Il presidente del Consiglio è ottimista sulla ri-costruzione di un Paese più giusto e più moderno. Dunque occorrono subito le riforme senza le quali non si può davvero andare avanti. In casa 5 Stelle solo litigi e contenziosi mentre Conte stenta ad affermarsi come leader dei nuovi grillini.
Roma – Mario Draghi da qualche tempo è sempre più vicino a microfoni e telecamere. Per il Premier, in visita a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena, c’è tanto di quell’entusiasmo in giro che “l’Italia è viva, forte ed ha tanta voglia di ripartire. I mesi della pandemia sono stati, per tutti, un disastro sanitario, economico, ma anche culturale, sociale ed educativo. Peraltro le diseguaglianze sono aumentate”.
Il Premier poi ci prende gusto facendo leva sull’emotività degli astanti: “grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale, abbiamo davanti una fase nuova. Una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un Paese più giusto e più moderno”. Bisogna, in sostanza, liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni.
Dalla bassa modenese ai palazzi romani: in casa 5 Stelle continua il braccio di ferro legale con Davide Casaleggio per ottenere il “famoso” elenco degli iscritti.
Il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali è molto chiaro: “l’Associazione Rousseau deve consegnare, entro cinque giorni, al Movimento 5 Stelle tutti i dati personali degli iscritti”. Nessuno spazio alle interpretazioni. Si deve fare e basta.
Casaleggio potrà continuare ad utilizzare i dati degli iscritti rispetto ai quali pare sia anche titolare del trattamento? Non c’è alcun conflitto?
Così il provvedimento d’urgenza segna un solco importante in questa vicenda legale assai controversa e dalla quale dipende il rilancio del nuovo Movimento, targato Giuseppe Conte. Quando l’ex premier sarà messo nelle condizioni di operare liberamente, s’intende.
In buona sostanza il Movimento 5 Stelle e l’Associazione Rousseau risultano essere, rispettivamente, titolare e responsabile del trattamento dei dati degli iscritti al Movimento.
In base alla normativa sulla privacy il responsabile del trattamento dei nominativi è tenuto a cancellare o restituire tutti i dati personali, dopo il termine della prestazione relativa ai servizi richiesti.
Questa disposizione, precisa il Garante, deve essere applicata in tutti i casi che regolano il rapporto titolare-responsabile. Il M5s, in quanto titolare del trattamento, ha dunque diritto di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali.
Non c’è dubbio che questo provvedimento sia un punto a favore del M5S che sta facendo quadrato attorno a Giuseppe Conte, finora rimasto nell’ombra, mentre sembra far traballare le certezze in mano all’Associazione Rousseau e a Davide Casaleggio, il quale ha sempre basato la propria difesa sulla mancanza di legittimità di Vito Crimi.
Dal canto suo pesa come un macigno la vicenda relativa al rappresentante legale del Movimento 5 Stelle. Di recente, infatti, il tribunale di Cagliari, durante un contenzioso sull’espulsione della consigliera regionale grillina Carla Cuccu, ha evidenziato chiaramente che Vito Crimi non è il rappresentante legale del Movimento. Ed è proprio su questo che l’Associazione Rousseau potrebbe fare leva.
Lo stesso Crimi, qualche settimana fa in assemblea, chiariva che proprio il Garante, concedendogli un accesso agli atti, ha di fatto confermato che non ci sono dubbi sulla sua rappresentanza legale. Chi ha ragione? Com’è facile intuire le reazioni delle parti in causa non sono solo diverse ma addirittura contrapposte.
Non poteva mancare la dichiarazione di Giuseppe Conte, che ha affidato ad un tweet il proprio pensiero: “Il provvedimento del Garante della privacy fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le ragioni del Movimento”.
Conte aveva appena finito di scrivere quando è arrivata, puntuale come l’agente delle tasse, la risposta sul blog dei 5S da parte dell’Associazione Rousseau, con un post a firma di Davide Casaleggio: “Nella comunicazione del Garante non è indicata la persona che è il legittimo titolare dei dati al quale consegnarli”.
Il divorzio è ormai cosa fatta ma il testa a testa continuerà ancora chissà per quanto. Del resto la posta in gioco non è cosa da nulla e i grillini non sono secondi a nessuno quando si parla di interessi.