Le vaccinazioni andavano fatte per fasce d'età e non per categorie, tranne quelle più a rischio. La precedenza, in ogni caso, andava data ai soggetti più deboli.
Roma – Il Marchese del Grillo sarebbe fiero dei magistrati italiani.
Dopo essersi auto proclamati categoria essenziale per l’assistenza sanitaria e il funzionamento della vita sociale, pretendendo priorità vaccinale, oggi passano alle minacce, che per la verità somigliano di più ai capricci dell’asilo Mariuccia.
Ha toni assurdamente infantili il comunicato dell’Anm che in data 28 marzo compare sulla rete Ansa:
“Il nuovo piano strategico vaccinale, oltre a destare disagio e sconcerto per la totale sottovalutazione dell’essenziale e improcrastinabile servizio giustizia, appare in assoluta antitesi con gli obiettivi di riduzione dei tempi dei processi, imposti dall’Unione Europea e richiamati dalla ministra Cartabia nelle linee programmatiche esposte recentemente al Parlamento”.
Dunque se la giustizia è tanto improcrastinabile perché raccomandarne l’immediato “rallentamento e, nei casi più estremi, la sospensione”? Difficile comprendere che cosa passi per la testa di certe persone, che sembrano giungere da un altro pianeta.
Ci sono persone fragili che attendono il vaccino pazientemente, persone che non godono dei loro privilegi economici e sociali. Ed ecco l’esempio di questa categoria di privilegiati che dall’alto della loro posizione reclamano corsie preferenziali.
Solo la scorsa settimana Mario Draghi aveva additato il ritardo nella vaccinazione degli over 80, il cui totale di immunizzati è fermo al 40%, ossia un milione e 800mila su 4 milioni e mezzo.
Stiamo parlando di quella fascia d’età che presenta il 62% dei decessi per Covid.
Com’è possibile? E’ presto detto: il vaccino è una priorità per il personale sanitario? In esso vengono inclusi diciottenni iscritti al primo anno di medicina.
Personale scolastico? Improvvisamente fanno parte della categoria anche gli insegnanti di “storia sulla vita e lo sviluppo della papaia”, magari attualmente disoccupati o in smart working.
Poi c’è la favolosa figura del caregiver, che può tranquillamente passare avanti a tutti i poveracci che non vantano un cognome altisonante. Senza dimenticare le dosi riservate al bis cugino laterale dello zio di quinto grado e a tutto il parentado.
Ed ecco che, improvvisamente, i vaccini per anziani e soggetti fragili si esauriscono. Non ci sono più. Finiti.
La tanto criticata Gran Bretagna ha seguito criteri completamente diversi, dando priorità non a questa o quella categoria, ma al semplice criterio anagrafico, vaccinando per primi gli over 90 al 95%. Buon senso che a noi, come al solito, fa difetto.
Ad ogni buon conto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, dopo le ovvie polemiche esplose a seguito della pubblicazione del comunicato, ha tenuto a precisare la posizione dell’Anm: “…Nessuna minaccia di sospensione dell’attività giudiziaria – ha detto Santalucia a RaiNews 24 – l’Associazione non sospende nulla, non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo. Abbiamo rappresentato a chi ha compiti organizzativi di valutare se ruoli stracarichi di procedimenti e udienze affollate possano oggi convivere con il problema drammatico di una recrudescenza del virus…”.
Con i nostri 108mila morti e l’economia allo sfacelo, mentre la gente fa la coda alle Caritas per pranzo e cena, sentire pronunciare parole come “disagio” e “sconcerto” da parte di non ha problemi in questo senso fa un tantino irritare.
Consideriamo anche che i tribunali civili sono in smart working da tempo, mentre nel penale alcune Corti d’Appello svolgono le cause da remoto.
Nel frattempo i cittadini, come se non bastasse tutto il resto, pagano parcelle e rinvii, ma importa a qualcuno?
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