milioni di ettari – spiega l’eurodeputato Paolo De Castroche potrebbero essere sfruttati per aumentare la produzione agricola europea…”.

Paolo De Castro

Allo studio c’è anche un pacchetto straordinario di misure per affrontare la carenza di materie prime, in particolare mais, olio di semi così come i fertilizzanti, che risentono dei prezzi elevati del gas e anche del fatto che la Russia detiene quasi il monopolio di nitrati e potassio che vengono usati per produrli.

In questa maniera l’Europarlamento ritiene di raggiungere un doppio obiettivo per affrontare una eventuale crisi di provviste, in particolare da una parte con l’aumento della produzione in Europa, dall’altro, come per il gas, con una strategia di diversificazione dei fornitori. Andrebbero ripensate anche tutte le iniziative che contribuiscono a limitare la produzione in UE.

La Commissione Europea conferma di valutare la questione ed ha chiesto agli Stati membri di condividere le informazioni. La Politica Agricola Comune è una delle principali politiche europee che vale il 31% dell’intero bilancio UE a lungo termine, cioè fino al 2027.

Tra le principali novità della riforma PAC c’è proprio il tentativo di un maggiore contributo della Politica Agricola Europea per gli obiettivi di sostenibilità, con un collegamento diretto tra i finanziamenti della PAC e le pratiche verdi. 

Spendere soldi per le armi è assurdo, ritiene giustamente Sua Santità

Sul fronte degli accantonamenti del 2% per fornire armi all’Ucraina la maggioranza si spacca con Conte che decide per un no a chiare lettere promettendo che i 5 Stelle voteranno contro, dopo lo scossone provocato dal senatore grillino Vito Petrocelli che si appella alla Costituzione.

Grande confusione anche nel Pd e in tutto il centrodestra. Sulla spinosa questione è intervenuto anche Papa Bergoglio che giudica assurdo spendere soldi, in un momento in cui la povertà nel mondo ha raggiunto i massimi livelli, per fornire strumenti di distruzione e morte a qualsiasi Paese belligerante.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa