L’Era digitale? Forse siamo già oltre

Il futuro del mondo va in questo senso, tant’è che gli enti governativi hanno iniziato, ma già da tempo, a disciplinare il settore che ormai scandisce il ritmo della vita dell’uomo. Uno dei settori più sensibili, quello del trattamento dei dati personali, è stato regolamentato nel 2016 e dovrebbe essere ancora più protetto a breve.

Roma – Il mondo digitale è diventato così preponderante che o ci si adatta ad esso, oppure non si esiste. Ormai tutto ciò che prima apparteneva alla sfera delle relazioni umani, sociali e collettive, oggi fa parte di un altro pianeta: il digitale. La governabilità di questa nuova realtà è stata, quindi, ritenuta una priorità dalle istituzioni politiche.

GDPR: garantisce il diritto alla protezione dei dati personali

Tant’è che l’Unione Europea, già nel 2016, approvava il GDPR – General Data Protection Regulation (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Si tratta di un regolamento europeo che disciplina il modo in cui le aziende e le altre organizzazioni debbano trattare i dati personali. La legislazione europea vuole essere all’altezza del rapido e diffuso sviluppo dei servizi digitali.

In quest’ottica sono stati emanati il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA). La ratio dei due provvedimenti è quella di creare uno spazio digitale dove vengano accolti i diritti fondamentali degli utenti e dove ci siano condizioni paritetiche per la promozione dell’innovazione, la crescita e la competitività, sia in Europa che nel mondo.

Il Parlamento Ue

Il DSA riguarderà obblighi e responsabilità per i contenuti delle piattaforme online, in particolare contro l’incitamento all’odio o alla violenza, il terrorismo, la pornografia infantile o la compravendita di prodotti illegali o contraffatti. Il DMA, invece, si occuperà dei comportamenti delle aziende, per cui le piattaforme online dovranno rispettare una serie di obblighi definiti per non incorrere in sanzioni.

ll Parlamento e il Consiglio europeo si sono accordati su un testo finale del DMA che deve, comunque, ancora terminare il proprio iter legislativo. Manca, infatti, l’accordo con la Commissione Europea. Una volta approvato il DMA sarà applicabile in tutti i Paesi dell’Unione Europea fissando una serie di “paletti“.

Ad esempio: i servizi di messaggistica che vanno per la maggiore dovranno aprirsi ed interagire con piattaforme più piccole; gli utenti potranno scegliere software alternativi a quelli preinstallati; i gatekeepersintermediari tra chi accede ad internet e chi offre contenuti nella rete come Microsoft e Google – devono garantire la concorrenza senza assumere un ruolo dominante a svantaggio di altre aziende; la Commissione dovrebbe vigilare svolgendo indagini di mercato e sanzionando comportamenti non conformi.

Il Garante della Privacy europeo interviene su DSA e DMA fissando limiti da non superare

Il testo sui cui si è trovato un accordo ha definito come gatekeepers tutte quelle aziende che abbiano un fatturato uguale o superiore ai 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni o una capitalizzazione di mercato pari ad almeno 75 miliardi nell’ultimo anno, con fornitura di servizi online almeno in tre Stati europei. Grandi aziende come Apple, Microsoft, Amazon, Google e altre si sono allarmate poiché in questo contesto legislativo il loro ruolo di intermediari viene considerato presunto. Spetterebbe a loro l’onere di dimostrare il contrario.

Accanto ai grandi gruppi ci sono le aziende minori del mercato digitale, che molte volte sono dipendenti dai primi o ad essi vincolati, anche contrattualmente. Uno degli obiettivi del DMA è quello della tutela legislativa dei gruppi più piccoli offrendo loro la possibilità di accedere al mercato digitale a condizioni più vantaggiose e paritarie, aumentando le responsabilità e gli obblighi delle aziende più grandi.

DSA e DMA: regole precise nel sistema europeo, italiano e internazionale

Alcuni esperti del settore ne temono la complessità, perché la legislazione potrebbe mostrarsi poco adattabile e flessibile rispetto ad un mercato con ritmi vertiginosi ed in continuo mutamento. Ovvero mentre si studiano soluzioni idonee e più democratiche per i consumatori e per non favorire posizioni dominanti, il mercato e lo sviluppo della tecnologia, forse, sta già andando da un’altra parte. O come recita un motto popolare: “mentre il medico studia, il paziente crepa“. Quello che può essere considerato valido oggi, alla fine risulta essere già superato.

Comunque, sulla carta, questa regolamentazione sembrerebbe mettere fine al dominio delle aziende Big Tech, garantendo una maggiore concorrenza, più innovazione e più scelta per gli utenti. Staremo a vedere. Se ciò accadrà, saremo i primi ad applaudire e a felicitarci. Ma l’uomo della strada manifesta diffidenza di fronte a dispositivi legislativi, che sembrerebbero sfociare nella “perfezione“. Poi all’atto pratico: “tra il dire ed il mare c’è di mezzo il mare“. Speriamo bene! 

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