Dal 30 luglio il G20 per la Cultura rimarrà aperto in maniera permanente ma i progetti enunciati dai rappresentati dei Paesi che fanno parte della grande assise sono sempre gli stessi. Franceschini e Draghi hanno confermato la grande importanza della cultura ma di fatto il comparto rimane in balia di sé stesso e privo di investimenti seri. Il resto è stata solo una passerella politica internazionale di cui avremmo fatto volentieri a meno. In questo momento.
Roma – Il 29 e 30 luglio scorsi, in occasione della presidenza italiana del G20, si è tenuto l’incontro dei ministri della Cultura, presieduto dal nostro Dario Franceschini. Vari i temi trattati tra cui il sostegno e la tutela dei lavoratori del settore dopo la pandemia; la protezione del patrimonio culturale dalle calamità naturali, dalle crisi e dal traffico illecito di manufatti antichi; i Caschi Blu della Cultura Italia-UNESCO; la formazione culturale come investimento nel capitale umano, il contributo delle industrie culturali e creative, in particolare del digitale, alla crescita.
L’avvio dei lavori si è tenuto nello splendido scenario dell’Arena del Colosseo, alle ore 19.00 di giovedì 29 luglio, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, del ministro della Cultura Dario Franceschini e della Direttrice Generale dell’UNESCO Audrey Azoulay, che proprio in queste ultime ore ha assegnato una serie di riconoscimenti al patrimonio italiano.
Gli ultimi in ordine di tempo: Padova Urbs Picta, Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento, Montecatini riconosciuta patrimonio dell’umanità tra le grandi città termali d’Europa ed, infine, i portici di Bologna.
Mario Draghi Audrey Azoulay Dario Franceschini
I lavori sono proseguiti venerdì 30 luglio a Palazzo Barberini, dove è stato allestito un media center. La serata si è conclusa col concerto musicale diretto dal maestro Riccardo Muti al Quirinale.
Come succede sovente in queste occasioni, siamo stati inondati da fiumi di retorica e di buone intenzioni. Franceschini, infatti, non è stato da meno: “…L’Italia crede fortemente nella diplomazia culturale quale ponte tra popoli e nazioni – ha detto il ministro – la pandemia ci ha fatto capire quanto la cultura sia la linfa delle nostre vite. Le piazze vuote, i musei chiusi hanno reso le nostre città tristi, spente, quasi spettrali. Sarà la cultura la chiave della nostra rinascita, il motore di una crescita innovativa, sostenibile ed equilibrata. Proteggere il patrimonio culturale, significa proteggere l’umanità stessa…”.
Palazzo Barberini
A queste si sono aggiunte le parole del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha ribadito con forza il convincimento di sostegno alla cultura quale “motore” per una vera ripartenza:
“…Il sostegno alla cultura è cruciale per la ripartenza del nostro Paese – ha aggiunto Draghi – Il nostro patrimonio culturale è il frutto dell’immaginazione dei nostri antenati. Quello dei nostri nipoti dipende da cosa sapremo fare noi. Questo incontro mi rende ottimista sulle nostre capacità di coniugare visione e memoria. Conservazione non deve essere sinonimo di immobilismo agli investimenti. E’ necessario associare un programma di riforme e semplificazioni…”.
Mario Draghi
Infine è stata approvata dai ministri competenti, all’unanimità, la dichiarazione finale del G20 Cultura. Un entusiasta Franceschini ha confermato che questo G20 rimarrà con i battenti aperti in maniera stabile:
“…Il G20 della Cultura è stato reso permanente – ha concluso Franceschini – ed è stato esplicitato che la cultura è un grande fattore di crescita in particolare per i più giovani e i più vulnerabili. E’ da qualche anno che parliamo di Caschi Blu della cultura e nel documento è passato il tema dell’organizzazione di forze nazionali che insieme all’Unesco intervengano, non in modo episodico, ma per tutelare il patrimonio dell’umanità. Abbiamo messo l’accento sulla formazione ed in particolare della Scuola del Patrimonio di Roma, abbiamo sottolineato il tema del cambiamento climatico e quello dell’utilizzo dei sistemi digitali…”.
Dario Franceschini
Nel comparto culturale l’Italia gode di un ruolo da leader. In questi due giorni si sono ripetuti spesso gli stessi concetti. E’ vero che ripetere giova ma stanca ed infastidisce, soprattutto. Sono almeno 50 anni, infatti, che si straparla del nostro patrimonio culturale come fonte di ricchezza in tutti i sensi, specie spirituale e materiale. Ed ogni volta che i politici si accingono a farlo di nuovo, sembra che lo facciano per la prima volta.
Se fossero attori sarebbero bravissimi, purtroppo per noi si occupano di politica e dovrebbero dare una soluzione ai problemi. Come le estreme condizioni di precariato e di lavoro sottopagato presenti, da anni, nel settore. Con personaggi come questi non si va da nessuna parte.