Se non prima verrà discusso il programma che prende il nome dalla rete calcistica c’è ben poco da esultare. Poi si dovrà ottenere il nulla osta dell’Ue prima di accedere ai nuovi fondi-lavoro. Intanto gli italiani tornano dalle vacanze anche se un cospicuo numero ha deciso per le ferie in settembre. Fra due giorni l’incubo delle cartelle esattoriali: lo Stato presenta il conto.
Mentre buona parte degli italiani è rientrata dalle vacanze i nostri governanti, con dedizione e abnegazione ammirevoli, si è dedicata alla soluzione dei problemi del Paese. Cosa ha partorito l’acuta lungimiranza di cui sono dotati a iosa i nostri politici? Un grande piano per il lavoro con l’obiettivo di rilanciare l’asfittica economia nazionale. E prendendo a prestito una terminologia cara agli appassionati di calcio ha pensato di fare “Gol”.
Quest’ultimo ha spopolato nei recenti campionati europei per squadre nazionali perché attraverso quelli realizzati ci siamo aggiudicati l’ambito trofeo. Non è che i componenti del Governo si siano improvvisati calciatori, anche perché come sportivi farebbero ridere, mentre come governanti, almeno finora, ci hanno fatto piangere lacrime amare.
Il Gol di cui parliamo è invece un finanziamento complessivo di 4,9 miliardi di euro tra PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e React-Ue (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories – Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori europei) previsto dal programma denominato Gol, ovvero Garanzia di occupabilità dei lavoratori.
Gli obiettivi sono stati tutti concordati rigorosamente con l’Unione Europa: guai a fare qualcosa senza il suo consenso, sono botte da orbi! Chiedete al popolo greco che si sta ancora leccando le ferite.
Secondo questo prezioso piano sarebbero almeno tre milioni i beneficiari, di cui almeno il 75% donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità, giovani under 30, lavoratori over 55. Inoltre, almeno 800mila dovrebbero essere coinvolti in attività di formazione, di cui 300mila per il rafforzamento delle competenze digitali.
Numerosi coloro che dovrebbero usufruirne: lavoratori in Cig (Cassa Integrazione Guadagni), ma anche chi beneficia del Naspi (Nuova Prestazione di assicurazione sociale per l’impiego) e Dis-coll (disoccupazione dei collaboratori, un’indennità mensile per gli iscritti alla gestione separata) del reddito di cittadinanza, i lavoratori fragili o vulnerabili, come ad esempio i Neet (Not in Employment Education or Training, chi non studia, non lavora, né segue una formazione), disabili, donne in condizioni di svantaggio, over 55, i disoccupati senza sostegno al reddito, i cosiddetti working poor (lavoratori poveri, ovvero quelli a basso reddito) che si trovano in condizioni di precarietà.
Infine, in base allo status occupazionale, ci sarebbero quattro percorsi possibilmente personalizzati di sostegno alla ricollocazione più un quinto, distinto dai primi, che riguarda casi di crisi aziendali nelle quali è opportuno la valutazione dei profili di occupabilità non individuali, ma per gruppi di lavoratori. Problematiche, quindi, che coinvolgono lavoratori formalmente ancora occupati ma potenzialmente in transizione.
Per vedere la luce il programma Gol ha bisogno di un decreto interministeriale e si dovranno coinvolgere le Regioni. In questa settimana è in programma un incontro tra gli assessori regionali del lavoro. Dopo qualche giorno si farà il punto della situazione col Ministro del lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando.
La speranza molto ottimistica è di iniziare il programma Gol a partire da settembre, in anticipo di tre mesi rispetto a quanto concordato con l’Unione Europea. Qualora ci riuscissero si dimostrerebbero dei veri e propri “Draghi“. Ma conoscendo il pollaio a disposizione, composto di ammiccamenti, sotterfugi, stratagemmi, insidie e simulazioni, la discussione sul programma potrebbe risolversi alle “calende greche“. Staremo a vedere.