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ROMA – DRAGHI FOTOCOPIA DI CONTE: I PAGAMENTI ARRIVERANNO ENTRO IL 15 APRILE. MAI VISTO UN EURO

Approvato anche il decreto Anti-Covid valevole dal 7 al 30 aprile. Zona gialla addio. Solo rosse e arancioni. Bar e ristoranti chiusi salvo deroghe. Via libera anche allo scudo penale per i medici mentre le sospensioni per i camici No-Vax rimarranno in vigore sino al 31 dicembre.

Roma – Quando scadranno le moratorie su quasi 300 miliardi di euro di prestiti bancari, a fine giugno, c’è il rischio che 2,7 milioni di imprese e famiglie italiane si troveranno improvvisamente sull’orlo del dissesto finanziario

Lo denuncia la Fabi, il sindacato dei lavoratori delle banche, spiegando che tra circa 90 giorni termina l’ultima proroga della norma, introdotta dal governo con la legge di Bilancio per il 2021, che ha consentito dall’inizio della pandemia di congelare le rate dei finanziamenti di 1,3 milioni di aziende per 198 miliardi e di 1,4 milioni di cittadini per 95 miliardi.

Attenzione dunque perché la gravissima situazione riguarda 2,7 milioni di posizioni debitorie, ovvero di prestiti, a imprese e famiglie che hanno presentato la richiesta di sospensione dei pagamenti delle rate sfruttando la possibilità concessa dal D.L. Cura Italia varato l’anno scorso, all’inizio dell’emergenza economico-sanitaria causata dal Coronavirus.

Opportuno ricordare che il governo non si dimentichi, nell’attuale stato di emergenza economica e sociale, di intervenire onde evitare che il racket dell’usura prolifichi e si espanda. Cogliendo al volo la grassa occasione. Nel frattempo Draghi sul MES è chiaro e lapidario: “Al momento il livello dei tassi di interesse è tale per cui non converrebbe prenderlo”.

Per di più il Meccanismo Europeo di Stabilità andrebbe investito nella salute pubblica, in un momento in cui non c’è ancora un piano sanitario condiviso da tutte le forze politiche. Si tratterebbe per adesso di un dilemma prematuro. Questione rinviata, punto e basta. Dopo le prime notizie sulle decisioni prese dal Governo, l’accoglienza al decreto Sostegni dei diretti destinatari non è stata unanime.

Sono stati abbandonati, finalmente, i codici Ateco per individuare le attività incluse nel perimetro degli aiuti economici. Peraltro oltre agli aiuti a fondo perduto, in ragione delle perdite, trova spazio anche un taglio dei contributi da 3.000 euro. A ipotizzare questa possibilità è la relazione tecnica al decreto Sostegni, anche se si rende necessario l’aumento delle risorse rispetto al finanziamento di 1 miliardo previsto in manovra.

Come ormai risaputo è stato anche approvato in Consiglio dei Ministri, lo stralcio delle cartelle fino a 5 mila euro, dal 2000 al 2011, ma solo con un reddito Irpef inferiore a 30 mila euro. Così il decreto legge eroga 32 miliardi, per gli indennizzi a imprese e famiglie ed anche per rilanciare la campagna delle vaccinazioni, di cui 11 per imprese e professionisti, 5 per il piano vaccini ed 8 per il lavoro e per la lotta alla povertà.

“…È il massimo che abbiamo potuto fare all’interno di questo stanziamento...”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi. In pratica i ristori per le aziende verranno erogati secondo 5 fasce di reddito, con percentuali che vanno dal 60% per le più piccole al 20% per le più grandi. I pagamenti alle imprese saranno effettuati dall’8 al 30 aprile. Opportuno ricordare ciò che Conte diceva circa un anno addietro:

“…Siamo intervenuti sulla povertà. I pagamenti arriveranno entro il 15 aprile...”. Ascoltando il premier Draghi in conferenza stampa sembra di sentire il clone del suo predecessore. Di sicuro sono cambiati modi e scenografie ma i contenuti sono identici. Perfino il mese coincide. Cogliere effettive differenze fra i due è praticamente impossibile.

Conte come Draghi: effetto fotocopia

Pochi ed insufficienti gli aiuti alle imprese e nessuna previsione per le politiche attive. Per i lavoratori dello spettacolo, gli stagionali e i lavoratori del turismo una tantum di 2.400 euro.

Il blocco dei licenziamenti è prorogato fino al 30 giugno 2021. Così come per le aziende che usufruiscono della cassa integrazione Covid il termine sarà il 31 ottobre. Prorogati anche i contratti a termine fino al 31 dicembre.

Sul fronte del nuovo decreto Anticovid via libera dal Consiglio dei Ministri che ieri sera lo ha approvato. Nessuna zona gialla. Fino al 30 aprile l’Italia sarà rossa o arancione dal 7 al 30 aprile. Per quelle date bar e ristoranti rimarranno chiusi. Le scuole tornano in presenza fino alla prima media anche in zona rossa. È previsto l’obbligo vaccinale anche per i farmacisti e saranno concesse deroghe per riaprire in base a contagi e vaccini.

Consiglio dei Ministri

Il governo potrà decidere di applicare restrizioni meno rigide in alcune Regioni solo se la curva epidemiologica tenderà al ribasso. Stabilite le categorie professionali che avranno l’obbligo di vaccinarsi: esercenti, professioni sanitarie e relativi operatori che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie, socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali.

La vaccinazione sarà requisito essenziale per l’esercizio della professione. Per chi rifiuta è previsto lo spostamento a mansioni anche inferiori con trattamento economico corrispondente alle mansioni esercitate. In alternativa per il periodo della sospensione non è dovuta retribuzione.

Assicurato lo scudo penale per i medici che si vaccinano: la punibilità è esclusa quando l’uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del ministero della Salute relative alle attività di vaccinazione.

Camici No-Vax sospesi sino a fine anno                                                                                                                                             Foto Andrea Alfano

I sanitari No-Vax verranno sospesi sino al 31 dicembre del 2021. La sanzione scadrà prima se gli interessati faranno marcia indietro e si sottoporranno alla vaccinazione o comunque al completamento del piano vaccinale. La sospensione interverrà solo se non sarà possibile l’assegnazione a mansioni diverse del lavoratore che non implicano il rischio di diffusione del contagio.

 

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