Via quelle accise che sono solo un trucco per fare cassa. Perché raccogliere soldi per la campagna d’Etiopia o per il terremoto del Belice? Non è una truffa bella e buona? Possibile che pur di arraffare soldi allo Stato sia permessa qualsiasi cosa, anche illegittima? Un governo come quello Draghi non può smentire sé stesso e deve muoversi subito sanando il gravissimo problema che dura da troppi anni.
Roma – Gli italiani sprofondano nella povertà ma dov’è la tanto decantata ripresa? Le finanze delle famiglie sono messe a dura prova da una serie di rincari che, purtroppo, abbassano l’asticella verso l’indigenza. Salgono di nuovo i prezzi dei carburanti (nonostante sia piuttosto stabile il prezzo del petrolio che si attesta a 78 dollari circa al barile) che, secondo i dati del ministero della Transizione Ecologica, sono arrivati a 1,671 euro al litro per la benzina ed a 1,517 euro per il gasolio.
L’Unione Nazionale Consumatori in una nota sottolinea la necessità urgente di un calmiere “…E’ necessario un intervento per calmierare tutti gli aumenti che stanno dilagando, mettendo in ginocchio molte famiglie, le quali con l’inizio della scuola devono affrontare anche i costi dei libri per i propri figli…“.
Il Governo deve intervenire anche sul caro benzina, riducendo le accise sui carburanti. Altrimenti ci sono voci di spesa che rischiano di far schizzare verso l’alto l’inflazione con ripercussioni sul potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi. Già duramente provati dalla pandemia i cui danni, ricordiamolo, sono ancora evidenti e permanenti. Per qualcuno che predica bene ma razzola male.
Rispetto ad un anno addietro la corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti è in continua ascesa. Complice, ma sino ad un certo punto, l’aumento del prezzo del petrolio mentre appare ormai certa l’ennesima stangata sulle tasche degli automobilisti italiani ed una maggiore spesa su base annua. In effetti solo per i rifornimenti di carburante, pari a +308 euro a famiglia, si prevede una batosta complessiva da 8 miliardi di euro. Cifre da capogiro che non riguardano soltanto il prezzo del greggio ma tutta la fiscalizzazione aggiunta che serve poi a determinare il prezzo alla pompa appesantito in larga parte dalle tasse applicate ai carburanti.
“…La benzina, arrivando a 1,671 euro al litro, raggiunge il record negativo del 27 ottobre 2014 – commenta scuotendo la testa Massimiliano Dona, presidente Unc – ossia di quasi 7 anni fa, quando svettò a 1,681 euro al litro, mentre il gasolio, toccando i 1,517 euro al litro, raggiunge il valore massimo dal 27 maggio 2019, quando si attestò a 1.525 euro al litro…“.
L’allarme è condiviso anche da Assoutenti: “…Gli effetti del caro-benzina per la collettività si fanno di giorno in giorno più pesanti e, solo per i rifornimenti di carburante, le famiglie italiane devono mettere in conto una maxi-stangata che sarà un problema…”. Più di un problema.
Un pieno di verde, ad esempio, costa oggi oltre 14 euro in più rispetto allo scorso anno, +12,5 euro un pieno di gasolio. Numeri che si stanno riflettendo sui prezzi al dettaglio, con l’inflazione che ad agosto ha subito la crescita più alta dal 2013.
Di fronte a tale scenario il Governo Draghi deve intervenire riducendo la tassazione abnorme che vige sui prezzi dei carburanti da sempre tagliando accise inutili e anacronistiche (alcune riferite addirittura a sostegno di guerre, campagne ed enti che non esistono più e che dunque si trasformerebbero in indebiti arricchimenti da parte dello Stato) che servono solo ad aumentare gli introiti delle casse erariali, studiando meccanismi automatici per limitare gli effetti del caro-benzina sulla collettività già impoverita da un anno e mezzo di Covid.
Sui costi dei carburanti pesano le speculazioni ma soprattutto, come abbiamo detto, l’Iva e accise. I prezzi della benzina e del diesel, al netto delle tasse, in Italia risulta più basso di 3,5 centesimi. Infatti su ogni singolo litro di benzina acquistato in Italia, 1,016 euro se ne va in tasse che influiscono per il 63,6% sulla benzina e per il 60,4% sul gasolio (dati Codacons).
E poi come si possono continuare a pagare balzelli come quelli per finanziare la guerra d’Etiopia del 1935 o il terremoto del Belice del 1968? Ma siamo impazziti? E se lo avesse fatto un privato cittadino, in altre situazioni, non sarebbe forse in galera per truffa? Come si può parlare di decreto semplificazione se ancora i cittadini italiani devono subire un salasso giornaliero per le emergenze del passato? La sveglia è suonata.