Chi si è macchiato di omissioni e gravi negligenze non pagherà mai per le proprie responsabilità che hanno provocato centinaia di morti. I parenti delle vittime chiedono a gran voce giustizia mentre la politica cerca di mescolare le carte per coprire gli interessi di certi ambigui personaggi che rimarranno impuniti.
Bergamo – La pandemia è stata anche approssimazione, errori, omissioni, menzogne e abusi. Almeno nella sua prima parte quando gli italiani morivano come mosche e non c’era possibilità di raggiungere i soccorsi nemmeno per telefono.
Guanti e mascherine erano introvabili e mancavano istruzioni precise e tempestività nelle chiusure dei comuni ritenuti più a rischio. Insomma se ci fosse stata maggiore organizzazione, dunque minore approssimazione, lutti e dolore potevano essere limitati, invece così non è stato. Un po’ in tutta Italia sono sorti comitati di cittadini che si sono uniti per denunciare lo Stato e le sue numerose negligenze che, in un modo o nell’altro, hanno provocato migliaia di vittime.
Nel luglio scorso si era parlato, ma in verità anche nei mesi prima ma non in termini concreti, della costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta monocamerale sulle cause dello scoppio della pandemia.
Un’assise di “onorevoli” che avrebbe dovuto indagare sulle cause dell’infezione, sulle eventuali responsabilità dei dicasteri competenti e su ogni problema riguardante i danni del Sars-Cov-2 senza limiti di data. Poi il colpo di coda, la furbata perpetrata in danno dei cittadini con un emendamento siglato da Pd, M5s e Leu che, pur di salvare il fondoschiena al ministro Roberto Speranza ed ai suoi plenipotenziari, avrebbe modificato e ristretto il raggio d’azione della Commissione che potrà indagare soltanto sul periodo antecedente il 20 gennaio 2020. E’ cosi o no?
Dunque non si potranno rivoltare come un calzino gli ultimi 18 mesi di pandemia. Mesi durante i quali l’Italia stava per essere spazzata via. Nel mirino della Commissione, e sempre che si sbrighino a renderla operativa, ci saranno i possibili passi falsi della Cina ma non le malefatte di ministri e gregari italiani. Altro che inciuci democristiani di antica memoria:
”…Uno schiaffo morale e indecente ai familiari delle vittime – dice l’avvocato Consuelo Locati, che guida il pool di legali che assistono il Comitato dei parenti delle vittime Covid – è strano che i limiti temporali dell’indagine vengano limitati al 30 gennaio dell’anno scorso, quando il primo caso di Covid in Italia, ufficialmente riconosciuto, si è avuto il 20 febbraio e, nella Bergamasca, il 22 febbraio. È talmente assurdo che è impossibile non contestare questa decisione. Colpisce il silenzio dei politici bergamaschi di fronte a questa farsa. La politica sta lanciando un messaggio opposto rispetto alla volontà di fare chiarezza…L’ostinazione a non chiudere la Val Seriana ha bloccato un intero Paese. Chiediamo verità, la dobbiamo a tutti gli italiani. Agli imprenditori, agli artigiani, ai ristoratori, ai commercianti che sono stati costretti a chiudere. La dobbiamo a chi ha perso il lavoro e ai ragazzi, che hanno dovuto sacrificare scuola e relazioni. Oltre a una verità giudiziaria, deve emergere anche una verità storica…”.
Insomma l’emendamento (osteggiato da Fratelli d’Italia che non aveva votato la costituzione della Commissione forse annusando la trappola) sarebbe stato fatto apposta per nascondere certe verità compromettenti che avrebbero potuto stroncare la carriera, e non solo, di certi politici da cassetta:
”… Non è stata altro che un’ingegnosa operazione di propaganda per gettare fumo negli occhi dei cittadini – ha aggiunto Robert Lingard, consulente legale dei familiari delle vittime – un’operazione di omertà spacciata per verità. Tagliare fuori il periodo dopo il 30 gennaio 2020 e l’Italia stessa dall’ambito dei lavori della Commissione significherebbe non approfondire il ruolo delle scelte dei politici italiani nella gestione della pandemia mentre non occuparsi dell’Organizzazione mondiale della Sanità porterebbe a non svolgere indagini sulla rimozione del rapporto firmato dall’ex funzionario dell’Oms Francesco Zambon in cui, stando a quanto accertato dalla Procura di Bergamo, venne postdatato il piano pandemico per farlo apparire aggiornato…”.
I legali dei familiari avevano dato atto di una riunione avvenuta il 25 gennaio del 2020 tra il ministro della Salute Roberto Speranza, il direttore generale della Prevenzione e i rappresentanti delle Regioni per decidere di restrizioni e chiusure. Un incontro quasi segreto poi venuto alla luce ma sempre negato dai partecipanti alla riunione. A riprova del voler sottacere a tutti i costi la verità anche prima della dichiarazione dello stato d’emergenza.