Stavolta si schiera a favore delle anticipazioni elettorali chi le ha sempre messe sotto i piedi. Il leader del Carroccio parla di accordi con gli alleati ma come si può discutere di coalizioni con un partito che perora la logica del piede in due staffe? Il centrodestra è ai ferri corti, inutile nascondersi dietro un dito.
Roma – Salvini evoca le Primarie, sconfessando l’unità d’intenti tanto declamata nel centrodestra e la piena sintonia con Berlusconi e Meloni, con tanto di foto e selfie. Insomma armi in pugno e pronto alla battaglia Salvini l’ha detto chiaro e tondo: se per le Amministrative del 2022 non ci saranno accordi si dovrà fare in modo di trovare il rimedio. Impresa niente affatto facile con l’aria che tira.
L’unico antidoto per suggellare un’intesa elettorale, per il leader leghista, sarebbe quello di rivolgersi ai cittadini attraverso le tanto contestate “Primarie”, da sempre privilegiate dal centrosinistra. Una furbata, quella dell’ex ministro dell’interno, per inviare segnali di fumo ai propri alleati, per suonare la sveglia e darsi una “mossa”. Oppure potrebbe trattarsi solo di clamore inutile che confermerebbe le spaccature che ci sono all’interno della coalizione di centrodestra. Chi può dirlo?
Lo stesso Salvini nel corso degli anni non ha fatto segreto della poca efficacia delle Primarie, rimarcandone più volte la scarsa affluenza e partecipazione da parte dei cittadini, oggi più annoiati e disertori che mai. Affermazioni dello stesso tenore venivano profuse generosamente ogni volta che il centrosinistra si affidava, allo strumento delle primarie per saggiare il campo delle elezioni locali.
Ma le ultime elezioni amministrative sono state un fallimento, peraltro annunciato, per metodo e scelta dei candidati. Insomma da parte del variegato trio destrorso vi è stata sempre ironia per l’uso delle primarie come metodo di scelta e non si è mai persa occasione per evidenziare che la coalizione formata da FI, Lega e FdI ha sempre raggiunto un accordo per Amministrative e Regionali, senza bisogno di scomodare i propri elettori anticipatamente.
Adesso, invece, le reazioni destano forti perplessità e comunque denotano divisione e cambio di marcia all’interno della coalizione. In barba a quella coerenza sbandierata ai quattro venti, ma ormai scomparsa da anni anche nei partiti che ne facevano il proprio cavallo di battaglia.
Tant’è vero che anche Ignazio La Russa si dichiara favorevole all’idea delle anticipazioni alle urne e assai propenso all’esperimento che vorrebbe introdurre la Lega:
“…Sono contento che il tema inizia a far breccia nella coalizione – ha detto La Russa, fondatore di FdI – perché da quando siamo nati abbiamo chiesto le Primarie di coalizione. Lo abbiamo scritto anche nello statuto…”.
Silenzio totale in Forza Italia ma si conosce già il pensiero di Berlusconi che nel passato aveva affermato che “Proprio i peggiori sindaci sono stati scelti con le Primarie”.
In ogni caso il comunicato diffuso dal segretario del Carroccio è inequivocabile:
“…Dove ci potrebbero essere difficoltà per scegliere un candidato sindaco – ha annunciato il Capitano – condiviso da tutto il centrodestra, per esempio a Como, Lucca o Palermo, servono le Primarie di coalizione…”.
Purtroppo la crisi dei partiti politici sta portando tutti gli addetti ai lavori verso strategie impensabili sino a qualche anno fa come nel caso del centrodestra che parla di anticipazioni elettorali per dipanare i problemi delle candidature.
In pratica da quando la deriva oligarchica degli stessi partiti ha stravolto la loro vera funzione costituzionale cosi da non rappresentare più l’autentico strumento di raccordo tra cittadini e cosa pubblica, si cercano soluzioni intermedie in grado di non spezzare questo legame. Già abbastanza incrinato. Astensione docet.
Insomma l’invito di Salvini sembra più che altro una diffida agli alleati. Una prescrizione per evitare candidature solitarie e non concordate e che porterebbero ineluttabilmente alla disfatta.
Dopo il risultato deludente delle scorse Amministrative, il centrodestra composto da Meloni, Salvini e Berlusconi si era detto d’accordo per scegliere con largo anticipo i concorrenti ai seggi.
Salvo poi a fare come FdI che a Como ha proposto un proprio uomo, senza la condivisione degli alleati. Ma allora: Primarie sì o primarie no? Ma come si fa a parlare di accordi con Forza Italia e Lega al Governo e Fratelli d’Italia all’opposizione? Una realtà da gratta e vinci dagli esiti imprevedibili.