Primi in Europa: rubiamo più Iva di tutti

Il primato stavolta dovrebbe indurci alla vergogna ma i furbi dell’evasione credono che fare fesso lo Stato sia cosa di cui vantarsi. Dopo di noi tedeschi e inglesi ma a diverse lunghezze. Dovremmo comprendere, una volta per tutte, che se paghiamo tutti finiremo con il pagare meno. A farne le spese, come sempre, i cittadini onesti.

Roma – L’Italia prima in Europa per evasione dell’Iva. Qualche giorno fa una notizia ha messo in subbuglio le redazioni dei giornali, destando preoccupazione nella gran parte di esse e scene di giubilo in quelle sportive.

Che cosa è successo di tanto eclatante da suscitare reazioni così palesemente in contrasto? Secondo il Rapporto sul divario dell’Imposta sul Valore Aggiunto pubblicato dalla Commissione Europea, nel 2019 l’Italia ha raggiunto il primo posto nel continente per evasione dell’Iva, di ben oltre 30 miliardi di euro.

In Italia evasi oltre 30 miliardi di IVA nel 2019. Nessuno fa peggio in Europa.

I nostri colleghi dello sport, abituati alle vittorie della squadra di calcio all’Europeo per Nazioni e alle medaglie d’oro vinte nella scorse Olimpiadi di Tokio, ogni volta che sentono che l’Italia è prima, vanno in fibrillazione per la preparazione del giornale, convinti di lodarne i trionfi. Solo che qui si tratta di evasione dell’imposta pari a 134 miliardi di euro che i Paesi dell’Unione Europea hanno visto svanire solo nel 2019.

Quella italiana equivale grossomodo al 50% dell’ultima Legge di Bilancio del Governo Draghi. Seguono a debita distanza Germania, Regno Unito e Francia. Secondo alcuni calcoli l’evasione fiscale dell’Iva in tutta l’Unione sarebbe pari a 4 mila euro al secondo e col totale di 134 miliardi si potrebbero, ad esempio, costruire ben 250 ospedali d’avanguardia, realizzare tutti gli interventi del PNRR e costruire la linea ferroviaria dell’alta velocità da Porto (Portogallo) e Tallin (Estonia).

Un gran bel gruzzolo, sottratto alle casse pubbliche a discapito dei cittadini onesti e che va ad ingrossare i rivoli dell’economia illegale o borderline. In Italia sono stati presentati anche i dati della NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, a cura dell’Osservatorio sui Conti Pubblici): viene confermato l’andamento generale, anche se c’è stato un lieve calo rispetto a qualche anno fa.

L’evasione rimane una grave pecca per un Paese in cui la propensione a non pagare le tasse si aggira in media intorno al 30%. E’ stato stilato un elenco pure delle tasse più evase. In testa c’è l’IRPEF (Imposta su Reddito delle Persone Fisiche) da lavoro autonomo che ha raggiunto il 70% nel 2017. Poi, l’IVA e via via tutte le altre, l’IMU (Imposta Municipale Unica), l’IRES (Imposta sul reddito delle Società), l’IRAP (Imposta Regionale sulle attività produttive) fino all’evasione contributiva.

Poco più del 13% dei contribuenti compensano, e solo in parte, le spese primarie dell’87% della popolazione.

Molti pensano che alcuni strumenti come, ad esempio, la fatturazione elettronica e gli scontrini elettronici che hanno dato risultati incoraggianti riducendo a livello percentuale, anche se di poco, l’evasione dell’IVA, possano offrire soluzioni vantaggiose in altri settori dell’Economia. Questa innovazione oltre a cercare di arginare l’evasione, potrebbe favorire una riduzione delle tasse in generale.

Ma c’è un altro aspetto che merita di essere menzionato ed è quello culturale: è necessario un radicale mutamento della nostra mentalità, per cui pagare giuste ed eque tasse deve essere un dovere morale di ogni contribuente e non cercare scorciatoie per fregare lo Stato, perché alla fine a rimetterci è ognuno di noi.

Lo abbiamo visto con la pandemia: non c’è stato settore o comparto dell’Economia che non abbia chiesto aiuto alle casse dello Stato che sarebbero state molto probabilmente più pingue senza un’evasione così elevata.

Ma poi di che cosa ci meravigliamo se abbiamo avuto un Presidente del Consiglio, ovvero colui che dirige la Politica generale del Governo e ne è responsabile, sua emittenza Silvio Berlusconi, condannato per il processo Mediaset, con sentenza passato in giudicato, per frode fiscale, falso in bilancio e appropriazione indebita? Chi va per questi mari, ‘sti pesci piglia! E non ce ne voglia il Cavaliere.                  

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