Ancora oggi i virus informatici dilagano sulla rete per mano di hacker sempre più famelici. Occhio alle mail agli sms e a qualsiasi forma di messaggio accattivante. Potrebbe essere un trucco per sottrarvi dati personali e password. Accertatevi sempre di chi sia il vostro corrispondente e occhio ai siti che visitate. Il malaffare è sempre in agguato.
Roma – La pandemia ancora in corso ha scombussolato le nostre vite e ci ha costretto ad adattarci a situazioni inconsuete. Si è fatto ricorso con maggiore frequenza alla tecnologia per adeguarsi ad un nuovo modo di lavorare: lo smart working. Ma con esso è cresciuto anche il phishing.
Non si tratta dell’accresciuta mole del corpo dovuta ad uno stile di vita più sedentario, ma di un fottutissimo virus informatico con cui abbiamo a che fare da circa 25 anni, in mano a s-pregiudicati hacker che effettuano attacchi informatici senza soste. La sua incredibile longevità è dovuta alla grande capacità di adattamento, proprio come il Coronavirus. Si tratta di una truffa sotto mentite spoglie attraverso l’invio di link, sms o messaggi diretti da un social network.
Una recente ricerca di Sophos – società britannica di software e hardware di sicurezza – ha rilevato che il 70% delle organizzazioni mondiali, pubbliche e private, ha visto crescere il numero di attacchi con phishing. Tra i fattori scatenanti, oltre alla diffusione dello smart working, ci sono le spese online, la continua ricerca di informazioni relative al Covid, le cure ed i vaccini.
Inoltre la didattica a distanza ha reso necessario l’uso del computer anche a chi non ne aveva troppa dimestichezza, spesso utilizzati da più familiari, con browser poco sicuri e con antivirus di basso livello. Infine, col lockdown è cresciuto notevolmente lo shopping online e gli ordinativi di cibo tramite servizi di delivery.
Durante la prima fase della pandemia, quando la maggioranza delle persone è rimasta rinchiusa in casa, si è assistito ad un proliferare di sms e e-mail che contenevano informazioni su consegne di prodotti mai acquistati. Le modalità di adescamento sono arcinote: richiesta all’utente di compilare dei moduli per riprogrammare l’appuntamento col corriere, per usufruire di uno sconto o per tracciare un ordine perso.
Infine non bisogna dimenticare l’eccessiva quantità di informazioni, spesso non accurate, che circolano sul web, che provocano disorientamento ed ansia, definita dagli esperti infodemia. Questo processo ha moltiplicato, ad esempio, le iniziative di phishing per la vendita fittizia di mascherine e guanti, l’accesso a contenuti esclusivi su come guarire dal Coronavirus o aggirare le misure previste dai Governi, com’è capitato per la vendita di Green pass falsi.
Gli esperti del settore consigliano che per difendersi dal phishing occorre valutare con attenzione la provenienza di e-mail e messaggi, l’indirizzo o il numero da cui vengono inviati. La cosa migliore da fare è cestinarli. Purtroppo, ancora oggi, ci sono persone che credono a Babbo Natale.
E’ abbastanza alto, infatti, il numero di coloro che cadono nella rete seduttiva di mail troppo accattivanti per essere vere o articoli che promettono soluzioni miracolose e guadagni facili. Un ulteriore controllo si rende necessario effettuarlo sull’indirizzo delle pagine che richiedono dati personali ed estremi bancari.
Bisogna assicurarsi di essere davvero su un sito ufficiale e non su uno taroccato, creato appositamente per raggirare i più sprovveduti. Quindi controllare il proprio phishing fa bene alla salute e alla tasca.