Tutte le piattaforme sono obbligate a segnalare le violenze di genere che si consumano in rete presso gli organi di polizia. Ma anche nella vita reale maltrattamenti fisici e abusi sessuali vanno denunciati senza perdere tempo e alle prime avvisaglie. Occorre incentivare la prevenzione e ampliare le iniziative a sostegno delle vittime, in caso contrario il gravissimo problema rimarrebbe insoluto.
Roma _ Esiste una connessione tra la violenza di genere virtuale e quella nella vita reale, in molti casi la violenza si intreccia. In Europa una donna su tre, di età pari o superiore a 15 anni, dichiara di aver subito una qualche forma di maltrattamento fisico o abuso sessuale. Oppure entrambi, nei casi più gravi.
Durante la pandemia i casi di violenza domestica – che erano una realtà già prima della crisi – sono nettamente aumentati. L’allarme ha acceso i riflettori sul fatto che per molte donne e ragazze tornare a casa non significa necessariamente essere accolte in un luogo sicuro.
Questi ed altri sono i motivi per cui si intende arrivare ad una definizione comune nel diritto penale, con misure severe contro chi commette reati e migliori meccanismi di protezione e sostegno per le vittime. A prescindere se le violenze si consumano in rete o di persona.
Diverse le proposte del Parlamento UE. Una piaga profondamente radicata nella nostra società ed anche una delle più gravi violazioni dei diritti umani. In sostanza le eurodeputate ed i loro colleghi uomini hanno chiesto alla Commissione UE una direttiva per il contrasto della violenza di genere online.
“…Una continuazione di ciò che già le donne subiscono offline – ha dichiarato Sylwia Spurek, relatrice dei popolari europei – Si tratta di una sfida imposta dalla modernità, anche se è una nuova faccia di un vecchio nemico che si manifesta dappertutto, in casa, in pubblico e anche su Internet… Servono misure specifiche e armonizzate sul territorio comunitario, un’azione specifica che risponda alla necessità di ogni donna di sentirsi al sicuro…”.
Nel pacchetto di proposte approvato dall’Eurocamera è stata inserita un’altra importante clausola: “…Gestire il reato attraverso il Codice Penale degli Stati membri e di mettere al centro la tutela delle vittime – ha aggiunto l’eurodeputata greca – bisogna inoltre fare un’opera di prevenzione e portare la questione su un piano di sensibilizzazione quotidiana contro gli stereotipi di genere…”.
La richiesta, in pratica, è quella di introdurre la violenza di genere nei Trattati UE, studiando una definizione comune anche di “violenza online“. Tante ancora le lacune presenti nel quadro giuridico europeo e il fatto che se continuerà l’impunità, non si fermeranno gli abusi.
Dalle fila del Partito Democratico l’eurodeputata italiana Pina Picierno si è soffermata sull’importante argomento “…Se non ci occupiamo delle conseguenze serie e concrete per la vita delle donne, dalle intimidazioni al revenge porn, le donne continueranno a sentirsi sole…”.
La condivisione del progetto sembrerebbe, in sostanza, abbastanza condivisa da tutti i gruppi politici. Proteggere le donne dalla violenza online è divenuta una questione non più rinviabile. Così la commissaria per l’Uguaglianza, Helena Dalli, è intervenuta di fronte all’emiciclo di Strasburgo promettendo una direttiva contro la violenza di genere “entro il 2022”, con un focus particolare su quella domestica e online.
La commissaria Dalli ha affermato anche di condividere appieno l’impegno per combattere “ogni forma di discriminazione” e nel caso della violenza di genere sarebbe opportuno arrivare a misure mirate in linea con la Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale del 2011 contro la violenza domestica e sulle donne.
Da non trascurare, peraltro, l’approvazione di un importante provvedimento in Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori: tutte le piattaforme online saranno obbligate a segnalare i contenuti illegali anche sul piano della violenza contro le donne.
In ogni caso, così come richiesto dal Parlamento UE, si dovrà spingere sull’opera di prevenzione e nel sostegno delle vittime di questo tipo di reato, in caso contrario il gravissimo problema rimarrebbe insoluto.