La ragazzina avrebbe tenuto testa al suo assassino ma poi la stretta mortale al collo l’avrebbe soffocata. Alla vittima furono negati benedizione e funerali perché deceduta a seguito di morte violenta ma dopo sessantasei anni Lucietta ha trovato la pace che meritava. E nuove indagini avviate dalla Procura nissena.
Montedoro (Caltanissetta) – Nuove indagini e un degno funerale per Lucia Mantione, 13 anni, morta ammazzata sessantasei anni fa.
Alla ragazzina, ritrovata cadavere dentro un rudere il 9 gennaio 1955, erano stati negati la benedizione della salma e la cerimonia funebre dall’allora parroco di Montedoro don Vito Alfano che aveva motivato la sua decisione nella stretta osservanza dell’ordinamento ecclesiastico dell’epoca che vietava le esequie nei casi di morte violenta.
Lucietta, cosi la chiamavano i suoi genitori Rosario e Maria Serpe, usciva di casa nella serata della befana, il 6 gennaio del ’55, per chiamare il fratello che giocava in strada. Dopo una decina di minuti il fratello tornava a casa dicendo di non aver visto la sorella.
La mamma si agitava e iniziava a cercare la figlia nelle viuzze del paese per poi chiedere a parenti e amici se avessero visto la ragazzina. In paese sembrava che nessuno sapesse di Lucietta, sparita con un fantasma. A questo punto la donna chiedeva al marito di cercare ancora e fra parenti e amici circa un centinaio di persone si adoperavano nelle ricerche a cui si univano, subito dopo, i carabinieri di Montedoro.
Le ricerche proseguivano sino a notte senza esito e riprendevano la mattina seguente non solo in paese ma anche nella immediata periferia che veniva perlustrata dai carabinieri con l’ausilio delle famose camionette.
Dopo tre giorni, alle 8.30 del mattino, sarà il fratello Rosario che, assieme al cognato Giuseppe, ritroverà il cadavere di Lucietta all’interno di un rudere, ad un paio di chilometri fuori dal paese in contrada Cuba.
La ragazzina giaceva supina con la bocca aperta e le narici dilatate ma il cadavere era asciutto nonostante le piogge dei giorni antecedenti al ritrovamento. Segno questo che la ragazzina era stata uccisa altrove e poi abbandonata in quel casolare fuori mano.
Sul luogo del delitto era stato ritrovato dai carabinieri e dai poliziotti di Caltanissetta un coltello a serramanico probabilmente utilizzato dall’assassino per spaventare la vittima. Lucietta, come accerterà l’autopsia, era stata strangolata forse dopo un tentativo di stupro.
La ragazzina, che probabilmente conosceva il suo aguzzino tanto da seguirlo, avrebbe opposto resistenza alla presunta violenza sessuale non consumata e avrebbe iniziato a gridare chiedendo aiuto. L’assassino, forse impaurito, le avrebbe tappato la bocca presumibilmente occludendo anche il naso con la sua stretta tanto da provocare il soffocamento della poveretta che sarebbe morta lo stesso giorno della scomparsa.
Le indagini durarono poco e culminarono col fermo di due giovani appena usciti di galera ma il loro alibi aveva tenuto dunque vennero prosciolti. L’anno scorso il fascicolo è stato riaperto dal procuratore nisseno Gabriele Paci (oggi procuratore di Trapani) che ha ordinato anche la riesumazione del cadavere sul quale sarebbe stata scoperta una traccia di Dna, forse riconducibile all’assassino rimasto impunito.
Mentre la nuova inchiesta procede il suo corso il vescovo di Caltanissetta, monsignor Mario Russotto, ha autorizzato le esequie di Lucietta per le quali si sono battuti Federico Messana, geologo, originario di Montedoro ma residente a Milano, e Rosa Alba, 73 anni, che conosceva Lucietta con la quale giocava da bambina:
”…Solo adesso le istituzioni tutte hanno capito il dramma vissuto da quella operosa famiglia – ha scritto Messana sul suo profilo Fb – e fanno venia del loro ambiguo operato. Ce l’hai fatta a smuovere i cuori di pietra, e additare il tuo dramma a futura memoria. Ciao Lucia, puoi riposare in pace…”.
Ai funerali, che si sono svolti il 28 luglio scorso nella chiesa di Santa Maria del Rosario officiati da don Salvatore Asaro, ha partecipato gran parte della popolazione del paese e Maria Lucia Mantione, 64 anni, nipote della vittima:
”… Finalmente sei qui, cara zia – ha detto la nipote sulla bara della zia – mio padre, che era il fratello di Lucia, ha sofferto enormemente…Non avrei mai immaginato di essere qui 66 anni dopo per il tuo funerale…”. Contenta e commossa anche Rosa Alba:”… Ricordo quel giorno come fosse ieri – ha concluso la donna – in un secondo tutti sapevano in paese. Lucia è scomparsa…”.
Adesso speriamo che le indagini giungano a buon punto nonostante siano trascorsi troppi anni dall’omicidio.